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mercoledì 25 gennaio 2023

Lo Sapevate Che: Giorgio Gaber: Il pubblico italiano lo chiamava affettuosamente il Signor G (dal nome del suo alter ego teatrale), per i critici è stato l'ultimo intellettuale di una generazione ormai estinta, un artista a tutto tondo in grado di dare il meglio di sé con il rock e con la scrittura teatrale, in TV o su un palcoscenico.


Biografia

Il vero nome di Giorgio Gaber è Giorgio Gaberscik. Nasce a Milano il giorno 25 gennaio 1939.

Giovinezza, studi e prime esibizioni

Adolescente, per curare il braccio sinistro colpito da paralisi, a 15 anni inizia a suonare la chitarra.

Dopo aver conseguito il diploma in ragioneria frequenta la facoltà di Economia e Commercio alla Bocconi pagandosi gli studi con i guadagni provenienti da alcune serate. Suona sovente al Santa Tecla, famoso locale milanese.

Qui conosce Adriano CelentanoEnzo Jannacci e Mogol; quest'ultimo lo invita alla casa discografica Ricordi per un'audizione: è lo stesso Nanni Ricordi a proporgli di incidere un disco.

La carriera discografica

Comincia così una brillante carriera per Giorgio Gaber. Tra i primi brani pubblicati c'è "Ciao, ti dirò", scritta con Luigi Tenco. Sono degli anni successivi le indimenticabili:

  • "Non arrossire"
  • "Le nostre serate"
  • "Le strade di notte"
  • "Il Riccardo"
  • "Trani a gogò"
  • "La ballata del Cerruti"
  • "Torpedo blu"
  • "Barbera e champagne".

È attratto dalla musica e soprattutto dai contenuti degli chansonniers francesi, della Rive gauche di Parigi. In questi anni afferma:

Il mio maestro è stato Jacques Brel.

Gli anni '60

Nel 1965 sposa Ombretta Colli. Partecipa inoltre a quattro edizioni del Festival di Sanremo:

  • "Benzina e cerini" nel 1961;
  • "Così felice", 1964;
  • "Mai mai mai Valentina", 1966;
  • "E allora dai", 1967

Gaber conduce poi vari spettacoli televisivi; nell'edizione 1969 di "Canzonissima" propone "Com'è bella la città", uno dei primi brani che lasciano intravedere il successivo cambio di passo.

Giorgio Gaber e il teatro

Nello stesso periodo, il Piccolo Teatro di Milano gli offre la possibilità di allestire un recital, "Il signor G", il primo di una lunga serie di spettacoli musicali portati in teatro. Giorgio Gaber sulla scena alterna canzoni a monologhi: trasporta così lo spettatore in una atmosfera che sa di:

  • sociale,
  • politica,
  • amore,
  • sofferenza,
  • speranza.

Tutto ciò è condito con un'ironia tutta particolare, che smuove sì le risate ma anche la coscienza.

Credo che il pubblico mi riconosca una certa onestà intellettuale. Non sono né un filosofo né un politico, ma una persona che si sforza di restituire, sotto forma di spettacolo, le percezioni, gli umori, i segnali che avverte nell'aria.

Alcuni dei suoi lavori più significativi sono:

  • Far finta di essere sani (1972)
  • Libertà obbligatoria" (1976)
  • Polli d'allevamento (1978)
  • Il grigio (1989)
  • E pensare che c'era il pensiero (1995)
  • Un'idiozia conquistata a fatica (1998)

Gli ultimi anni

Dopo gli album dedicati esclusivamente alla registrazione integrale dei suoi spettacoli, Giorgio Gaber torna al mercato discografico ufficiale con l'album "La mia generazione ha perso" (2001) che include il singolo "Destra-Sinistra": ironico, con le solite graffianti insinuazioni, è un brano decisamente attuale, visto il periodo pre-elettorale in cui esce. A ben vedere lo è ancora, dopo oltre 20 anni.

Giorgio Gaber muore il 1° gennaio del 2003, all'età di 63 anni, stroncato da una lunga malattia. Si spegne nella sua villa di Montemagno di Camaiore, in Versilia, dove si trovava per trascorrere il Natale accanto alla moglie e alla figlia Dalia Gaberscik.

Il 24 gennaio dello stesso anno esce, quasi come un testamento artistico, "Io non mi sento italiano", l'ultimo lavoro dell'indimenticabile artista.

Nel 2010 esce una sua autobiografia illustrata ("per parole e immagini") dal titolo "L'illogica utopia".

Di lui Vincenzo Mollica ha detto:

Gaber è stato uno dei più grandi artisti che abbia mai intervistato. E uno dei pochi che ho amato.

 

https://biografieonline.it/biografia-giorgio-gaber

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