Batman e Robert
No, Batman non l'ha inventato Tim Burton,
che pure ha tutto il merito di aver rilanciato il cupo eroe nell'immaginario
collettivo. Il merito si deve al signor Robert Kane, un anonimo personaggio
nato a New York City il 24 ottobre 1916, parco nell'attirare l'attenzione ma
dotato di una fantasia assai fervida.
Il timido Bob Kane inizia a disegnare per lo studio
Eisner-Iger a metà degli anni '30 ma il primo lavoro a firma propria viene
pubblicato dalla Fiction House (la casa editrice fondata proprio dalla coppia
Eisner-Iger) sulla rivista "Wow, What A Magazine" del settembre 1936.
È il periodo, questo, in cui Kane lavora più che altro su personaggi creati da
terzi (e ormai caduti nell'oblio), come Peter Pupp, Hiram Hick, Pluto, Bobby e
molti altri.
A partire dal 1938 Bob il creativo si ritrova
fortunosamente a collaborare con la D.C. Comics, dove Superman aveva
appena iniziato a spopolare, disegnando diverse storie scritte da Bill Finger.
Narra la leggenda, riportata anche da autorevoli
ricostruzioni biografiche, che un bel giorno dell'anno di grazia 1939, Robert,
ispirato dal grande successo ottenuto appunto da Superman,
presentasse al supervisore capo il bozzetto di un nuovo super eroe: una
creatura della notte, acrobatico e ardito ma anche umano, troppo umano
(diversamente da tutti gli altri supereroi, non è dotato di alcun potere) che,
traumatizzato dalla fine violenta dei genitori per mano di banditi senza
scrupoli, si dedica alla lotta contro il crimine. Era nato Batman.
Per stessa ammissione di Kane molti furono gli
elementi ispiratori del mito dell'"Uomo pipistrello": i
predecessori Superman e
Phantom, ma anche Dick Tracy, gli eroi dei pulp magazine, Zorro e
addirittura Leonardo
Da Vinci (per i disegni di uomini volanti
simili appunto a pipistrelli e per le diavolerie tecnologiche usate dal suo
eroe).
Ma di questa icona dei giorni nostri, Bob Kane non fu
l'unico padre. Egli stesso ammise di aver presentato i suoi schizzi a Bill
Finger, lo scrittore con cui aveva lavorato fino a quel momento alla D.C., il
quale, innegabilmente, migliorò di molto il look del personaggio, sviluppando
la veste finale di Bat-man (come era conosciuto in origine). Il nome di Finger,
scomparso nel 1974, non è mai apparso nei credits delle storie, tanto è vero
che a Kane scappò di definirlo in un'occasione come "l'eroe non
celebrato".
Niente di più vero, in effetti. Per anni fu la sola
firma di Bob Kane a comparire accanto al logo di Batman, nonostante Bill Finger
abbia scritto alcune delle storie più belle del Batman classico: sua poi fu
l'idea di una maschera con due spazi vuoti al posto degli occhi e l'idea di una
cappa al posto delle rigide ali di pipistrello che apparivano nelle primissime
storie.
Kane, complice l'abile mossa di registrare il marchio
Batman a suo nome, fu abile nello sfruttare il titolo di "padre di
Batman" nonostante poi pubblicamente si rammaricasse del sostanziale
anonimato degli altri autori. In seguito non si occupò di altri personaggi ma
si preoccupò, insieme al solito Finger, di creare una serie di comprimari di
Batman, poi diventati una vera pletora. A partire da Robin (lanciando così la
moda del ragazzo spalla dell'eroe), per arrivare al maggiordomo Alfred e ai
cattivi Joker, il Pinguino, l'Enigmista e Catwoman.
Tutta la sua produzione rimase inoltre caratterizzata
da una continua ricerca di innovazione grafica, nel tentativo di superare lo
schema dei 5 - 6 riquadri per pagina ereditato dall'adattamento delle strisce
giornaliere al formato comics. Lo stile di Bob Kane, invece, rimase pressoché
immutato (con qualche variante alle orecchie del costume di Batman) fino al
1965, anche se in effetti Kane disegnava ormai solo pochissime storie di Batman
già a partire dalla metà degli anni '40, sostituito da disegnatori come quelli
già citati ed altri come Jack Burnley, Sheldon Moldoff, Carmine Infantino e
Stan Kaye. Le sue tavole più belle rimangono proprio quelle delle strisce
giornaliere del periodo 1943-1946.
Negli anni '50 fu chiesto a Bob Kane di andare
ad Hollywood per
creare dei personaggi per cartoni animati. Uscirono quindi cartoni (non certo
memorabili) come Courageous Cat e Cool McCool, ma fu in particolare il successo
della serie TV di Batman, nel 1965, a farlo spostare in permanenza nella mecca
del cinema.
Coccolato dai media, coinvolto in tutti i progetti che
riguardavano la sua creatura, Bob Kane visse nella sua villa nel West Hollywood
gli ultimi 30 anni della sua vita, scrivendo libri, articoli, concedendo
interviste e dipingendo qualche schizzo che poi vendeva a prezzi elevatissimi
(ricordate quello in mano al giornalista collega di Viki Vale, nel film
di Tim
Burton?). Una sorte ben diversa da quella
toccata ai creatori di Superman,
che cedettero i diritti alla National e non si avvantaggiarono dei ricchi
profitti del merchandising.
Bob Kane è morto a 82 anni il 3 novembre 1998, e il
mondo del fumetto lo
piange, anche se la sua creatura è in buone mani, più viva che mai: una vera
icona moderna.
https://biografieonline.it/biografia-bob-kane
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