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martedì 6 dicembre 2016

Lo Sapevate Che: Tutte le case saranno davvero green, ma dal 2021...



In Italia l’edilizia è sempre più green. Sono 1,251 i comuni che hanno modificato i propri regolamenti per introdurre parametri sostenibili nel settore delle costruzioni. Si tratta del 15,6 per cento dei comuni italiani, 24 milioni di abitanti concentrati soprattutto al Centro Nord. Un cambio di passo importante, fotografato dal primo rapporto su L’innovazione nell’ edilizia italiana curato dall’Osservatorio E-Lab di Legambiente e dal Consiglio nazionale degli architetti. I nuovi regolamenti hanno senz’altro alzato l’asticella delle presentazioni. Si punta sull’isolamento termico (1.038 comuni), sugli impianti fotovoltaici (1.037) o sul solare termico (994). Ma un edificio “sostenibile”, oltre a usare fonti rinnovabili per riscaldamento e acqua calda, dovrebbe garantire anche un risparmio idrico recuperando le acque piovane e reflue, dovrebbe essere isolato acusticamente e in alcuni casi avere giardini sui tetti per migliorare qualità e temperatura dell’aria. Per la costruzione, poi, si dovrebbero utilizzare materiali locali e riciclabili , applicare criteri antisismici e garantire piste ciclabili. “La strada da fare è ancora lunga" spiega Giuseppe Cappochin, presidente del Consiglio nazionale degli architetti, esperto di pianificazione. E una mano òa sta dando l’Europa. Dal 2021 (dal 2019 per gli edifici pubblici) in Italia si potranno costruire solo edifici a near zero Energy, ossia capaci di produrre acqua calda, riscaldamento e raffreddamento d’estate a energia quasi zero. Un aiuto arriva dagli eco bus, che però  “sono sfruttati poco al Sud, dove si lavora spesso in nero”. Per un salto di qualità, spiega Cappochin, “serve un cambio di prospettiva. I regolamenti devono essere il frutto di una strategia globale”. Con la crisi economica oggi in Italia si costruisce meno e si ristruttura di più. Oltre metà delle abitazioni ha più di 40anni e 5,5 milioni di edifici (comprese scuole, ospedali e edifici pubblici) si trovano in aree di classe 1 e 2 di rischio sismico, quelle più in pericolo. Questa potrebbe essere l’occasione per riqualificare il patrimonio edilizio. Ma non è facile. “Manca una regia nazionale in grado di ripensare le città, come avviene nel resto d’Europa”, insiste il presidente degli architetti.  In Francia si fanno interventi che “puntano ad avere nel 2050 città a misura d’uomo, con meno auto. In Italia si sta finanziando la riqualificazione delle periferie, ma sono interventi straordinari”. Eppure dopo il terremoto di Amatrice per la prima volta un governo ha parlato di un piano di lunga durata, “Casa Italia”: “Anche in questo caso manca una visione d’insieme”, insiste Cappochin. “Alcune di quelle zone si stavano spopolando già prima del sisma. Non basta ricostruire, bisogna intervenire per generare nuova economia. Altrimenti i fondi stanziati finiranno per rappresentare solo un dispendio di fondi pubblici”.
Paola Pentimella Testa – Economie – Il Venerdì di Repubblica – 2 Dicembre – 2016 -

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