“Quando ci si vuol regolare su una persona, bisogna
somigliarle in quel che ha di buono.” Molière
La vocazione per il palco
Drammaturgo e attore teatrale francese, il vero nome
di Molière è Jean-Baptiste Poquelin. Nato a Parigi il 15 gennaio 1622 assumerà
lo pseudonimo all'età di ventidue anni. Il padre Jean era un tappezziere e un
artigiano di classe agiata; la madre Marie Cressé morì quando il figlio aveva
solamente dieci anni. Nel 1633 il padre si sarebbe risposato con Catherine
Fleurette, morta poi tre anni più tardi.
L'infanzia del piccolo Jean-Baptiste è quindi segnata
da lutti ed inquietudini, che però spiegano solo in parte il fondo di tristezza
del suo umore e la rarità dei ruoli materni nella sua futura opera teatrale.
Nella fanciullezza sono invece fondamentali la vivacità popolare, l'animazione,
il rumore, l'accanito lavoro oltre agli spettacoli, con i quali da piccolo
sarebbe stato ogni giorno a contatto grazie alla passione trasmessagli da Louis
Cressé, l nonno materno, che spesso lo portava all'Hotel de Bourgogne e al Pont
Neuf, per assistere alle rappresentazioni dei comici italiani e alle tragedie
dei comédien.
Vissuto a lungo nel quartiere parigino di Halles, il
vivace spirito del futuro Molière qui fa conoscenza della varietà della realtà
umana. La condizione sociale del padre gli permette di frequentare scuole molto
più prestigiose di quelle destinate ai figli degli altri commercianti. Tra il
1635 e il 1639 compie i suoi studi al Collège de Clermont, collegio di gesuiti,
considerato il migliore della capitale e frequentato da nobili e ricchi
borghesi. Qui studia la filosofia, il latino e impara ad avere una perfetta
padronanza della retorica.
Nel 1637 presta giuramento come futuro erede della
carica di tappezziere del re, prima di lui ricoperta dal padre.
Nel 1641 porta a termine gli studi di diritto, e
diviene avvocato. Comincia a frequentare gli ambienti teatrali, conosce il
famoso Scaramuccia Tiberio Fiorilli e intrattiene una relazione con la
ventiduenne Madeleine Béjart, giovane attrice rossa di capelli, già madre di un
figlio avuto dalla precedente relazione con il Barone di Modène Esprit de
Raymond de Mormoiron. Con l'aiuto di tale donna colta e capace di condurre con
intelligenza i propri affari, leale e devota, organizza una compagnia teatrale
che servirà a Molière per capire la propria vocazione di attore.
Il 6 gennaio dell'anno 1643 Molière rinuncia alla
carica di tappezziere reale. Il mese successivo Madeleine dà alla luce Armande
Béjart, la quale diverrà in futuro sposa del drammaturgo. Il 30 giugno firma il
contratto per costituire una troupe teatrale di dieci membri chiamata
l'"Illustre Théâtre", di cui facevano parte Madeleine Béjart, in
qualità di prima attrice, il fratello Joseph e la sorella Geneviève.
La piccola compagnia prende in affitto il "Jeu de
Paume des Métayers" (sala dei mezzadri) di Parigi, e nell'attesa della
conclusione del lavori per adattare la sala alle rappresentazioni teatrali, si
stabilisce a Rouen, inscenando spettacoli di ogni tipo, dalle tragedie alle
farse. Il primo giorno di gennaio del 1644 l'"Illustre Théatre"
debutta a Parigi: il pubblico non apprezza il gruppo di artisti e in breve
iniziano ad accumularsi debiti, fino ad arrivare all'arresto di Molière per
insolvenza. Nel 1645 la compagnia si scioglie. Una volta tornato in libertà
grazie all'interessamento del padre e di Madeleine, Molière assieme ad alcuni
membri della compagnia abbandonano la capitale francese per iniziare la
carriera di attori ambulanti.
Negli anni tra il 1645 e il 1658 lavora con i suoi
compagni assieme alla compagnia di Charles Dufresne, rinomata e finanziata dal duca
di Epernon, governatore della Guienna. Nel 1650 Molière ottiene la direzione di
una troupe e inizia a rappresentare lavori teatrali a Pézenas (dove ogni anno
si tengono gli Stati della Linguadoca) e nel sud della Francia. La compagnia,
ormai ben affermata, a partire dal 1652 inizia ad avere un pubblico regolare a
Lione.
Durante questo girovagare Molière approfondisce la
conoscenza degli ambienti di provincia, ma soprattutto impara il mestiere di
attore, impara a capire i gusti del pubblico e le sue reazioni. In questo
periodo inizia inoltre a scrivere alcune farse e due commedie: "Lo
stordito" (L'Etourdi), commedia di intrigo rappresentata a Lione nel 1655
e "Il dispetto amoroso" (Le dépit amoureux) rappresentata a Narbona
nel 1656.
