“Le parole
gentili sono brevi e facili da dire, ma la loro eco è eterna.” Madre Teresa
Dono totale
Gonxha (Agnese) Bojaxhiu, la futura
Madre Teresa, è nata il 26 agosto 1910 a Skopje (ex Jugoslavia).
Fin da piccola riceve un'educazione
fortemente cattolica dato che la sua famiglia, di cittadinanza albanese, era
profondamente legata alla religione cristiana.
Già verso il 1928, Gonxha sente di
essere attratta verso la vita religiosa, cosa che in seguito attribuirà ad una
"grazia" fattale dalla Madonna. Presa dunque la fatidica decisione, è
accolta a Dublino dalle Suore di Nostra Signora di Loreto, la cui Regola si
ispira al tipo di spiritualità indicato negli "Esercizi spirituali"
di Sant'Ignazio
di Loyola. Ed è proprio grazie alle meditazioni
sviluppate sulle pagine del santo spagnolo che Madre Teresa matura il
sentimento di voler «aiutare tutti gli uomini».
Gonxha è attirata dunque
irresistibilmente dalle missioni. La Superiora la manda quindi in India, a
Darjeeling, città situata ai piedi dell'Himalaia, dove, il 24 maggio 1929, ha
inizio il suo noviziato. Dato che l'insegnamento è la vocazione principale
delle Suore di Loreto, lei stessa intraprende questa attività, in particolare
seguendo le bambine povere del posto. Parallelamente porta avanti i suoi studi
personali per poter ottenere il diploma di professoressa.
Il 25 maggio 1931, pronuncia i voti
religiosi e assume da quel momento il nome di Suor Teresa, in onore di
Santa Teresa
di Lisieux. Per terminare gli studi, viene
mandata, nel 1935, presso l'Istituto di Calcutta, capitale sovrappopolata ed
insalubre del Bengala. Ivi, essa si trova confrontata di colpo con la realtà
della miseria più nera, ad un livello tale che la lascia sconvolta. Di fatto
tutta una popolazione nasce, vive e muore sui marciapiedi; il loro tetto, se va
bene, è costituito dal sedile di una panchina, dall'angolo di un portone, da un
carretto abbandonato. Altri invece hanno solo alcuni giornali o cartoni... La
media dei bambini muore appena nata, i loro cadaveri gettati in una pattumiera
o in un canale di scolo.
Madre Teresa rimane inorridita quando
scopre che ogni mattina, i resti di quelle creature vengono raccolte insieme
con i mucchi di spazzatura...
Stando alle cronache, il 10 settembre
1946, mentre sta pregando, Suor Teresa percepisce distintamente un invito di
Dio a lasciare il convento di Loreto per consacrarsi al servizio dei poveri, a
condividere le loro sofferenze vivendo in mezzo a loro. Si confida con la
Superiora, che la fa aspettare, per mettere alla prova la sua ubbidienza. In
capo ad un anno, la Santa
Sede la autorizza a vivere fuori della
clausura. Il 16 agosto 1947, a trentasette anni, Suor Teresa indossa per la
prima volta un "sari" (veste tradizionale delle donne indiane) bianco
di un cotonato grezzo, ornato con un bordino azzurro, i colori della Vergine
Maria. Sulla spalla, un piccolo crocifisso nero. Quando va e viene, porta con
sé una valigetta contenente le sue cose personali indispensabili, ma non
denaro. Madre Teresa non ha mai chiesto denaro né ne ha mai avuto. Eppure le
sue opere e fondazioni hanno richiesto spese notevolissime! Lei attribuiva
questo "miracolo" all'opera della Provvidenza...
A decorrere dal 1949, sempre più
numerose sono le giovani che vanno a condividere la vita di Madre Teresa.
Quest'ultima, però, le mette a lungo alla prova, prima di riceverle.
Nell'autunno del 1950, Papa Pio XII autorizza ufficialmente la nuova istituzione,
denominata "Congregazione delle Missionarie della Carità".
