Think pink
Parlare di Roger Waters e della sua
vita significa inevitabilmente seguire, come in filigrana, anche il glorioso percorso
dei Pink Floyd, complesso rock dalla forte inventiva e dai
connotati psichedelici. Tutto iniziò nel 1965 quando Syd Barrett,
Bob Close, Rick Wright, Nick Mason e appunto Roger Waters si unirono in un
gruppo chiamato Sigma 6. Waters aveva da tempo preso lezioni di
basso e di armonia da un insegnante del suo paese natale, dimostrando subito
una notevole creatività ed una curiosità insaziabile nei confronti della musica
leggera che circolava al tempo.
George Roger Waters (nato a Great Bookham,
Inghilterra, il 6 settembre 1943) nei primi anni '60 partecipa alla Campagna
per il Disarmo Nucleare, di fatto la sua prima apparizione pubblica.
In una nota biografica, cosi descrive i suoi primi
passi come musicista:
"Studiavo architettura al Regent Street
Polytechnic, dove formammo diversi gruppi. Non era una cosa seria, non si
suonava per un pubblico. Avevamo molti nomi, uno stupendo era i Meggadeaths.
Passavamo il tempo pensando a come spendere i soldi che avremmo fatto".
Investii una parte dei sussidi in una chitarra spagnola
e presi due lezioni allo Spanish Guitar Centre, ma non ce la facevo con tutti
quegli esercizi. Nei college c'è sempre una stanza dove la gente gravità con i
propri strumenti o altre cose. Ripensandoci bene, devo sicuramente aver avuto
una chitarra ancora
prima di allora, perché ricordo di aver imparato a suonare "Shanty
Town". Ero del tutto disinteressato a ciò che stavo facendo al college. In
questo Paese l'architettura è un tale compromesso con il fattore economico, che
mi ero proprio rotto le scatole. A quel punto incominciai come gli altri a
spendere tutti i sussidi per gli strumenti musicali. Mi ricordo di aver urlato
contro il direttore di una banca dicendogli che sarei diventato ricchissimo un
giorno, mentre chiedevo un prestito di 10 sterline. Imparammo un'ottantina di
canzoni, tutte degli
Stones".
Dopo un breve periodo comunque il gruppo si scioglie
e, tutti i membri fondatori continuano la loro attività musicale proseguendo
per strade diverse. In seguito, si forma un nuovo gruppo composto da un chitarrista (Syd Barrett),
un bassista (Roger Waters), un tastierista (Rick Wright), e un batterista (Nick
Mason). Il gruppo cambia più volte nome divenendo di volta in volta "The
Screaming Abdabs", "T-Set", "The Architectural
Abdabs", "The Pink Floyd Sound".
Alla lunga, a tutto il gruppo quest'ultimo sembra il
nome più "nobile" e significativo. Molto si è discusso ed elucubrato
sull'origine di questo strano nome, ma è ormai assodato che esso è il prodotto
dell'unione dei nomi del jazzista Pink Anderson e del bluesman Floyd Council.
Le prime apparizioni del gruppo avvengono al "Marquee" di Londra,
locale divenuto portabandiera della cultura underground londinese. I Pink Floyd
nel corso delle loro esibizioni nel locale, si dilungano in interminabili
"suite" che mandavano in visibilio i giovani frequentatori. Sono gli
albori dell'era "psichedelica" che, una volta giunta a maturazione,
vedono i Pink Floyd fra i suoi più idiomatici e geniali cantori.
E' proprio al "Marquee" che i Pink Floyd
incontrano il loro primo manager, Peter Jenner, il "demiurgo" che
riesce a procurar loro un contratto settimanale con la London Free School.
Durante uno di questi appuntamenti i Floyd usano un proiettore per diapositive,
puntato direttamente sui di loro e sincronizzato con la musica, dando vita al
"Light Show" che diventa una caratteristica peculiare del gruppo.
Successivamente i Floyd fanno molte apparizioni in un
altro locale di nuova apertura, l'"UFO", diventato ben presto uno dei
ritrovi preferiti del movimento underground inglese.
In seguito a questa classica gavetta, finalmente i
Floyd arrivano ad incidere il loro primo "45 giri", datato 11 marzo
1967. Fortunatamente il successo è quasi immediato e proietta il pezzo inciso
nella top 20 inglese, anche se emergono alcuni problemi di censura, dovuti al
titolo originale del brano: "Let's roll another one", che
testualmente significa "Rolliamone un altro", con esplicito
riferimento allo spinello.
