“Non è grande
uomo chi sa molto, ma chi ha molto meditato.” Luigi Settembrini
Anima di artista e di
patriota
Luigi Settembrini nasce a Napoli il 17 aprile 1813. Il
padre Raffaele è avvocato e nel 1799 aveva fatto parte della Guardia Nazionale,
patendo un anno di carcere. Luigi cresce assimilando dalla sua stessa famiglia
gli ideali di libertà, l'odio verso la tirannide e un'impronta illuministica
che permarrà per il resto della vita.
Dopo i primi studi compiuti in un collegio di
Maddaloni (Caserta), frequenta contro voglia la facoltà di legge all'Università
di Napoli, senza giungere alla laurea.
Rimane orfano e nel 1830 cerca di dedicarsi alla
pratica forense, ma ben presto vi rinuncia per dedicarsi agli studi letterari
sotto la guida di Basilio Puoti.
Nel 1835 Settembrini vince il concorso per la cattedra
di eloquenza nel liceo di Catanzaro, dove si trasferisce dopo il matrimonio con
Luigia Faucitano. Qui fonda con Benedetto Musolino una setta segreta dai
propositi fantasiosi, quella dei "Figliuoli della Giovine Italia";
viene però arrestato nel maggio 1839 e, pur uscendo assolto dal processo grazie
all'abile difesa, è trattenuto arbitrariamente in carcere sino all'ottobre
1842.
Persa ormai la cattedra, vive modestamente di lezioni
private; la sua passione politica rimane viva e nel 1847 scrisse e diffonde
anonimamente la "Protesta del popolo delle Due Sicilie": lo scritto è
un violento atto di accusa contro il malgoverno borbonico e in breve tempo
diviene popolarissimo.
Sospettato come autore del libello deve riparare a
Malta, meta per cui parte il 3 gennaio 1848 su una fregata inglese; poche
settimane dopo fa ritorno a Napoli, non appena gli viene concessa la
costituzione. Riceve quindi da Carlo Poerio l'incarico di capo divisione al
ministero della Pubblica istruzione, ma abbandona l'ufficio dopo solo due mesi
per disgusto dei favoritismi e del disordine che si stava scatenando.
Assieme a Silvio
Spaventa, Filippo Agresti e altri patrioti,
fonda nel 1848 la società segreta "Grande
Società dell'Unità italiana". In seguito alla restaurazione borbonica, il
23 giugno dell'anno successivo viene di nuovo arrestato; sottoposto a un lungo
processo, Settembrini si difende in modo battagliero, dando anche alle stampe
due suoi memoriali che conosceranno ampia diffusione in tutta Europa: Luigi
Settembrini viene condannato a morte nel 1851.
Commutata la pena in quella dell'ergastolo, viene
spostato nel penitenziario dell'isola di Santo Stefano, dove sopporta con fermezza la
reclusione trovando conforto nello
studio. Traduce dal greco le opere di Luciano e scrive alcuni ritratti di
ergastolani che appariranno nella seconda parte delle "Ricordanze".
La liberazione arriva in modo insperato nel 1859: nel
gennaio di quell'anno il governo borbonico decide di liberare una sessantina di
detenuti politici, tra i quali Settembrini, a patto che vadano in esilio in
America. Sulla nave dove erano stati imbarcati, il figlio Raffaele - ufficiale
della marina mercantile inglese - riesce a farsi ingaggiare come cameriere.
Questi quando la nave si trova nell'Atlantico convince il comandante della nave
a sbarcare i detenuti in Irlanda.
Dall'Irlanda Luigi Settembrini si sposta con il figlio
in Inghilterra e di là nell'aprile 1860 a Torino, per tornare pochi mesi dopo a
Napoli. Con l'unità d'Italia Luigi Settembrini viene nominato ispettore
generale dell'istruzione pubblica; viene eletto deputato, ma rinuncia al
mandato parlamentare per il possibile conflitto di interessi con la carica che
ricopre.
Il suo temperamento appassionato lo porta a
polemizzare a lungo, attraverso le colonne de "l'Italia", organo
dell'associazione unitaria costituzionale, in difesa delle vecchie autonomie e
delle amate tradizioni della cultura napoletana, che il nuovo ordinamento
unitario stava annullando.
Nel 1861 è chiamato alla cattedra di letteratura
italiana all'Università di Bologna e poi di Napoli (1862). Frutto
dell'insegnamento universitario sono i tre volumi delle "Lezioni di
letteratura italiana", la prima ricostruzione della "civiltà
letteraria" italica secondo l'ottica risorgimentale.
Nel 1873 è nominato senatore. Quasi tutta la produzione
letteraria appartiene a quest'ultimo periodo della sua vita. Dal 1875 si dedica
alla stesura definitiva dei suoi ricordi, che non riuscirà però a completare.
Luigi Settembrini muore il 4 novembre 1876.
Le "Ricordanze della mia vita", pubblicate
postume nel 1879-1880 con prefazione di De Sanctis, sono divise in due parti: una
prima, che giunge fino al 1848, e una seconda, di carattere frammentario, che
raccoglie gli scritti relativi agli anni 1849-1859. Le altre sue opere sono
raccolte in volumi solo dopo la sua morte: gli "Scritti vari di
letteratura, politica ed arte" e l'"Epistolario", a cura di
Francesco Fiorentino, rispettivamente nel 1879 e nel 1883; i
"Dialoghi" e gli "Scritti inediti", a cura di Francesco
Torraca, nel 1909.
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