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sabato 14 gennaio 2023

Lo Sapevate Che: La nascita del giornale “la Repubblica” di Eugenio Scalfari: Nell'Italia degli anni di Piombo debutta in edicola il quotidiano la Repubblica, che fin dal primo numero si propone di far riflettere sui fatti, più che raccontarli. La sua portata innovatrice nel formato e nel linguaggio lo porta a scrivere una pagina importante del giornalismo italiano, di cui è ancora oggi tra le voci più autorevoli.

 

Approfondimento

o   Gli anni Ottanta e la nascita dei supplementi

o   La nascita di Repubblica.it

o   Le Rubriche

o   Le edizioni locali

Il giornale italiano “la Repubblica” nacque nel 1976 da una intuizione del suo fondatore Eugenio Scalfari

Il quotidiano la Repubblica nasce a Roma il 14 gennaio 1976 dall’intuizione di Eugenio Scalfari, già direttore de “L’Espresso” con lo scopo di fare di “Repubblica” un quotidiano che includesse in sé uno spirito moderno. Uno spirito proprio dei settimanali, grandi laboratori del linguaggio giornalistico italiano, dalla narrazione leggera e romanzata, tipici degli anni Cinquanta e Sessanta.

la Repubblica - giornale - primo numero - 1976

 

 

la Repubblica, il primo numero del 14 gennaio 1976

Il debutto in edicola

Così, a metà del mese di gennaio del 1976, il nuovo quotidiano debutta in edicola. “la Repubblica” è una testata che si presenta come quotidiano di approfondimento, dichiaratamente di sinistra, che esce in edicola dal martedì alla domenica. Il suo è un formato più piccolo, cioè è un tabloid, composto da una foliazione di 20 pagine circa, con l’inconsueta novità della terza pagina, che è riservata al paginone centrale.

Lungimirante l’intuizione dei titoli: si trasforma sia nel formato sia nel lessico, con caratteri bodoniani, quindi i caratteri con le grazie, che differiscono dai bastoni utilizzati dagli altri quotidiani. Altra differenza: poiché i titoli sono più grandi, la lunghezza è di venti battute e di conseguenza nasce l’esigenza del gioco di parole, rendendo il titolo accattivante e d’impatto per il lettore.

L’imposizione di Eugenio Scalfari per i titoli è quella di dotarli di una loro metrica, ovvero renderli recitabili, cantabili. Un’altra novità riguarda la vignetta, inizialmente collocata nella pagina dei commenti, poi in prima pagina. Primo vignettista del nuovo giornale è Giorgio Forattini. La vignetta, priva di scritte, “doveva parlare da sola“. La scelta del nome della testata? Nasce invece dalla volontà di fare di “Repubblica” un giornale nazionale.

I primi successi: 1978

I primi veri successi di vendita arrivano dopo due anni dalla nascita, ossia nel 1978, quando Piero Ottone lascia il Corriere della Sera per entrare a far parte del quotidiano. È l’anno in cui l’Italia è sconvolta dal caso Moro e il quotidiano mostra una linea politica ferma e coerente, condannando la scelta della trattativa. Successivamente, nel 1979, arriva il pareggio di bilancio e una tiratura di 180.000 copie. Inoltre aumenta la foliazione e viene aggiunto lo sport.

Ciò fa de la Repubblica il rivale del Corriere: i due giornali si contenderanno a lungo il primato tra i giornali italiani. Nel 1985 il quotidiano vende in media 373.000 copie circa, superando La Stampa e aggiudicandosi il posto come secondo quotidiano d’Italia.

Gli anni Ottanta e la nascita dei supplementi

Negli anni Ottanta arrivano anche le prime strategie di vendita con i supplementi. Nasce nel 1986 il supplemento Affari & Finanza, poi, nel 1987 nasce Il Venerdì.

Nel 1986 per festeggiare i dieci anni dalla nascita e dalla prima uscita in edicola, esce l’opera Dieci anni 1976/1985. Si tratta di dieci fascicoli in carta patinata, uno per ogni anno di pubblicazione, che riproducono molti articoli originali.

A lanciare l’iniziativa editoriale è uno spot pubblicitario che ottiene un buon successo: protagonista è uno studente universitario che acquista il quotidiano in un’edicola. E ancora, dopo dieci anni, lo stesso giovane, diventato ormai uomo, stringe in mano il giornale, lo stesso, e si vede che nel frattempo ha fatto carriera, diventando il manager di una grande azienda.

Nel 1989 l’editore Carlo De Benedetti, diventa l’azionista di maggioranza della testata (attraverso la CIR – Compagnie Industriali Riunite).

Gli anni Novanta: Ezio Mauro diventa il nuovo direttore

Negli anni Novanta esce anche il numero del lunedì. La prima pagina diventa a colori. Ma la grossa novità è che Eugenio Scalfari lascia la direzione della testata a Ezio Mauro. Mauro con molta dignità e coerenza raccoglie il testimone, in un momento veramente difficile per il Paese e rende il quotidiano una testata nazionale.

Ezio Mauro aveva iniziato la sua carriera giornalistica nel 1972 collaborando con la Gazzetta del Popolo di Torino e occupandosi in particolare del terrorismo nero degli anni di piombo.

La nascita di Repubblica.it

Nel 1996 nasce anche il sito web, in versione sperimentale, proprio in occasione delle elezioni politiche di aprile. Un anno dopo, il quotidiano lancia il sito web ufficiale della testata giornalistica: repubblica.it, che in poco tempo diventa il più importante sito di informazione italiana. È il 14 gennaio 1997 e ad annunciare l’arrivo ufficiale del giornale telematico è Eugenio Scalfari.



Gli anni Duemila: Repubblica si rinnova con le pagine a colori

Negli anni Duemila ‘Repubblica’ continua a rinnovarsi. Viene inserito il colore in ogni pagina ed escono i supplementi mensili XL e Velvet. Con Ezio Mauro nascono una serie di iniziative Repubblica Radio Tv, che ha anche una diretta televisiva.

Le Rubriche

Nascono e si diffondono con successo nuove rubriche: L’amaca curata da Michele Serra dove commenta un fatto del giorno. Bonsai a cura di Sebastiano Messina che con ironia commenta i fatti politici recenti. Carta canta sul sito Repubblica.it di Marco Travaglio che punta a mostrare le incongruenze di personaggi politici, mettendo a confronto vecchie e nuove dichiarazioni. E poi: la Notte dei Gufi e Scalfari risponde per rispondere ai lettori, poi chiusa nel 2006.

Le edizioni locali

Il quotidiano la Repubblica ha realizzato in dieci diverse località d’Italia le edizioni locali. Esse sono: Bari, Bologna, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Parma, Roma e Torino.

Gli anni 2010

Tra i più importanti cambiamenti di questi anni vi è il nuovo cambio di direttore, nel 2016. Ezio Mauro lascia la direzione del quotidiano italiano al nuovo direttore Mario Calabresi, figlio del commissario Luigi Calabresi, assassinato nel 1972, quando il piccolo Mario aveva solo due anni.

Calabresi rassegna le dimissioni all’inizio del mese di febbraio 2019 per scelta degli editor cedendo il testimone a Carlo Verdelli. Questi guida la testata fino al mese di aprile 2020, quando – nel pieno dell’emergenza coronavirus covid-19, lascia il posto a Massimo Giannini.

https://cultura.biografieonline.it/la-repubblica-giornale/

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