La crescita della popolazione e delle attività
economiche nella capitale dell'Impero britannico aveva alimentato, nella prima
metà del XIX secolo, un rapido sviluppo delle linee ferroviarie. Ciononostante,
permanevano forti disagi negli spostamenti, in particolare tra i capolinea e il
centro cittadino o tra i primi e la periferia, distanziati tra loro da diversi
chilometri.
Di qui, nel 1851, si arrivò al progetto di una
nuova linea ferroviaria, che corresse lungo la valle del fiume Fleet e
migliorasse i collegamenti tra i due grandi capolinea di Paddington e
King’s Cross. Tra intoppi e ripensamenti, partirono i lavori ma durarono più
del previsto per i numerosi ostacoli di natura tecnica legati alla complessità
dell'opera, che rendeva inadeguati i mezzi a disposizione. Per realizzarla si
dovette ricorrere alla manodopera di migliaia di operai e all'abilità dei
migliori ingegneri del paese, diretti da John Flower.
Finalmente giunse il giorno dell'inaugurazione.
La cerimonia in grande stile, alla presenza della regina Vittoria,
fu presieduta dal primo ministro William Gladstone, che alle 10 del
mattino prese posto nel primo treno messo in funzione, cui ne seguirono altri a
intervalli di dieci minuti, per un totale di 41mila passeggeri giornalieri.
Il convoglio, trainato da una locomotiva a
vapore e composto da vagoni aperti, procedeva lungo un tragitto che solo in
minima parte era sotterraneo e che copriva una distanza di sei chilometri e
mezzo, collegando le tre grandi stazioni di Paddington, Houston e King's Cross.
L'entusiasmo della gente fu di tale portata che
sulla stampa si parlò di «nuova era del trasporto urbano». Non
tutto però funzionava al meglio. L'inconveniente più grave era legato
all'utilizzo della locomotiva a vapore, che all'interno delle gallerie creava
notevoli addensamenti di fumo, molto più che fastidiosi per i viaggiatori. La
situazione migliorò solo con l'introduzione, nel 1905, della motrice a trazione
elettrica.
In generale, il XX secolo portò a importanti
innovazioni e a un potenziamento della linea che cominciava a prendere la sua
forma attuale. In quel periodo, i londinesi iniziarono a chiamare il treno
sotterraneo the tube (soprannome ancora in uso), per la
caratteristica forma tubolare dei tunnel, che influenzò successivamente la
scelta del caratteristico logo (un disco rosso attraversato da una barra
orizzontale di colore blu, recante la scritta "underground").
L'introduzione di quest'ultimo avvenne in
conseguenza della nascita di un sodalizio tra le diverse imprese che gestivano
la rete metropolitana, accompagnata da un'operazione di marketing che accanto
al logo vide comparire le prime mappe delle diverse linee.
La rivoluzione underground cominciò
nel frattempo a varcare i confini britannici, approdando inizialmente a New
York nel 1870 e, prime tappe europee, a Parigi e Mosca (rispettivamente nel
1900 e nel 1935). In Italia si dovette aspettare il 1955, con l'inaugurazione
della linea B della Metropolitana di Roma.
Attualmente la metropolitana di Londra, con i
suoi 402 Km di linea autonoma collegati a 274 stazioni, è la più estesa
d'Europa e seconda al mondo (dopo quella di Shangai) per dimensioni.
http://www.mondi.it/almanacco/voce/55013
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