“Se non posso essere normale voglio essere
un'eccezione, un artista eccezionale.” Michel Petrucciani
Sensibili tocchi
inconfondibili
Michel Petrucciani nasce a Orange (in Francia) il
giorno 28 dicembre 1962; di origini italiane, il nonno era di Napoli, mentre il
padre Antoine Petrucciani, meglio conosciuto come Tony, era un rinomato
chitarrista jazz, dal quale il piccolo Michel assorbe subito la passione per la
musica.
Fin da bambino impara a suonare la batteria ed il
pianoforte; si dedica dapprima allo studio della musica classica e solo
successivamente al genere prediletto del padre, il jazz, dalla cui collezione
di dischi può attingere in modo ampio per prendere ispirazione.
Dalla nascita è colpito da una malattia genetica
chiamata osteogenesi imperfetta, nota anche come "Sindrome delle ossa di
cristallo", per la quale le ossa non crescono, costringendolo a un'altezza
inferiore al metro. Considerata la splendida carriera, i riconoscimenti
ricevuti, ma soprattutto il carattere forte, combattivo e allo stesso sensibile
di Michel, si può capire quanto straordinaria è stata in vita la sua voglia di
riuscire, superando le difficoltà che la malattia comportava.
La prima esibizione in pubblico di Michel Petrucciani
arriva quando ha solo tredici anni: la sua carriera di musicista professionista
prende il via solo due anni dopo, quando coglie l'occasione di suonare con il
batterista e vibrafonista Kenny Clarke, con cui Michel registra il suo primo
album a Parigi.
Dopo un tour francese in cui accompagna il
sassofonista Lee Konitz, nel 1981 Petrucciani si trasferisce a Big Sur, in
California, dove viene notato dal sassofonista Charles Lloyd, che lo invita a
diventare membro del suo quartetto per tre anni. Questa collaborazione vale al
jazzista francese il prestigioso "Prix d'Excellence".
Michel è un musicista e un uomo sensibile e le sue
straordinarie doti musicali così come quelle umane gli permettono di lavorare
anche con musicisti del calibro di Dizzy Gillespie,
Jim Hall, Wayne Shorter, Palle Daniellson, Eliot Zigmund, Eddie Gomez e Steve
Gadd.
Petrucciani considera il suo disagio fisico un
vantaggio, tale da permettergli di dedicarsi completamente alla musica. Per
suonare deve necessariamente utilizzare un particolare dispositivo, realizzato
dal padre quando Michel era giovane, che consiste in un parallelogramma
articolato, che gli permette di raggiungere i pedali del pianoforte.
Tra i numerosi riconoscimenti che Michel ha ricevuto
durante la sua purtroppo breve carriera, si possono ricordare l'ambitissimo
"Django Reinhardt Award", la nomina di "miglior musicista jazz
europeo", quest'ultimo da parte del Ministero della Cultura Italiano, e
la Legion d'Onore nel
1994.
Nel 1997 a Bologna ha modo di esibirsi alla presenza
di papa Giovanni Paolo II,
in occasione del Congresso Eucaristico.
Nella vita privata, in cui non sono mancati vizi ed
eccessi, ha avuto tre relazioni importanti. Ha avuto due figli, uno dei quali
ha ereditato la sua malattia. La sua prima moglie è stata la pianista italiana
Gilda Buttà, dalla quale ha poi divorziato.
In seguito a una banale influenza, contratta per la
testardaggine di voler andare a festeggiare un capodanno camminando al freddo
nella neve, Michel Petrucciani muore il 6 gennaio 1999 a New York, in seguito a
gravi complicazioni polmonari. Aveva solo 36 anni. La sua salma giace presso il
cimitero parigino di Père Lachaise, accanto alla tomba di un altro grandissimo
compositore: quella di Fryderyk
Chopin.
Nel 2011 esce nelle sale cinematografiche il
commovente film-documentario "Michel Petrucciani - Body & Soul",
girato dal regista inglese Michael Radford (lo stesso de "Il
postino", premio Oscar nel 1996).
https://biografieonline.it/biografia-michel-petrucciani
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