Durante l'inverno del 1952, un giorno in
cui va cercando poveri, trova una donna che agonizza per la strada, troppo
debole per lottare contro i topi che le rodono le dita dei piedi. La porta
all'ospedale più vicino, dove, dopo molte difficoltà, la moribonda viene
accettata. A Suor Teresa viene allora l'idea di chiedere all'amministrazione
comunale l'attribuzione di un locale per accogliervi gli agonizzanti
abbandonati. Una casa che serviva un tempo da asilo ai pellegrini del tempio
indù di "Kalì la nera", ed ora utilizzata da vagabondi e trafficanti
di ogni sorta, è messa a sua disposizione. Suor Teresa la accetta. Molti anni
più tardi, dirà, a proposito delle migliaia di moribondi che sono passati da
quella Casa: "Muoiono tanto mirabilmente con Dio! Non abbiamo incontrato,
finora, nessuno che rifiutasse di chiedere "perdono a Dio", che
rifiutasse di dire: "Dio mio, ti amo".
Due anni dopo, Madre Teresa crea il
"Centro di speranza e di vita" per accogliervi i bambini abbandonati.
In realtà, quelli che vengono portati lì, avvolti in stracci o addirittura in
pezzi di carta, non hanno che poca speranza di vivere. Ricevono allora
semplicemente il battesimo per poter essere accolti, secondo la dottrina
cattolica, fra le anime del Paradiso. Molti di quelli che riescono a riaversi,
saranno adottati da famiglie di tutti i paesi. "Un bambino abbandonato che
avevamo raccolto, fu affidato ad una famiglia molto ricca - racconta Madre
Teresa - una famiglia dell'alta società, che voleva adottare un ragazzino.
Qualche mese dopo, sento dire che quel bambino è stato molto malato e che
rimarrà paralizzato. Vado a trovare la famiglia e propongo: "Ridatemi il
bambino: lo sostituirò con un altro in buona salute. ? Preferirei che mi
ammazzassero, piuttosto che esser separato da questo bambino!" risponde il
padre guardandomi, con il volto tutto triste". Madre Teresa nota:
"Quel che manca di più ai poveri, è il fatto di sentirsi utili, di
sentirsi amati. È l'esser messi da parte che impone loro la povertà, che li
ferisce. Per tutte le specie di malattie, vi sono medicine, cure, ma quando si
è indesiderabili, se non vi sono mani pietose e cuori amorosi, allora non c'è
speranza di vera guarigione".
Madre Teresa è animata, in tutte le sue
azioni, dall'amore di Cristo, dalla volontà di «fare qualcosa di bello per Dio»,
al servizio della Chiesa. "Essere cattolica ha per me un'importanza
totale, assoluta - dice - Siamo a completa disposizione della
Chiesa. Professiamo un grande amore, profondo e personale, per il Santo
Padre... Dobbiamo attestare la verità del Vangelo, proclamando la parola di Dio
senza timore, apertamente, chiaramente, secondo quanto insegna la Chiesa".
"Il lavoro che realizziamo è,
per noi, soltanto un mezzo per concretizzare il nostro amore di Cristo... Siamo dedite al servizio dei più poveri dei
poveri, vale a dire di Cristo, di cui i poveri sono l'immagine dolorosa... Gesù nell'eucaristia e Gesù nei poveri, sotto le specie del pane e sotto le
specie del povero, ecco quel che fa di noi delle Contemplative nel cuore del
mondo".
Nel corso degli anni 60, l'opera di
Madre Teresa si estende a quasi tutte le diocesi dell'India. Nel 1965, delle
Religiose se ne vanno nel Venezuela. Nel marzo del 1968, Paolo VI chiede a Madre Teresa di aprire una casa a Roma.
Dopo aver visitato i sobborghi della città ed aver constatato che la miseria
materiale e morale esiste anche nei paesi "sviluppati", essa accetta.
