È il 264° pontefice della
Chiesa cattolica e anche il primo non italiano dal lontano 1523 (fine del
pontificato di Adriano VI, olandese di origine). L’esito del Conclave,
inaugurato il 14 ottobre, tiene col fiato sospeso una gremitissima piazza San
Pietro, colorata di bandierine con i colori del Vaticano e di fazzoletti
bianchi.
C’è grande attesa da parte
dei fedeli e della stampa mondiale di conoscere il successore dello
sfortunato Giovanni Paolo I, morto dopo solo 33 giorni di
pontificato, tra sospetti e veleni. C’è bisogno di una personalità forte capace
di affrontare il momento difficile sia all’interno della Chiesa, sia sul piano
internazionale, dove regna un clima di guerra fredda tra l’Occidente e i regimi
comunisti. C’è bisogno soprattutto di un uomo del dialogo.
Alle 17,17, dal camino
collegato con la storica stufa della Cappella Sistina esce una fumata
di colore bianco. I giochi sono fatti e subito iniziano a rincorrersi le
voci su chi possa essere il nuovo Vescovo della Chiesa di Roma: il dubbio è tra
il conservatore Giuseppe Siri e il progressista Giovanni Benelli.
Un’ora e mezza dopo, dalla
loggia della Basilica di San Pietro si affaccia il cardinale protodiacono Pericle
Felici che, con la storica formula dell’Habemus Papam, annuncia
l’elezione di Wojtyla. Un nome talmente poco conosciuto che qualcuno arriva a
credere che sia di origine africana.
Fin dal saluto, solitamente
in silenzio, Giovanni Paolo II rompe con la tradizione salutando i fedeli con
un breve discorso e inaugurando quel filone comunicativo che caratterizzerà il
suo pontificato. Il 25 gennaio dell'anno seguente inizierà (direzione Santo
Domingo, Messico e Bahamas) il primo di una lunga serie di viaggi
apostolici, che lo porteranno a dialogare con le diplomazie e le culture di
tutto il mondo.
L'attentato di cui sarà
vittima, il 13 maggio del 1981, non ne frenerà l'azione di contrasto al
comunismo e al capitalismo sfrenato, nondimeno la politica di dialogo
interreligioso, a partire dalla storica visita alla sinagoga di Roma (primo
pontefice dai tempi di San Pietro) nel 1986, dove si rivolgerà agli ebrei
definendoli i «nostri fratelli maggiori».
Su altri aspetti - contraccezione, aborto e
omosessualità - sarà criticato per le sue posizioni conservatrici.
Dopo la
morte, il 2 aprile 2005, sarà fatto beato dal suo successore Benedetto XVI e,
il 27 aprile del 2014, sarà proclamato santo da papa Francesco.
http://www.mondi.it/almanacco/voce/19061
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