Folletto pop
Bjork Gudmundsdottir (sembra che il cognome significhi
semplicemente "figlia di Gudmund") nasce a Reykjavík, in Islanda, il
21 novembre 1965. Figlia di genitori alternativi e influenzati dalla cultura
hippy, passa gran parte della sua infanzia in una delle cosiddette
"comuni" organizzate dai figli dei fiori e dai movimenti
giovanilistici locali, che tendevano a considerare la famiglia come un nucleo
allargato, in linea con l'immaginario che stava travolgendo il mondo.
Proprio all'interno di questo contesto, apprende i primi
rudimenti musicali, naturalmente improntati alla musica rock e psichedelica di
quegli anni, senza trascurare i cantautori impegnati che imperversavano in
quegli anni.
Ma non va dimenticato che prende anche lezioni di
teoria e di partica strumentale con il flauto e il pianoforte. Il suo esordio
nel mondo della musica è comunque precocissimo. Bjork non fa parte insomma di
quei casi in cui la carriera e le inclinazioni artistiche sono bloccate o poco
comprese dai genitori o dall'ambiente circostante. Il suo primo disco lo incide
alla tenera età di soli undici, cosa che la rende un caso mediatico e la
proietta nel firmamento delle notorietà islandesi. Si tratta di un disco di
cover folk islandesi con un brano originale composto da lei, un omaggio ad un pittore
della sua terra
A seguito del suo ingresso nel mondo del pop e un po'
più cresciuta, dà vita ad una serie di collaborazioni, fra cui vanno annoverate
anche alcune esibizioni sulla scena punk, continuando pur sempre ad incidere
dischi come solista (dischi poco distribuiti e oggi difficilmente reperibili).
Nel 1977 approda al gruppo che la ancia
definitivamente e che avrà un'importanza fondamentale anche sul piano della sua
vita privata: sono gli Sugarcubes, in cui milita l'uomo che sposerà, Thor
Eldon, con il quale avrà un figlio, Sindri, anche se il matrimonio non durerà a
lungo. I due infatti si separano dopo pochi anni. Ad ogni modo, i Sugarcubes
azzeccano almeno una hit di successo, quella "Birthday" che, grazie
alla sua bellissima melodia, proietta il gruppo verso il successo mondiale. È
il 1988 e il "fenomeno" Bjork è bel lontano dall'esplodere. Ancora
insieme al gruppo incide altri dischi, come ad esempio "Here, today,
tomorrow, next week" e "Stick Around for Joy", a parere della
critica decisamente meno ispirati rispetto al primo "Life's too
good". A quel punto (è orma il 1992), Bjork sente il bisogno di esprimersi
da sola, con proprie canzoni. E scioglie il gruppo.
Bjork ha alle spalle una carriera discografica
consistente, eppure decide di intitolare il suo album "Debut" (forse
per sconfessare l'album inciso a 11 anni), che in effetti rappresenta una
rottura con quanto aveva fatto fino a quel momento.
Il successo ad ogni modo è più che lusinghiero. Dati
di vendita alla mano (oltre due milioni di copie in tutto il mondo), malgrado
la musica "difficile" proposta dalla cantante, una musica lontana
dalle inveterate abitudini d'ascolto da successo radiofonico, diventa una delle
star degli anni Novanta. Bjork, insomma, diventa il simbolo, la paladina di
quella "nuova" musica che coniuga elettronica e melodia. Nello stesso
anno ottiene il premio di Mtv nella categoria Best European Video, con
"Human Behavior". Passano due anni e Bjork trionfa come Migliore
artista femminile. Intanto, si trasferisce a Londra dove esplora la scena
musicale dance.
Al successo del debutto segue "Post", un
altro discreto successo, un album che rappresenta un mix di techno, beats
eccentrici e strumenti etnici. Poco dopo, però, la cantante denuncia una forte
crisi di nervi, con conseguente e consueta aggressione verbale ad intervistatori
e giornalisti.
Per ristabilire il proprio equilibrio, decide dunque di ritirarsi
momentaneamente ad una vita più ritirata.
Continua ad ogni buon conto a lavorare, scrivere e
comporre, tanto che dopo "Telegram", una raccolta di remix di brani
di "Post", nel '97 esce "Homogenic", remixatissimo anche
questo come i due precedenti (alcuni suoi fans hanno anche creato un sito che raccoglie
remix e che fornisce le tracce musicali per farli in casa). Nel 1997 il
folletto islandese ottiene riconoscimenti mondiali con "Homogenic",
album concepito come un organismo vivente: sistema nervoso rappresentato dagli
archi, polmoni e ossigeno dalla
voce e il cuore dal ritmo.
Nel 2000, invece, accetta di recitare nel nuovo film
di Lars
Von Trier "Dancer in the dark",
di cui compone anche la colonna sonora. La commovente interpretazione le fa
conquistare la Palma d'Oro al festival di Cannes come
miglior attrice, oltre ad essere candidata agli Oscar 2001 nella categoria
miglior canzone con "I've seen it all", tratta sempre dal film di von
Trier. In mezzo a tutto ciò, prosegue le collaborazioni con vari musicisti,
secondo i giornali scandalistici conditi in qualche caso da flirt.
Nell'agosto del 2001 è uscito il suo nuovo Lp,
"Vespertine", che, a quanto ha riferito la stessa Bjork "si
ispira ai momenti di solitudine nella propria casa, dedicati all'introspezione
e alle riflessioni mormorate".
Nel mese di luglio 2005 esce la colonna sonora di
"Drawing Restraint 9" il cui regista è il marito Matthew Barney:
Björk compare come protagonista insieme al marito. In questo esperimento
musicale Björk si rifà alla tecnica di sovrapposizioni vocali già utilizzata in
Medúlla. Compone anche numerosi brani strumentali con lo Sho, antico strumento
musicale giapponese, che ha avuto modo di studiare direttamente nella terra del
Sol Levante.
Il suo ultimo disco è "Volta", uscito in
Italia nel mese di maggio 2007.
https://biografieonline.it/biografia-bjork
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