“Morire, non
ripiegare.” Luigi Cadorna
La
carriera militare di Luigi Cadorna: gli albori e l'ascesa
La prima
guerra mondiale: il programma con Zupelli
Strategia
militare e (non) politica: un uomo solo al comando
Luigi Cadorna nasce a Pallanza, frazione
dell'attuale comune di Verbania, in Piemonte, il 4 settembre del 1850. Il padre
Raffaele è generale: è grazie a lui che Luigi viene avviato sin da bambino alla
carriera militare.
La carriera militare di Luigi
Cadorna: gli albori e l'ascesa
Il percorso militare di Luigi Cadorna
inizia all'età di 10 anni quando è allievo del Collegio militare di Milano.
Cinque anni dopo passa all'Accademia militare di Torino e diviene sottotenente
dello Stato Maggiore. Nel 1868 entra alla Scuola di guerra, due anni dopo è
tenente.
Da qui parte una carriera di successi in
cui, girando l'Italia centrale e settentrionale, conquista la stima degli alti
ranghi del settore. Nel 1875 Luigi Cadorna è capitano e viene
trasferito a Roma.
A distanza di 5 anni consegue il grado
di maggiore: dal 1883 al 1886 è comandante di battaglione ad Alba, poi
comandante a Verona e ancora capo di Stato Maggiore a Verona. Nel 1892 è
colonnello comandante del decimo reggimento dei bersaglieri a Cremona e a
Napoli, quindi capo di Stato Maggiore a Firenze. Ancora, dal 1898 è maggiore
generale della brigata Pistoia ad Alessandria e poi all'Aquila, quindi dal 1905
tenente generale ad Ancona e Napoli.
Nel 1910 è comandante del corpo d'armata
di Genova e designato al comando della seconda armata in caso di guerra. Nel
1913 è senatore del Regno.
Persa per un soffio la precedente nomina
e a breve distanza da quello che sarebbe stato il primo conflitto mondiale, nel
1914, succede al generale Pollio alla carica di capo di Stato Maggiore
dell'esercito.
La prima guerra mondiale: il
programma con Zupelli
Nell'ottobre del 1914 Antonio Salandra annuncia che l'intervento dell'Italia nella
Prima Guerra Mondiale sarebbe avvenuto in primavera: Luigi Cadorna,
insieme al generale Zupelli, dà vita a un dettagliato programma di preparazione
al conflitto.
Dal punto di vista puramente militare,
il programma mette in moto una sorta di restauro di forze, equipaggiamenti,
batterie e corpi. Oltre a questo, chiede una mobilitazione industriale.
Il 24 maggio del 1915 partono le
operazioni contro le truppe austro-ungariche. Da lì 30 mesi di comando in cui
l'obiettivo della vittoria di Cadorna viene perpetrato senza mezze misure: né
deroghe, né controlli alla volta dell'Isonzo e delle Alpi Giulie.
Nel 1916 i guadagni territoriali sono
limitati e Cadorna viene sorpreso dall'offensiva austro-ungarica del Trentino.
Prosegue sull'Isonzo e strappa al nemico Gorizia nell'agosto del 1916. Un anno
dopo esce vincitore dalla battaglia della Bainsizza (Undicesima battaglia
dell'Isonzo).
Strategia militare e (non)
politica: un uomo solo al comando
Cadorna procede così come la sua
macchina da guerra: non conosce arresto. Il generale, grande accentratore, solo
al comando, non ha però grande cura dell'aspetto umano delle truppe, spesso non
esattamente aderenti al suo immaginario: non sente le loro necessità e
all'occorrenza risponde sparando e denunciando.
A fronte di un esercito grande e ben
guidato, resta un'insufficienza nell'empatia con questo: Luigi Cadorna non sa
leggere le debolezze dei suoi uomini, finendo per non valorizzare tutte le
risorse in campo. Anche rispetto al governo resta lontano, impedendo qualsiasi
ingerenza nella condotta delle operazioni militari.