Successivamente, il 12 maggio, i Floyd suonano alla
"Queen Elizabeth Hall" in un concerto denominato "Games for
May" elaborando un sistema stereofonico innovativo grazie al quale il
suono si diffonde intorno alla sala in una sorta di circolarità dando al
pubblico la sensazione di essere in mezzo alla musica. In seguito presentano in
anteprima il singolo "Games for May" che viene pubblicato con il
nuovo titolo "See Emily Play".
Per il primo album, "Piper At The Gates of
Dawn" viene usato il nome "The Pink Floyd" ed in seguito,
eliminando l'articolo "The" viene pubblicato il secondo album "A
Saucerful Of Secret" utilizzando il definitivo e ormai perfezionato nome
del gruppo. In questo periodo sorgono però i problemi con Syd Barrett,
incapace di gestire emotivamente la popolarità ottenuta con "Piper At The
Gates of Dawn". Il chitarrista comincia
infatti a fare un uso massiccio e continuato di LSD (a
quel tempo ancora legale), e, non riuscendo più a proseguire nel proprio
lavoro, chiama nel gruppo il suo vecchio amico e chitarrista ritmico David Gilmour.
Il continuo peggioramento della condizione di Syd,
costringe la band a non farlo partecipare ad alcuni concerti. Questo segna la
definitiva uscita di Barrett dai Pink Floyd e l'inizio di un periodo di crisi
per il gruppo che venne abbandonato anche da Peter Jenner, intenzionato a
seguire Syd Barrett nella
sua carriera da solista.
Ricorda in seguito Mason: "Eravamo sul punto
di scioglierci; ci sembrava impossibile trovare un sostituto di Syd".
Il nuovo quartetto, invece, trova miracolosamente una
nuova carica e una potente capacità inventiva, tale da riuscire a sfornare una
serie di capolavori che vanno da "More", ad "Ummagumma", da
"Atom Heart Mother", ad "Obscured By Clouds". I Floyd, a
quel tempo, si impegnano nel trovare un nuovo stile cercando di rimanere il più
possibile vicini al sound creato da Syd Barrett,
ossia un impasto psichedelico e visionario che mantiene però un profilo
melodico di grande impatto.
Dopo questi album, alcuni dei quali indubbiamente
fortemente sperimentali (basti pensare ad "Ummagumma", un doppio Lp
in cui ogni componente della band aveva a disposizione una facciata del disco),
è in arrivo una svolta stilistica di grande portata. Un'elaborazione che sfocia
nel leggendario "The Dark Side of the Moon".
Si tratta di un disco che ha collezionato record di ogni tipo (a dispetto della
musica "difficile" che contiene): non solo ha venduto più di 25
milioni di copie (cifra per l'epoca enorme), ma è rimasto nelle classifiche di
vendita degli album per un tempo infinito: qualcosa come 14 anni filati.
Inoltre, è tutt'ora vendutissimo.
Logico dunque che, dopo questa ubriacatura, il gruppo
cerchi in tutti i modi di mantenere il livello raggiunto con quell'album. Cosa
assai difficile, se non impossibile. Ma nel 1975 i Pink Floyd hanno ancora
molte frecce al loro arco e la vena inventiva è ancora ben lungi dall'essersi
esaurita. Ecco allora comparire nei negozi "Wish You Were Here", un
disco strano e complesso che consacra i Pink Floyd come uno dei più grandi
gruppi musicali di tutti i tempi. Anche in questo caso, il successo commerciale
non tarda ad arrivare.
Per completare la "trilogia"
sull'alienazione umana che si va profilando con questi due dischi, in seguito
il gruppo pubblica "Animals", il più dimenticato e il meno conosciuto
dei tre (forse anche per via dell'irrimediabile pessimismo sulla natura umana
che trapela dai testi). Durante il logorante tour che segue l'uscita di
"Animals", si verificano degli episodi piuttosto spiacevoli come le
sempre più frequenti e accese polemiche tra Roger Waters ed il pubblico: "Diventò
un'esperienza assolutamente alienante quella di esibirsi nei concerti, e fu
così che divenni pienamente consapevole del muro che ormai ci separava dal
nostro pubblico"; sono parole del bassista. Ma, tournè a parte, vi è
ancora parecchio materiale che esige di vedere la luce: è il caso delle canzoni
contenute nel doppio "The
Wall", uscito il 16 novembre 1979 dopo
quasi tre anni di silenzio.
