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mercoledì 2 dicembre 2015

Lo Sapevate Che: Niente vaccino per due medici su tre e se non lo fanno loro...



Roma Lo consigliano caldamente, mettono in guardia anziani e famiglie sui rischi che si corrono a non farlo, ma quando tocca a loro, lo evitano. I medici non vanno d’accordo con il vaccino, soprattutto con quello contro l’influenza. In un periodo in cui si susseguono gli allarmi sul calo dei tassi di copertura in Italia, e spesso sono proprio i camici bianchi a promuovere nella popolazione l’uso di questi farmaci, ecco il paradosso: almeno due dottori su tre non si vaccinano. Se si considerano gli infermieri, la situazione è ancora peggiore, si scende infatti al 15 per cento di copertura. Eppure il personale sanitario è inserito nelle categorie a rischio”, nelle quali rientrano anche gli ultrasessantacinquenni e i bambini colpiti da particolari patologie. Per rispettare quanto stabilito nei piani vaccinali, all’interno degli ospedali e delle aziende sanitarie deve essere nominato un medico con il compito di diffondere questo tipo di prevenzione tra i colleghi. Evidentemente non basta, tanto che alcune Asl, come di recente ha fatto quella di Verona, avviano campagne straordinarie per convincere i loro professionisti. “Andrebbero bloccate le assunzioni di chi non è vaccinato o non ha intenzione di farlo” taglia corto Susanna Esposito, direttore di Pediatria al Politecnico Università di Milano e presidente di Waidid, associazione mondiale delle malattie infettive, che ha diffuso i dati sulla scarsa adesione alle campagne di prevenzione. Naturalmente il vaccino influenzale non ha niente a che fare con quelli somministrati in età pediatrica. Di solito a distribuirlo ci pensano i medici di famiglia, che cedono quotidianamente nei loro studi persone a rischio come  anziani e malati e, proprio per questo, sono tenuti a non diventare veicolo della malattia stagionale. “Tra i medici di base una certa sensibilità al tema c’è” spiega Esposito, “il grande problema è negli ospedali. Un cardiologo con l’influenza può contagiare soggetti particolarmente fragili come i cardiopatici che ha ricoverato nel suo reparto”. Poi ci sono i vaccini da età pediatrica. Per gli stessi motivi, i medici che seguono i bambini dovrebbero farli, se non sono già coperti. Cosa devono pensare i cittadini se i primi a non fare la prevenzione sono i dottori? “A volte dietro questo atteggiamento da parte dei medici c’è una semplice carenza di informazione. In questo settore spesso arrivano nuovi prodotti, non è detto che tutti gli operatori li conoscano. E, infatti, oltre a non vaccinarsi, magari li sconsigliano”.
Michele Bocci – Il Venerdì di Repubblica – 27 Novembre 2015 -

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