Un principe al botteghino
Willard Christopher Smith Jr. nasce il 25 settembre
1968 a Philadelphia (USA), da una famiglia battista di classe media: sua madre
lavora per il comitato scolastico di Philadelphia e suo padre possiede una
società di refrigerazione, installazione e manutenzione di congelatori nei
supermercati.
Secondo di quattro figli, Willard è un ragazzo vivace
che cresce in un contesto sociale multietnico e culturalmente eterogeneo: nel
suo quartiere vi è una grande presenza di ebrei ortodossi ma non distante c'è
una zona abitata prevalentemente da musulmani, la sua famiglia è battista ma la
sua prima scuola è una scuola cattolica, la Our Lady of Lourdes di
Philadelphia, quasi tutti gli amici di Will sono neri ma i suoi compagni di
scuola alla Our Lady of Lourdes sono, perlopiù, bianchi.
Per riuscire ad essere ben accettato da tutti, Will
impara a sfruttare costantemente, nei rapporti con i coetanei il suo
naturale carisma,
cosa che, negli anni alla Overbrook High School di Philadelphia gli vale il
soprannome di Prince (il principe). Will inizia come rapper all'età di dodici
anni e da subito sviluppa il suo ingegnoso stile semi-comico (evidentemente
dovuto alla grande influenza che ha avuto su di lui, come Will stesso ha
dichiarato, Eddie Murphy),
ma è solo a sedici anni che incontra l'uomo con il quale ottiene i primi grandi
successi. Ad una festa a Philadelphia conosce infatti DJ Jazzy Jeff (vero nome
Jeff Townes): i due diventano amici e iniziano a collaborare, Jeff come DJ e
Will, che nel frattempo ha adottato il nome d'arte Fresh Prince, (modificando leggermente
il suo soprannome alla scuola superiore) come rapper.
Con uno stile allegro, eccentrico e pulito, ben
distante da quello del rap di quegli anni, i due ottengono subito un grande
successo ed il loro primo singolo "Girls ain't nothing but trouble"
(1986) anticipa il trionfo dell'album di debutto "Rock the house",
facendo di Will un milionario all'età di soli diciotto anni. Tuttavia la sua
ricchezza non dura molto: problemi con le tasse prosciugano il suo conto in
banca costringendolo a ricostruire la sua fortuna praticamente da zero.
Fortunatamente il duo mette a segno diversi altri
successi: l'album "He's the DJ, I'm the rapper" (il primo album
hip-hop a guadagnarsi il doppio disco di platino), il brano "Parents just
don't understand" (che fa vincere loro il Grammy per la migliore
performance rap nel 1989), il brano "Summertime" (altro Grammy) e
molti altri, fino all'album "Code Red", l'ultimo insieme.
La carriera di rapper di Will Smith però non finisce
qui: da solista registra gli album "Big Willie style" (1997),
"Willenium" (1999), "Born to reign" (2002), "Lost and
found" (2005) e la raccolta "Greatest hits" (2002), dai quali
vengono anche estratti singoli di enorme successo.
Già dalla fine degli anni '80, l'artista lavora però
anche nel campo della recitazione, come protagonista della fortunata sit-com
"Il principe di Bel-Air" (che riprende appunto il nome d'arte di
Will), nata da un'idea di Benny Medina e prodotta dalla NBC, che narra le
comiche vicende di uno sfacciato ragazzo di strada proveniente da Philadelphia
alle prese con la vita nella più ricca zona di Los Angeles, dove si è
trasferito per vivere a casa degli zii. La serie ha un ottimo successo, viene
prodotta per sei anni e permette a Will Smith di farsi notare a Hollywood.
Non tardano le prime offerte e il ragazzo recita ne
"I dannati di Hollywood" (1992), "Made in America" (1993) e
"Sei gradi di separazione" (1993), film grazie al quale riesce ad
impressionare la critica con il ruolo drammatico dell'impostore Paul. Il grande
successo di pubblico arriva con il successivo "Bad boys" (1995), al quale seguono "Independence
day" (1996), che gli vale una
nomination come miglior attore al Saturn award (l'oscar dei film di fantascienza,
fantasy e horror), "Men in black" (1997 - altra nomination al Saturn
award) e molti altri, fino ai più degni di nota "Alì"
(2001, film biografico sulla vita di Cassius Clay)
e "La ricerca della felicità"
(2006, del regista italiano Gabriele Muccino)
che gli valgono entrambi una nomination al Golden globe e all'Oscar.
