Comincia
così Il giro del mondo in 80 giorni di Jules Verne,
uno dei romanzi più celebri nella storia della letteratura d'avventura, da cui
ebbe origine una nuova concezione del viaggio, antesignana del moderno concetto
di turismo.
In dieci anni di attività, lo scrittore francese, originario di Nantes, aveva
già strabiliato i suoi lettori con appassionanti avventure tra scienza e
immaginazione. Dal romanzo d'esordio Cinque settimane in pallone al
capolavoro Ventimila leghe sotto i mari, l'idea del viaggio come
scoperta di nuovi mondi e insieme impresa straordinaria, spesso oltre i limiti
delle umane possibilità, era stato fin qui il leitmotiv delle
sue storie.
Il contesto storico, del resto, alimentava questo spirito d'avventura: si era
nel pieno dell'Età dell'imperialismo, con le grandi potenze a
contendersi pezzi di continenti, ricchi di risorse e strategici nelle rotte
commerciali. Accanto a ciò, nel 1870 era avvenuto qualcosa che probabilmente
aveva lasciato il segno nell'immaginario di Verne. L'imprenditore
americano George Francis Train, specializzato nella costruzione di
linee ferroviarie, aveva compiuto il giro del globo in treno e la sua impresa
era stata esaltata da radio e giornali.
Esattamente tre anni dopo venne dato alle stampe Il giro del mondo in
80 giorni. Protagonista della storia è Phileas Fogg, un ricco
signore londinese, riservato e dall'aria enigmatica, amante esasperato della
puntualità e della regolarità. La sua pignoleria è tale che arriva a licenziare
il suo vecchio domestico, colpevole di avergli portato l'acqua per la barba a
una temperatura di 29° centigradi invece di 30°.
La medesima regolarità caratterizza la sua quotidianità, che trascorre tra
partite a carte e pranzi all'esclusivo Reform Club, di cui è socio.
La mattina del 2 ottobre, leggendo il Daily Telegraph apprende
della rapina alla Banca d'Inghilterra e dell'apertura di una linea ferroviaria
in India che, secondo l'articolista, permetterebbe di completare il giro del
mondo in 80 giorni.
Ne nasce una sfida con gli altri soci che sono pronti a scommettere 20mila
sterline che l'impresa è impossibile. Fogg accetta la scommessa e si dice
pronto a dimostrare in prima persona il contrario, sapendo di giocarsi metà del
suo patrimonio.
Parte la sera stessa insieme al nuovo cameriere Jean Passpartout,
che si rivelerà un valido e fidato compagno di viaggio, e promette di ritornare
a Londra entro sabato 21 dicembre. Inizia un viaggio che tra mille difficoltà
ed insidie lo porta da Calcutta a New York, passando per Hong Kong. A mettergli
i bastoni tra le ruote c'è l'inviso ispettore di Scotland Yard, Fix,
il quale, ingannato dalla somiglianza con l'identikit, individua in Fogg il
rapinatore della Banca d'Inghilterra e gli si mette alle calcagna lungo tutto
il cammino.
Il romanzo ebbe un impatto immediato sul pubblico e fu fonte d'ispirazione per
numerose imprese che di lì a poco fiorirono. Il primo tentativo fu della
giornalista Nellie Bly che ripercorse le tracce del
personaggio immaginario di Verne, portando a termine il giro in 72 giorni.
Tanti altri dopo di lei presero a viaggiare per il mondo, in treno o con i
mezzi più improvvisati (come la bicicletta), inaugurando quel fenomeno
dei globetrotters che ebbe il suo periodo d'oro nel primo
trentennio del XX secolo.
Furono innumerevoli le trasposizioni del romanzo dal cinema alla televisione.
Tra i film di maggior successo, quello diretto da Michael Anderson nel 1956 e
con David Niven nel ruolo di Fogg, si aggiudicò cinque Oscar
su un totale di otto nomination. Molto popolare tra i giovanissimi la serie
animata Il giro del mondo di Willy Fog, una coproduzione
nipponico-spagnola, trasmessa in Italia per la prima volta nel 1987.
http://www.mondi.it/almanacco/voce/118011
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