Professione: indagatore
dell'incubo
Nel 1985 Tiziano Sclavi disse
al suo editore, Sergio Bonelli (figlio
del grande Gianluigi):
"Oltre alla fantascienza,
l'altra serie del 1986 potrebbe essere l'horror... secondo me vale la pena di
tentare".
Un paio di mesi per mettere a punto il progetto:
all'inizio Sclavi pensava
ad un detective "nero", un po' chandleriano,
senza spalle comiche, ambientato a New York. Le discussioni (animate) con
Bonelli furono determinanti: Londra, un giovane scanzonato, con accanto una
spalla comicissima. A Claudio Villa venne
chiesto di dare un volto a Dylan Dog (il nome doveva essere provvisorio). Un
mese prima Sclavi aveva
visto "Another Country", con Rupert Everett,
rimanendo colpito dal viso "da fumetto"
dell'attore, dando subito il compito al disegnatore di basarsi sul volto
dell'attore per quello dell' eroe.
Per quanto riguarda la spalla comica, si pensò a Marty Feldman,
ma disegnato risultava più mostruoso dei mostri che doveva combattere il
protagonista, così si optò per Groucho, sosia di Groucho Marx.
A settembre erano pronte le prime tre storie; per le
copertine fecero delle prove sia Villa che Stano: fu preferito Villa, più
tradizionale e bonelliano (dal numero 42 si daranno il cambio). 26 Ottobre
1986: esce il numero 1, "L'alba dei morti viventi". Un paio di giorni
dopo il distributore chiamò: "L'albo è morto in edicola, un fiasco".
A Sclavi fu
tenuta nascosta la notizia, fino a quando, una settimana dopo, il distributore
telefonò ancora: "E' un boom, praticamente esaurito, forse dovremmo
ristamparlo".
Oggi, a oltre 20 anni di distanza, nelle vendite Dylan
Dog ha superato star del calibro di Mister No e Zagor, attestandosi al secondo
posto dopo il mito Tex.
Vero e proprio fenomeno di costume, l'indagatore
dell'incubo è apprezzato da tutte le fasce d'età, non solo quella giovanile,
come ci si aspetterebbe da un fumetto. Umberto Eco lo
ha definito "autorevole"; è stato citato sul "Corriere della Sera"
dal filosofo Giulio Giorello,
il quale, per consolarsi da una magra stagione letteraria, invitava i lettori a
dedicarsi a Dylan Dog.
Nel mondo tradizionalmente maschile del fumetto italiano
un'altra novità importante è costituita dall'interesse sempre più vasto e
crescente del pubblico femminile. Il dilagare della serie ha imposto alla
Bonelli dei "fuoriserie": gli "Speciali" estivi, la serie
dei "Dylan Dog & Martin Mystère", e gli "Almanacchi della
Paura". Le attenzioni maggiori vanno però all'albo mensile, curato in modo
maniacale da Sclavi stesso,
il cui sogno era creare in Italia il primo "fumetto d'autore"
che fosse anche popolare, a grande tiratura.
A grandi linee, il personaggio rispecchia il complesso
carattere del suo creatore (per sua stessa ammissione): un carattere chiuso, difficile
e ombroso.
Dylan Dog è un detective privato che si occupa solo di
casi "insoliti", in tutte le sfumature del termine. Ha poco più di
trent'anni, vive a Londra in una casa piena di gadget mostruosi e con un
campanello che invece del classico suono lancia un urlo agghiacciante. Ex
agente di Scotland Yard,
ha un passato misterioso. I suoi clienti sono tutti particolari, e tutti
accomunati dal fatto che nessuno crede ai loro eventi, tranne Dylan Dog stesso,
l'unico in grado di ascoltarli e aiutarli.
Non è un eroe nell'accezione classica del termine: ha
paura, molto spesso risolve i casi parzialmente, è contraddittorio, ha sempre
dubbi su se stesso e sul mondo, nonostante questo è sempre pronto a lanciarsi
nell'ignoto, nella speranza di comprenderlo a fondo. Ama la musica e suonare il
clarinetto ("Il trillo del diavolo", di Tartini), non fuma, non beve
(benchè sia un ex alcolista), è vegetariano, animalista ed ecologo, fautore
della non-violenza. Tutti tratti del carattere che, insieme a quelli più scuri,
impongono la visione di un uomo, in definitiva, in forte difficoltà con la
maggior parte del mondo, ma soprattutto con se stesso, incapace di avere un
rapporto stabile con una donna o instaurare un rapporto sociale soddisfacente,
ma con la forza di andare avanti per la proprio strada, confortato dalle
amicizie del suo vecchio superiore a Scotland Yard,
l'ispettore Bloch, e da quella del suo strampalato assistente, vera e proprio
spalla comica, esperto nel lancio della pistola, ed ancora di più in battute
agghiaccianti e freddure tremende, che molto spesso propina ai clienti del suo
capo, facendoli scappare.
Fenomeno di costume, abbiamo detto. Si, senza dubbio
(Dylan Dog ha anche "partecipato" a molte campagne contro la droga e
l'abuso di alcol), ma anche alter-ego del suo creatore, che è riuscito davvero
nell'impresa di realizzare un fumetto d'autore,
che non sia solo per bambini, ma che riesca a far pensare e riflettere sui
giorni nostri, e soprattutto di vincere, col suo milione di copie vendute al
mese, lo strapotere dei manga giapponesi.
Dopo anni in cui se ne parlava, finalmente nel 2011
esce al cinema "Dylan Dog - Il film" (Dylan Dog: Dead of Night)
lungometraggio diretto da Kevin Munroe in cui la figura protagonista è
interpretata da Brandon Routh.
https://biografieonline.it/biografia-dylan-dog
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