Nello stesso tempo, le Suore operano nel Bangladesh, paese devastato da
un'orribile guerra civile. Numerose donne sono state stuprate da soldati: si
consiglia a quelle che sono incinte, di abortire. Madre Teresa dichiara allora
al governo che lei e le sue Suore adotteranno i bambini, ma che non bisogna, a
nessun costo, "che a quelle donne, che avevano soltanto subito la
violenza, si facesse poi commettere una trasgressione che sarebbe rimasta
impressa in esse per tutta la vita". Madre Teresa ha infatti sempre
lottato con una grande energia contro qualsiasi forma di aborto.
Nel 1979 le viene assegnato il
riconoscimento più prestigioso: il Premio Nobel per la Pace. Tra le motivazioni è indicato il
suo impegno per i più poveri, tra i poveri, e il suo rispetto per il valore e
la dignità di ogni singola persona. Madre Teresa nell'occasione rifiuta il
convenzionale banchetto cerimoniale per i vincitori, e chiede che i 6.000
dollari del premio vengano destinati ai bisognosi di Calcutta, che con tale
somma possono ottenere aiuti per un anno intero.
Negli anni '80, l'Ordine fonda, in
media, quindici nuove case all'anno. A partire dal 1986, si insedia nei paesi
comunisti, fino allora vietati ai missionari: l'Etiopia, lo Yemen Meridionale,
l'URSS, l'Albania, la Cina.
Nel marzo del 1967, l'opera di Madre
Teresa si è arricchita di un ramo maschile: la "Congregazione dei Frati
Missionari". E, nel 1969, è nata la Fraternità dei collaboratori laici
delle Missionarie della Carità.
Chiestole da più parti di dove le
venisse la sua straordinaria forza morale, Madre Teresa ha spiegato: "Il
mio segreto è infinitamente semplice. Prego. Attraverso la preghiera, divento
una cosa sola nell'amore con Cristo. PregarLo, è amarLo".
Inoltre, Madre Tersa ha anche spiegato come l'amore sia indissolubilmente unito
alla gioia: "La gioia è preghiera, perché loda Dio: l'uomo è creato per
lodare. La gioia è la speranza di una felicità eterna. La gioia è una rete
d'amore per catturare le anime. La vera santità consiste nel fare la volontà di
Dio con il sorriso".
Tante volte Madre Teresa, rispondendo a
giovani che manifestavano il desiderio di andarla ad aiutare in India, ha
risposto di rimanere nel loro paese, per esercitarvi la carità nei
riguardi dei "poveri" del loro ambiente abituale. Ecco alcuni suoi
suggerimenti: "In Francia, come a New York e dovunque, quanti esseri
hanno fame di esser amati: è una povertà terribile, questa, senza paragone con
la povertà degli Africani e degli Indiani... Non è tanto quanto si dà, ma è
l'amore che mettiamo nel dare che conta... Pregate perché ciò cominci nella
vostra propria famiglia. I bambini non hanno spesso nessuno che li accolga,
quando tornano da scuola. Quando si ritrovano con i genitori, è per sedersi
davanti alla televisione, e non scambiano parola. È una povertà molto
profonda... Dovete lavorare per guadagnare la vita della vostra famiglia, ma
abbiate anche il coraggio di dividere con qualcuno che non ha ? forse
semplicemente un sorriso, un bicchier d'acqua -, di proporgli di sedersi per
parlare qualche istante; scrivete magari soltanto una lettera ad un malato
degente in ospedale...".
Dopo varie degenze in ospedale, Madre
Teresa si è spenta a Calcutta, il 5 settembre 1997, suscitando commozione in tutto
il mondo.
Il 20 dicembre 2002 papa Giovanni Paolo II ha firmato un decreto che riconosce le virtù
eroiche della "Santa dei Poveri", iniziando di fatto il processo di
beatificazione più rapido nella storia delle "cause" dei santi.
Nella settimana che celebrava i suoni 25
anni di pontificato, il 19 ottobre 2003, papa Giovanni Paolo II ha presieduto la beatificazione di madre Teresa
davanti a un'emozionata folla di trecentomila fedeli. La sua canonizzazione
avviene il 4 settembre 2016 sotto il pontificato di Papa Francesco.
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