Intanto, grazie alla propaganda a mezzo
stampa, Cadorna diventa l'eroe per antonomasia tanto da meritarsi la richiesta di
capeggiare, nel 1917, un colpo di stato di estrema destra per instaurare una
dittatura militare. I rapporti con lo Stato a questo punto sono sempre più
critici.
Caporetto: la fine del
conflitto e della gloria
Il 24 ottobre del 1917 la
quattordicesima armata austrotedesca sfonda le linee italiane a Caporetto. Il
nemico, seppur atteso, avanza a una velocità non prevista verso la pianura
veneta: gli italiani crollano, con episodi di sciopero e diserzioni motivate
anche dalla propaganda neutralista.
Il 27 ottobre 1917 Luigi Cadorna,
prossimo all'ordine di ritirata, telegrafa:
L'esercito cade non sotto i colpi del nemico esterno,
ma sotto i colpi del nemico interno, per combattere il quale ho inviato al
governo quattro lettere che non hanno ricevuto risposta.
L'avvilimento fisico, lo stremo, la
pesante carenza di risorse mista a noti difetti di organizzazione creano
disordine nelle truppe che arretrano con gravi perdite fino al Piave. Sul generale Cadorna ricadono le colpe di
questo caos, causa della finale disfatta italiana.
Ne risponde pochi giorni dopo quando,
sulla scia della sconfitta e con Vittorio Emanuele
Orlando presidente del governo, Vittorio
Luigi Alfieri ministro della Guerra, Armando Diaz e
Gaetano Giardino designati, nel convegno di Rapallo gli Anglo francesi pongono
una condizione: la concessione della truppe in cambio della sostituzione
immediata di Cadorna.
Il 9 novembre viene sostituito da Armando
Diaz. Aspre critiche inquinano l'operato di Luigi Cadorna dopo la
disfatta di Caporetto fino al 1919 quando, anticipando di un anno il
passaggio alla posizione ausiliaria per ragioni di età, è collocato a riposo.
L'altro Cadorna: i libretti e i libri
È datato 1898 "Istruzione
tattica" il primo libretto di Cadorna, relativo alla fanteria.
Nel testo si sottolinea l'importanza di alcuni ingredienti chiave:
coordinamento delle varie armi, sfruttamento del terreno per i tiratori
avanzati, determinazione del comandante e disciplina nelle truppe.
Nel 1902 dà alle stampe "Da
Weissemburg a Sedan nel 1870",
uno studio in cui Luigi Cadorna discute la tattica dei reparti prussiani nella
guerra con la Francia. Un secondo libretto è datato febbraio 1915.
Durante la preparazione e in fase di
programmazione di quello che sarebbe stato il primo conflitto mondiale, Cadorna
distribuisce fra gli ufficiali "Attacco frontale e ammaestramento
tattico".
Quando nel 1919 viene destituito
anzitempo, sulla scorta delle numerose critiche mossegli, Cadorna raccoglie le
sue memorie belliche nel volume intitolato "La guerra al fronte
fino all'arresto sulla linea del Piave e del Grappa". Cadorna racconta
qui la storia del conflitto sul filo del tempo, così come vissuto.
Inoltre, nel 1925 pubblica "Altre
pagine sulla guerra mondiale" e "Le pagine
polemiche", ancora su Caporetto. Alle opere si aggiungono una
biografia del padre Raffaele Cadorna e le "Lettere
famigliari".
Gli ultimi anni di vita
Nel dopoguerra Luigi Cadorna, generale e
autore, è amato e odiato. Da una parte ha il sostegno e la completa
riabilitazione dopo Caporetto, promossa dai nazionalisti; dall'altra fascisti,
giolittiani, popolari e sinistre che restano un passo indietro.
Il 4 novembre del 1924 Benito Mussolini cambia le carte in tavola e lo nomina
maresciallo d'Italia, assieme a Diaz. Luigi Cadorna, inoltre, entra in Senato
nel 1925. Muore all'età di 78 anni il 21 dicembre del 1928 in Liguria, a
Bordighera, in provincia di Imperia.
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