Abbiamo un’abitudine antichissima e
piacevole, che però oggi è diventata un fardello per il pianeta: masticare
pezzi di gomma. “E’ da almeno cinquemila anni che lo facciamo. A Kierikki, in
Finlandia, nel 2007 sono state trovate rudimentali “gomme masticate” risalenti
al Neolitico: sono composte da una specie di catrame ottenuto dalla ninfa della
betulla, che veniva ammorbidito masticandolo. Servivano a fissare le punte al
corpo delle frecce, ma pare avessero anche un ruolo sociale: l’archeologa Leena
Lehtinen, notando che molte di queste “gomme neolitiche” si trovavano nei
luoghi usati per il fuoco, ipotizza che masticarle fosse anche uno svago mentre
si raccontavano storie”. A parlare è Andrw Nisker, regista canadese autore del
documentario The Dark Side of the Chew
(Il lato oscuro del masticare), preciso atto d’accusa sull’impatto ambientale
delle gomme (nel 2007 aveva diretto Garbage,
sull’eccesso di produzione di immondizia domestica). Il documentario sarà
proiettato giovedì 8 ottobre alle 18 al Cinema Massimo di Torino nel corso
della diciottesima edizione del festival Cinemambiente (il programma su www.cinemambiente.it). “Il fatto è che abbiamo iniziato a masticare
nel Neolitico, e non abbiamo più smesso” dice Andrew Nisker. Oggi si producono
560 mila tonnellate di gomme l’anno, “ sono il secondo rifiuto più diffuso,
dopo i mozziconi di sigaretta. Il costo per rimuoverle è circa 10volte il costo
del prodotto. Una stima parla di un miliardo di dollari all’anno spesi
globalmente per la ripulitura. Il problema è che una volta rimosse, finiscono
nelle fogne e da lì nel mare. E, oltre alle gomme, anche le confezioni
diventano spazzatura, in molti casi non riciclabile. E’ L’unico alimento che
diventa al cento per cento rifiuto”. Per molti masticare è diventata
un’abitudine automatica, grazie anche a campagne pubblicitarie formidabili:
negli anni Trenta Beech Gun coinvolse un mito americano come l’aviatrice Amelia
Earhart nelle sue pubblicità, e William Wrigley, il Ford delle gomme, fu il
primo inserzionista pubblicitario a Times Square. La gomma da masticare è così
onnipresente da essere, paradossalmente, invisibile. “Pochi sanno che le
macchie scure che vediamo sui marciapiedi sono causate dalle gomme. E che
quello che oggi mastichiamo non è un prodotto naturale, ma un polimero derivato
dal petrolio, che non si biodegrada mai: è a tutti gli effetti una forma di
inquinamento da plastica. A rendere le gomme elastiche è il poliisobutene,
usato anche per lubrificare i motori delle navi, e dannoso quando viene
rilasciato in mare”. Di certo quando compriamo gomme preferiamo tutti pensare
ai tanto sbandierati benefici: “Che ci sono, in realtà, ma non sono esclusivi
della gomma: gli psicologi hanno visto che l’atto del masticare può virare al
positivo il nostro umore, però non siamo obbligati a masticare plastica. Inoltre
le gomme possono migliorare l’igiene dei denti, ma solo quelle che contengono
xilitolo (un dolcificante estratto da
betulle, fragole, lampone, ndr) possono inibire la crescita di alcuni dei
batteri che causano la carie, e lavarsi i denti comunque meglio”.
Giuliano Aluffi – Scienze – Il Venerdì di Repubblica 2
ottobre 2015
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