Il suo
progetto fu approvato dalla Società di studi costituita nel 1846, allorché
venne ripresa l'annosa questione del taglio dell'istmo di Suez (unica
cerniera tra i continenti africano e asiatico, compresa nella parte più a
nord-est dell'Egitto), che da sempre separava il Mediterraneo dal Mar Rosso,
costringendo le navi europee dirette in Asia a circumnavigare l'Africa.
Affidati alla Compagnia universale del Canale di Suez e
finanziati grazie all'abile opera diplomatica di Ferdinand de Lesseps, vice
console di Francia ad Alessandria, i lavori partirono nel 1859, per concludersi
dieci anni dopo. Inaugurata ufficialmente il 17 novembre del 1869 alla presenza
dei più potenti sovrani del pianeta, su tutti l'imperatrice francese Eugenia,
l'opera, lunga 163 km, venne salutata come uno strumento di progresso e a
disposizione di tutti i popoli.
In tale ottica, nel 1888 maturò la convenzione di Costantinopoli,
approvata per consentire il libero passaggio sia in tempo di pace che di
guerra. Tuttavia, il canale finì per essere oggetto di contesa prima tra le
potenze coloniali e poi tra le stesse e l'Egitto, con quest'ultimo che arrivò a
nazionalizzarlo nel 1956. Un atto che scatenò la dura reazione delle Nazioni
Unite, con la conseguente interdizione alla navigazione nel 1957, e in seguito
un conflitto con Israele, destinato a chiudersi verso la fine degli anni
Settanta.
Riaperto alla navigazione internazionale nel 1975 e interessato da lavori di
ampliamento (conclusi nell'estate del 2015 e costati 14 miliardi di euro),
attualmente il Canale di Suez misura 193 km e rappresenta una cruciale rotta
commerciale per l'industria petrolifera e non solo.
http://www.mondi.it/almanacco/voce/1718001
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