"The Wall" si impone
subito come un successo commerciale di vastissime proporzioni,
caratterizzandosi come prodotto di eccellente fattura, denso di effetti sonori
e ricco di mille sfumature curate fin nei più piccoli dettagli. Il tour che
segue l' uscita del vinile, forzatamente ridotto a poche date a causa
dell'imponente struttura necessaria alla sua realizzazione, è un successo
straordinario.
Dopo il tour di "The Wall", Rick Wright,
trovatosi in disaccordo con Roger Waters lascia il gruppo e, in seguito, i Pink
Floyd fanno uscire un nuovo album chiamato "The Final Cut" scritto
stavolta interamente da Waters (ma non bisogna dimenticare che Waters è
comunque sempre stato la vera anima creatrice dei Pink Floyd). Qualcuno
sostiene che in fondo "The Final Cut" può considerarsi il primo album
solista di Waters: a supporto di questa tesi circola anche la voce che Gilmour andasse in studio, registrasse
gli assoli, e se ne andasse. Ad ogni modo, non appena completata la stesura
della partitura, Roger Waters lascia il gruppo. A giudizio di critici ed
esperti, "The Final Cut" è a conti fatti un'opera percorsa dai limiti
della progressiva interiorizzazione solitaria di Roger Waters, ossessionato da
incubi di guerra e da angosciosi e struggenti ricordi paterni.
Tutto ciò ha però contribuito a farlo diventare
autocratico, considerandosi il creatore unico delle canzoni dei Floyd, entrando
spesso in contrasto con gli altri membri del gruppo e portandolo nel 1986, dopo
precedenti controversie, a dichiarare definitivamente sciolto il gruppo, cosa
che provoca la reazione di Gilmour che ricorrendo in appello alla
decisione dell'Alta Corte di Londra, ribalta la sentenza a suo favore.
Successivamente nel 1987, Gilmour e Mason tentano la
strada della rinascita dei Pink Floyd, nella speranza di resuscitare l'enorme
interesse che il gruppo originario suscitava nel pubblico. A parte il nuovo
lavoro, "A Momentary Lapse of Reason", che ha buone ma non
straordinarie vendite, il tentativo può dirsi in parte riuscito, soprattutto in
virtù del numero colossale di persone disposte a sentire i Pink Floyd dal vivo
nelle loro rare esibizioni. Il sospetto, però, è che si tratti pur sempre della
riviviscenza di un vecchio amore.
Dopo varie lotte penali e verbali, invece, Waters
continua con la sua carriera solista, anche se indubbiamente il pubblico ha
fatto una certa fatica a identificare l'artista, a causa del fatto che i Pink
Floyd hanno passato la maggior parte della loro carriera nel più completo
anonimato, mostrandosi e concedendosi poco ai media. Roger Waters si riscatta
riproponendo nel 1990 "The
Wall" (complice la caduta del muro di Berlino),
organizzando un concerto di beneficenza per il Memorial Fund for Disaster
Relief, eseguito davanti a 25.000 spettatori e trasmesso in molte parti del
mondo, nel luogo che divideva le due Germanie.
Per quanto riguarda i progetti musicali degli altri
membri, invece, è indubitabile che l'assenza di Waters, ormai preso dai suoi
progetti solistici (piuttosto deludenti, a detta degli intenditori), si è fatta
sentire in modo pesante. Al tour mondiale che segue la parziale
"reunion" dei Floyd, partecipa come session-man anche il
"vecchio" Richard Wright, successivamente reintegrato definitivamente
al gruppo. Un anno più tardi i Floyd realizzano "Delicate Sound of
Thunder", per alcuni il segno di un inarrestabile declino. Nel 1994 il
trio pubblica "The Division Bell", mentre l'ultima opera risale al
1995 con la realizzazione di "Pulse".
Roger Waters negli anni 2000
L'ultima fatica degli anni 2000 di Roger Waters è
"Ça ira", un'opera lirica in tre atti su libretto di Etienne
Roda-Gil, presentata in anteprima mondiale il 17 novembre 2005 all'auditorium
Parco della Musica di Roma. Il tema dell'opera è la Rivoluzione
francese (il titolo deriva proprio da un omonimo canto popolare della
rivoluzione francese).
Ha pubblicato alcuni album da
solista: "The Pros and Cons of Hitch Hiking" (1984), "Radio
K.A.O.S." (1987), "Amused to Death" (1992). Dopo
25 anni da quest'ultimo lavoro, nel 2017 pubblica "Is This The Life We
Really Want?". Ripropone nuovamente un lavoro nel campo della lirica
l'anno seguente: "The Soldier's Tale" (2018).
https://biografieonline.it/biografia-roger-waters
Nessun commento:
Posta un commento