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giovedì 10 dicembre 2015

Lo Sapevate che: Il presepe è (anche) simbolo di laicità...



E’ Triste Il Presepe nelle mani di Salvini. Suona stonato “Tu scendi dalle ste…” sulle labbra della Gelmini. Fa sorridere l’ordine partito dal Viminale, firmato Alfano: a tutte le prefetture, urgente, allestite nei vostri uffici adeguata rappresentazione della natività, Gesù, Giuseppe e Maria più bue e asinello. Se non fosse vero, sembrerebbe la trama sgangherata dell’immancabile cinepanettone di fine anno. E’ invece un pezzo d’Italia post-Parigi, alla vigilia del Giubileo straordinario. La religione , o meglio alcuni dei simboli più popolari della tradizione cattolica, strumentalizzata a fini propagandistici. Tardocristiani in cerca di identità politica (e di voti), abili nello sfruttare le inquietudini di un Paese segnato dalle tensioni delle migrazioni di massa dall’Africa e dal Medio Oriente. La magia del Natale, il mistero della natività finiscono nel campo minato delle contrapposizioni: italiani/stranieri, cristiani/musulmani, noi/loro. Dove non c’è spazio né pace per gli uomini di buona volontà.(..). Non possiamo far finta della debolezza della però della debolezza della nostra elaborazione culturale tra chi in Italia ci è nato e chi l’ha scelta come terra d’adozione. Conviviamo con l’immigrazione da oltre vent’anni, prima dal disastrato Est comunista ora dal Mediterraneo in fiamme, ma l’affrontiamo sempre e solo come un fenomeno emergenziale, in bilico tra ordine pubblico e convenienza opportunistica. (..). L’Italia E’ Nazione Di Cultura antica e profonda; spiritualità e laicità ne innervano la storia; Pio IX e Mazzini, Togliatti e De Gasperi, visioni politiche contrapposte e pure destinate a realizzare quel che siamo; con tutte le nostre contraddizioni. Chi cerca fortuna o asilo qui da noi non può stupirsi della sovrabbondanza di chiese con l’enorme patrimonio artistico custodito (e spesso trascurato). Né può risentirsi se nelle scuole (ancor più spesso malridotte) compare un presepiuccio o un più consumistico albero di Natale. Anche se in verità il più delle volte a farsi scrupoli siamo proprio noi, confusi nell’approccio con l’Islam. Odiosamente arroganti o inutilmente timidi verso culture che non ci sforziamo di conoscere e approfondire. (..). Non Sappiamo Difendere la nostra laicità, figlia di un percorso accidentato e forse mai concluso. Né conserviamo adeguata memoria delle nostre tradizioni cristiano-giudaiche che andrebbero difese proprio in nome di una piena e totale laicità. Ignazio Silone, socialista senza partito, cristiano senza chiesa, separava così i valori spirituali dalle diffuse pratiche terrene di corruzione. Purtroppo sempre attuali come il nostro Fittipaldi e Nuzzi di Mediaset hanno disvelato con i loro libri “Avarizia” e “Via Crucis” (..). Anche la chiesa di Francesco sembra prefigurare qualcosa di diverso, schierata contro lussi e privilegi del clero, capace di parlare a chi ha il dono della fede e a chiunque abbia un altro credo. Ai pellegrini di verità e ai mendicanti di speranza. Le statuine del presepe ci ricordano tutto ciò. Un viaggio antico mai giunto al termine.
Luigi Vicinanza – Editoriale www.lespresso.it -@vicinanzal – 10 Dicembre 2015 -

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