Uno scenario apocalittico che resta ignoto alle
prime notizie dell'agenzie di stampa rilanciate dai tg, dove si parla
genericamente di una scossa di terremoto in Campania, evidenziando la
difficoltà di avere notizie più dettagliate, per via dei collegamenti
interrotti con le zone colpite.
Solo nella notte s'inizia a prendere coscienza
della tragedia che si sta materializzando e del caos che regna nella macchina
dei soccorsi, attivati con colpevole ritardo; come se non bastasse, il sistema
dei trasporti è in tilt, per le reazioni di panico della popolazione
riversatasi nelle principali arterie stradali. Fuori uso anche la circolazione
ferroviaria: l'Italia è di fatto tagliata in due!
L'evento sismico è di portata straordinaria al
punto che è stato avvertito in tutta la Penisola, Lombardia e isole escluse;
secondo l'istituto di sismologia di Belgrado, dall'epicentro (individuato
tra i comuni di Teora, Castelnuovo di Conza e Conza della Campania) si è
sprigionata una potenza pari a 35 milioni di tonnellate di esplosivo.
Il presidente della Repubblica, Sandro
Pertini, si reca di persona sul luogo del sisma, per rendersi conto delle
conseguenze prodotte: dal suo elicottero osserva un mare di macerie che si
estende per chilometri, lì dove prima sorgevano case, scuole, chiese ed edifici
pubblici. Un paesaggio spettrale rotto dalle urla di madri che chiamano i figli
e dalle comunicazioni tra i soccorritori alla disperata ricerca di
sopravvissuti.
L'escalation del numero di vittime viene vissuta
attraverso i titoli del quotidiano Il Mattino: da “Un
minuto di terrore. I morti sono centinaia” al disperato “Fate
presto”. Il bilancio finale consegna un bollettino di guerra: 2.914
morti, 280.000 sfollati e 8.848 feriti.
La comunità che paga il prezzo di sangue più
alto è quella di Sant'Angelo dei Lombardi: 482 vittime e il 90% del tessuto
urbano raso al suolo. Un paese sparito d'un colpo come tanti altri.
In questo momento di disperazione l'Italia
intera farà sentire il proprio sostegno: centinaia di volontari accorrono da
ogni parte gettando le basi della futura Protezione Civile, che da
questo evento e dal sisma del Friuli (1976) inizia a prendere forma, sotto la
guida del commissario Giuseppe Zamberletti.
Dalla primavera del 1981 partirà la ricostruzione,
ma un altro amaro capitolo si aprirà per la storia di queste terre e della
nazione tutta: la pioggia di miliardi di vecchie lire, versata dalle casse
dello Stato, sarà intercettata dalla meschina volontà di speculazione di
un’ampia parte della politica, in combutta con la criminalità organizzata
locale.
Ciò comporterà l'aumento spropositato dei comuni
danneggiati dal sisma, disperdendo le risorse che in alcune zone non si
tradurranno in alcun intervento concreto di recupero. Uno scempio denunciato
dallo stesso presidente Pertini in uno storico messaggio alla televisione.
Stime del 2013 della Regione Campania calcolano in 4 miliardi la cifra
necessaria al completamento della ricostruzione.
http://www.mondi.it/almanacco/voce/11070
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