La processione era partita dal Palazzo
delle Tuileries, da quel momento elevata al rango di residenza imperiale, e
da qui aveva sfilato tra la folla festante fino alla storica cattedrale gotica,
dove ad attendere il futuro imperatore c'era papa Pio VII.
Quest'ultimo assistette al rituale senza potervi partecipare direttamente, per
espressa volontà del sovrano che, con il gesto di autoincoronazione,
volle ribadire la propria superiorità su qualsiasi altra autorità.
Successivamente il pontefice chiese se aveva intenzione di agire in difesa
della fede cattolica e di assicurare pace e giustizia nel suo regno, cui
Napoleone rispose con la formula latina del «Profiteor»,
"prometto". Un rituale che rompeva decisamente con la tradizione
dell'ancien regime, a cominciare dalla scelta di Notre Dame in luogo
della cattedrale di Reims, fino a quel momento sede ufficiale delle
incoronazioni.
L'evento storico fu reso immortale dal meraviglioso dipinto del pittore
neoclassico Jacques-Louis David, oggi conservato al museo del
Louvre di Parigi. Nella vita di Napoleone, l'incoronazione rappresentò il punto
d'arrivo di una carriera fulminea, iniziata scalando rapidamente tutta la
gerarchia militare, fino a ritrovarsi alla guida del popolo francese, con il
titolo di primo console, dopo il rovesciamento del governo rivoluzionario.
L'opera di pacificazione dell'Europa, ottenuta soprattutto
attraverso i successi militari sull'Impero austriaco, aprì la strada alla
nascita della nuova dinastia imperiale, che adottò come insegna ufficiale
l'aquila in volo, resa celebre dal Sacro Romano Impero.
A un anno di distanza dall'incoronazione, nello stesso giorno, Napoleone
conseguì la vittoria militare di maggior prestigio: la battaglia di
Austerlitz, in cui ebbe la meglio su austriaci e russi, dimostrando tutta
la sua abilità di stratega.
http://www.mondi.it/almanacco/voce/16174
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