“Non amo trincerarmi in un sorriso | detesto chi non
vince e chi non perde | non credo nelle sacre istituzioni | di gente che ha il
potere e se ne serve.” Pierangelo Bertoli
A muso duro
Il cantautore emiliano Pierangelo Bertoli nasce a
Sassuolo, in provincia di Modena, il 5 novembre 1942. Affetto da un grave
handicap che lo costringerà tutta la vita su una sedia a rotelle, esordisce
discograficamente nel 1976 con il 33 giri "Eppure soffia". Il 1977 lo
vede pubblicare "Il centro del fiume" e l'anno successivo una
raccolta di canzoni in dialetto, "S'at ven in ment". Con "A muso
duro", nel 1979, Bertoli realizza il suo primo manifesto poetico, ma è
"Certi momenti", nel 1981, a portarlo in classifica, grazie anche al
successo radiofonico di "Pescatore", un brano cantato in duetto
con Fiorella Mannoia.
Nel 1986 celebra i dieci anni di carriera con
"Studio & Live", un doppio album antologico registrato per metà
in studio e per metà in concerto. Nel 1987 nasce il progetto dell'album
"Canzoni d'autore" un omaggio a cantautori vecchi e nuovi della scena
italiana. "Tra me e me", nel 1988, e "Sedia elettrica", nel
1989, chiudono simbolicamente un periodo artistico, insieme allo spot
televisivo "Lega per l'emancipazione dell'handicappato", a cui
Bertoli partecipa come attore, che vince il Telegatto di Tv Sorrisi e Canzoni.
Il 1990 lo vede pubblicare l'album
"Oracoli", che costituisce a suo modo un momento di partenza, e il
cui singolo "Chiama piano", è cantato in duetto con Fabio Concato. Il
1991 si apre per Bertoli con una decisione coraggiosa: quella di prendere parte
al Festival di Sanremo (vi è poi tornato anche nel 1992), una manifestazione
per molti versi lontanissima dalla linea ideologica ed artistica che ha sempre
guidato l'attività del cantautore, contrario alla progressiva esaltazione degli
aspetti edonistici che la musica commerciale andava sempre più assumendo.
In quest'occasione, invece, l'obiettivo di Bertoli è
ben preciso: far conoscere dal palcoscenico più popolare della canzone italiana
un brano inusuale e suggestivo, "Disamparados (Spunta la luna dal
monte)", presentandolo insieme al gruppo sardo dei Tazenda, in un'ottica
di recupero delle tradizioni folcloristiche ed etniche in un momento in cui
questo tipo di discorso artistico non era ancora diventato banalmente di moda.
Quasi a sorpresa, arrivano un lusinghiero piazzamento nella classifica finale e
il grande successo di classifica. "Spunta la luna dal monte" intitola
poi un album che raccoglie il meglio della produzione recente del musicista di
Sassuolo e che è uno degli album più venduti della musica italiana, tanto da
ricevere il disco di platino.
Tra gli altri suoi successi "Sera di
Gallipoli" e "Per dirti t'amo" (1976), "Maddalena"
(1984) e "Una strada" (1989).
Il cantante e autore emiliano contribuisce anche al
lancio del conterraneo Luciano Ligabue,
che spesso lo ricorderà nei suoi concerti.
Poco prima di morire (il 7 ottobre del 2002), Pierangelo
Bertoli era ricoverato nel Policlinico della sua città, dove si era sottoposto
ad un periodo di cure. Sposato con la moglie Bruna, una donna straordinaria che
lo ha sempre sostenuto e guidato, ha avuto tre figli, Emiliano, Petra (alla cui
nascita Bertoli aveva dedicato una canzone col suo nome) e Alberto, anche lui
cantante.
Molto legato alla sua terra (il fratello gestisce un
famoso ristorante a Sestola, sull'Appennino) era spesso impegnato in iniziative
di solidarietà e beneficenza (aveva cantato anche per i detenuti del carcere
di Sant'Anna a
Modena e nella città estense nel giugno precedente aveva partecipato al
Festival della canzone dialettale esibendosi in diversi brani in modenese). Tra
i suoi amici più cari c'era padre Sebastiano Bernardini, il cappuccino vicino
alla Nazionale cantanti.
Tra le sue ultime apparizioni quella in primavera per
il programma di Rete 4 "La domenica del villaggio" assieme a Caterina
Caselli, anche lei sassolese. Con gli altri
artisti della cittadina, conosciuta come la capitale della piastrella in ceramica, aveva anche
pubblicato un libro e un disco. Aveva fama di essere un uomo duro e scontroso,
invece era solo un cantante sensibile che concedeva poco al vittimismo e molto
al rigore delle scelte esistenziali. Combattivo e battagliero, incapace di
qualunque ipocrisia, ed era per questo spesso descritto nei suoi atteggiamenti
con il titolo di una delle sue canzoni più celebri, "A muso duro".
https://biografieonline.it/biografia-pierangelo-bertoli
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