Vi è più di un aneddoto riguardante la recitazione di
Smith in Alì: si dice, ad esempio, che il protagonista abbia rifiutato per ben
otto volte la proposta di vestire i panni dell'icona Cassius
Clay, convinto che nessuno sarebbe riuscito
a portare sullo schermo l'abilità e il carisma del grande pugile e che, a
persuaderlo, sia stata solo una telefonata del grande Muhammad
Ali in persona. Una volta decisosi,
Will si sarebbe dedicato anima e corpo (sottoponendosi ad un estenuante
allenamento) ad entrare nella parte, tanto da guadagnarsi anche l'approvazione
di Sugar
Ray Leonard e da fargli descrivere il fervore
che l'avrebbe pervaso nel dedicarsi al ruolo con parole che forse meglio di
qualsiasi altre sintetizzano il mix di determinazione e comicità che
caratterizza l'attore statunitense: "Sono viagra umano, sono Willagra".
Film successivi sono "Io
sono leggenda" (2007), che gli vale il Saturn
award come miglior attore e "Hancock"
(2008 - altra nomination al Saturn award), prima dei quali rifiuta, forse unico
"Neo" della carriera dell'attore afroamericano, la parte di Neo
in Matrix,
preferendo in quel periodo recitare in "Wild
Wild West" (1999). Commenterà la sua scelta
dicendo di non avere rimpianti, dato che la prova di attore di Keanu
Reeves è stata superiore a quella che
avrebbe potuto fornire lui.
La sua vita privata è segnata da due matrimoni: uno
nel 1992 con Sheree Zampino che gli da un figlio, Willard Christopher III e,
dopo il divorzio del
1995, l'altro, nel 1997, con l'attrice americana Jada Pinkett, unione dalla
quale nascono, nel 1998 Jaden Christopher Syre e nel 2000 Willow Camille Reign.
Ha detto di aver studiato diverse religioni, tra cui
Scientology dell'amico Tom
Cruise, della quale ha avuto modo di dire
molte cose positive come ad esempio "Penso che in Scientology ci siano
un sacco di idee brillanti e rivoluzionarie e che non hanno niente a che vedere
con la religione" e, ancora: "[...]Il novantotto per cento dei
principi di Scientology sono identici ai principi della Bibbia[...]".
Tuttavia ha negato di aver aderito alla chiesa di Scientology: "Sono un
Cristiano studente di tutte le religioni e rispetto tutte le persone e tutti i
percorsi".
La famiglia Smith fa costantemente molta beneficenza a
diverse organizzazioni, solo una delle quali è Scientology, e ha contribuito
alla realizzazione di diverse scuole, il che indica grande sensibilità ai problemi
della gente comune ma anche enorme disponibilità economica.
Con i 5 milioni di dollari ottenuti per "Men in
black", i 14 per "Nemico pubblico"
e i 20 per "Alì", "Men in black II" e "Bad Boys
II" e i 144 milioni guadagnati al botteghino da "Io
robot", i 177 da "Hitch"
e i 162 da "La ricerca della felicità",
Will Smith è uno degli attori più pagati e più remunerativi (quindi più
influenti) di Hollywood e, sicuramente, uno dei più grandi artisti
"trasversali" degli ultimi decenni. Nel 2012 torna nelle sale con
"Men
in Black 3", terzo capitolo della saga.
L'anno seguente esce un nuovo film, di cui scrive il soggetto: protagonista
insieme a lui è ancora il figlio Jaden (che aveva debuttato ne "La ricerca della felicità"):
il film di genere fantascientifico si intitola "After Earth".
Altri film di rilievo da ricordare sono "Sette
anime" (Seven Pounds, 2008), ancora con
il regista italiano Gabriele Muccino; "Focus - Niente è come sembra"
(2015, di Glenn Ficarra); Zona d'ombra (Concussion, 2015), regia di Peter
Landesman; "Suicide
Squad" (2016) di David Ayer; "Collateral Beauty"
(2016) di David Frankel. Dopo l'affascinante "Gemini
Man" (2019), nel 2020 recita nell'ultimo
capitolo della trilogia di Bad Boys, dal titolo "Bad Boys for Life".
https://biografieonline.it/biografia-will-smith
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