“Il poco è molto a chi non ha che il poco.”
Giovanni Pascoli
Le sensibilità dell'uomo
Giovanni Placido Agostino Pascoli nasce a San Mauro di
Romagna il 31 dicembre 1855. All'età di dodici anni perde il padre, ucciso da
una fucilata sparata da ignoti; la famiglia è costretta a lasciare la tenuta
che il padre amministrava, perdendo quella condizione di benessere economico di
cui godeva.
Nell'arco dei sette anni successivi, Giovanni perderà
la madre, una sorella e due fratelli. Prosegue gli studi prima a Firenze, poi a
Bologna. Nella città emiliana aderisce alle idee socialiste: durante una delle
sue attività di propaganda nel 1879 viene arrestato. Consegue la laurea in
Lettere nel 1882.
Inizia a lavorare come professore: insegna greco e
latino a Matera, Massa e Livorno; suo obiettivo è quello di riunire attorno a
sè i membri della famiglia. In questo periodo pubblica le prime raccolte di poesie:
"L'ultima passeggiata" (1886) e "Myricae" (1891).
L'anno seguente vince la prima delle sue d'oro al
concorso di poesia latina di Amsterdam; parteciperà varie volte negli anni,
vincendo in totale 13 medaglie d'oro.
Dopo un breve soggiorno a Roma si trasferisce a
Castelvecchio di Barga, piccolo comune toscano dove acquista una villetta e una
vigna. Con lui vi è la sorella Maria - da lui affettuosamente chiamata Mariù -
vera compagna della sua vita, considerato che Pascoli non si sposerà mai.
Ottiene un posto per insegnare all'università, prima a
Bologna, poi a Messina e infine a Pisa. In questi anni pubblica tre saggi danteschi
e varie antologie scolastiche.
La produzione poetica prosegue
con i "Poemetti" (1897) e i "Canti di Castelvecchio" (1903).
Convertitosi alle correnti nazionaliste, raccoglie i suoi discorsi sia
politici, che poetici e scolastici nei "Miei pensieri di varia
umanità" (1903).
Ottiene poi la prestigiosa cattedra di Letteratura italiana a
Bologna, prendendo il posto lasciato da Giosuè Carducci.
Nel 1907 pubblica "Odi ed inni", a cui
seguono "Canzoni di re Enzo" e i "Poemi italici"
(1908-1911).
La poesia di Pascoli è caratterizzata da una metrica
formale fatta di endecasillabi, sonetti e terzine coordinati con grande
semplicità. La forma è classica esternamente, maturazione del suo gusto per le
letture scientifiche: a tali studi si ricollega il tema cosmico di Pascoli, ma
anche la precisione del lessico in campo botanico e zoologico. Uno dei meriti
di Pascoli è stato quello di rinnovare la poesia, toccando temi fino ad allora
trascurati dai grandi poeti: con la sua prosa trasmette il piacere delle cose
semplici, usando quella sensibilità infantile che ogni uomo porta dentro di se.
Pascoli era un personaggio malinconico, rassegnato
alle sofferenze della vita e alle ingiustizie della società, convinto che
quest'ultima fosse troppo forte per essere vinta. Nonostante ciò, seppe
conservare un senso profondo di umanità e di fratellanza. Crollato l'ordine
razionale del mondo, in cui aveva creduto il positivismo, il poeta, di fronte
al dolore e al male che dominano sulla Terra,
recupera il valore etico della sofferenza, che riscatta gli umili e gli
infelici, capaci di perdonare i propri persecutori.
Nel 1912 la sua salute peggiora e deve lasciare
l'insegnamento per curarsi. Trascorre i suoi ultimi giorni a Bologna, dove
muore il 6 aprile.
Opere principali di Giovani
Pascoli
- 1891 - Myricae (I edizione della fondamentale
raccolta di versi)
- 1896 - Iugurtha (poemetto latino)
- 1897 - Il fanciullino (scritto pubblicato sulla
rivista "Il Marzocco")
- 1897 - Poemetti
- 1898 - Minerva oscura (studi danteschi)
- 1903
- - Canti di Castelvecchio (dedicati alla madre)
- - Myricae (edizione definitiva)
- - Miei scritti di varia umanità
- 1904
- - Primi poemetti
- - Poemi conviviali
- 1906
- - Odi e Inni
- - Canti di Castelvecchio (edizione definitiva)
- - Pensieri e discorsi
- 1909
- - Nuovi poemetti
- - Canzoni di re Enzio
- - Poemi italici
- 1911-1912
- - Poemi del Risorgimento
- - Carmina
- - La grande proletaria si è mossa
Articoli di approfondimento
sulle opere di Pascoli
- Le opere poetiche
di Pascoli
- L'assiuolo
- Novembre
- Il gelsomino
notturno
- La mia sera
- X Agosto
- Lavandare, analisi
e parafrasi
- Digitale purpurea
- Nebbia, analisi
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significato e parafrasi
https://biografieonline.it/biografia-giovanni-pascoli
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