Dopo un soggiorno a Rouen con la sua compagnia, la
Troupe de Monsieur, nome accordatole da Filippo d'Orléans, torna a Parigi nel
1658.
Il 24 ottobre 1658 la compagnia recita davanti a
re Luigi XIV,
il quale si entusiasma solo con la farsa "Il dottore amoroso" (Le
Docteur amoureux), scritta dallo stesso Molière (il testo dell'opera sarebbe
stato ritrovato e pubblicato solo nel 1960).
La compagnia in seguito viene autorizzata ad occupare
il teatro del Petit-Bourbon, alternandosi con la troupe degli Italiani; quando
nel 1659 gli Italiani lasciano il teatro, questo rimane a completa disposizione
di Molière. Inizia così a mettere in scena delle tragedie, che ottengono
tuttavia scarsi successi.
Scrive poi l'opera "Don Garcia de Navarre"
che non sarebbe stata né una tragedia né una commedia, incentrata sul tema
della gelosia: la rappresentazione è un vero fiasco. Molière capìsce che la sua
vera aspirazione è la commedia: in questo genere eccelle già con la sua prima
opera "Le preziose ridicole" (Les précieuses ridicules), nel 1659. In
questa farsa mette in luce gli effetti comici di una precisa realtà contemporanea,
le bizzarrie tipiche della vita mondana e ne ridicolizza le espressioni ed il
linguaggio. Nonostante l'interruzione delle rappresentazioni per motivi
politici e sociali, non si fermano gli inviti a
corte e nelle case dei grandi signori.
Nel 1660 arriva il grande successo di "Sganarello
o il cornuto immaginario". Nel frattempo viene demolito il salone
Petit-Bourbon, ma il re fa prontamente assegnare alla compagnia la sala del
Palais-Royal; così nel mese di giugno arriva la prima presentazione de "La
scuola dei mariti" (École des maris). In questa commedia attraverso le
buffonerie, vengono ancora presentati problemi gravi e scottanti come
l'educazione dei figli e la libertà da concedere alle mogli.
In onore di una festa offerta a Luigi XIV,
in quindici giorni Molière scrive e mette in scena la commedia "Gli
importuni" (Fâcheux).
Il 20 febbraio 1662 sposa Armande Béjart,
ufficialmente sorella, ma quasi sicuramente figlia di Madeleine. Anche Armande
entra a far parte della troupe.
In dicembre viene rappresentata "La scuola delle
mogli" (École des femmes) che in termini di successo e valore supera tutte
le commedie precedenti.
L'opera porta tuttavia Molière allo scontro con i
rigoristi cristiani, tanto che passa un anno intero, il 1663, occupato a risolvere
la querelle de "La scuola delle mogli". Il 12 maggio 1664 mette in
scena "Tartufo o l'Impostore".
Ispirandosi ad "Aulularia", commedia in
prosa di Tito Maccio Plauto, e prendendo spunti anche da altre commedie
("I suppositi" dell'Ariosto;
"L'Avare dupé" di Chappuzeau, del 1663; "La Belle
plaideuse" di Boisrobert, del 1654; "La Mère coquette" di
Donneau de Vizé, del 1666), Molière tra il 1667 e 1668 scrive
"L'avaro" (L'Avare ou l'École du mensonge). L'opera viene
rappresentata per la prima volta a Parigi, al Palais-Royal, il 9 settembre 1668
dalla "Troupe de Monsieur, frère unique du Roi" che è la compagnia di
Molière stesso, che in quell'occasione recita la parte di Harpagon.
Molière muore di tubercolosi il 17 febbraio 1673
mentre recita "Il malato immaginario";
prima di morire aveva recitato a fatica, coprendosi la tosse - si dice - con
una risata forzata. Da questa circostanza pare sia nata la superstizione di non
indossare il giallo in scena, in quanto Molière indossava un abito proprio
dello stesso colore.
Su intercessione del Re presso l'Arcivescovo viene
aggirato il divieto di inumazione cattolica per gli attori e commedianti che
all'epoca vigeva: Molière viene quindi sepolto nel cimitero di Saint-Eustache,
ma ad una profondità di più di quattro piedi, misura che fissava l'estensione
in profondità della terra consacrata. Oggi la tomba di Molière si trova nel
noto cimitero parigino di Père-Lachaise, proprio accanto alla tomba di Jean de La Fontaine.
Mentre era in vita l'Accademia di Francia non accettò
mai Molière tra gli immortali, perché il commediante, ancora definito guitto,
era considerato culturalmente inferiore. L'Accademia avrebbe riparato in
seguito dedicandogli una statua con l'iscrizione "Nulla mancò alla sua
gloria, Egli mancò alla nostra".
Molière può essere considerato a tutti gli effetti il
precursore di quel rinnovamento teatrale che comincerà ad esprimersi
compiutamente solo un secolo dopo, con Carlo
Goldoni, fino a raggiungere la piena maturità
nel teatro di Anton
Cechov. Anche l'italiano Dario
Fo indicherà Molère tra i suoi maestri e
modelli.
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