Matrimoni Pacchiani e funerali esagerati. Il richiamo a
riti arcaici strumentalizzato per dissimulare un potere criminale attuale e
sofisticato. A dispetto del linguaggio semplice, involontariamente comico,
esibito con sfrontatezza in ogni occasione tv. Parliamo dei Casamonica, un clan
attivo a Roma da trent’ann, scoperto quasi per caso dagli italiani, complice
quelle eseque da “padrino” le cui immagini hano fatto il giro dei tg di mezzo
mondo. Un misto di folclore etnico e di arroganza prevaricatrice, uno sberleffo
alle autorità costituite, prefetto e sindaco di Roma, innanzitutto. Con la
benedizione di Bruno Vespa. Nel salotto buono di “Porta a porta” Vera e Victor
Casamonica, zia e nipote, hanno potuto fare libero sfoggio del più disarmante e
subdolo degli argomenti: noi siamo fatti così, embè, mica dottor Vespa vuoi
giudicare la nostra cultura…. Chi Sono Dunque i Casamonica? Cittadini borderline,
vittime di un pregiudizio razzista per la loro origine nomade o pericolosi membri
di un’organizzazione criminale in stile mafioso con vincoli associativi di tipo
familiare? (..) proponiamo un’accurata e aggiornata ricostruzione giornalistica
realizzata da Gianfrancesco Turano attraverso la quale i lettori possono farsi
un’opinione sul vero volto del sistema Casamonica: droga, usura, speculazione
edilizia, traffico di auto. E gli immancabili contatti con il mondo degli
insospettabili. Le responsabilità penali – è bene sottolinearlo anche se può
apparire scontato – sono sempre individuali.
Sarebbe ingiusto quindi criminalizzare un cognome. Un’intera e ampia famiglia.
Raccontiamo invece un sistema che con quel funerale del 20 agosto scorso ha
voluto ribadire il suo potere, innanzitutto all’interno del proprio ambiente. Roma Continua a
sottovalutare la pericolosità delle organizzazioni criminali germinate nel suo
territorio. C’è un atteggiamento ondivago su come interpretare. e poi
contrastare – il fenomeno. La rappresentazione di una “mafia alla vaccinara”
riduce tutto in qualcosa di grottesco; preoccupante sì ma non troppo.
Nell’inchiesta aperta dalla Procura di Roma su Carminati, Buzzi e soci c’è chi
ha provato a mettere in discussione la natura mafiosa della banda di Mafia
Capitale, anche dopo una prima pronuncia della Cassazione che ne ha confermato
la consistenza dal punto di vista giuridico. Conoscere Per Capire . La negazione della realtà è vizio
antico delle classi dirigenti chiamate ad arginare le mafie. Persino nella
Napoli di Luigi De Magistris può fare scandalo una constatazione quasi ovvia.
Rosy Bindi, presidente della commissione antimafia, ha detto che la camorra è
un dato costitutivo della realtà di Napoli. Immediata l’indignazione del
sindaco, che pure si era guadagnato tra i suoi concittadini l’appellativo di
“Giggino ‘a manetta” per i suoi trascorsi di pubblico ministero. De Magistris
ha invocato l’orgoglio napoletano e ha ricordato le tante cose positive della
capitale del Sud. (..). Napoli, Roma: realtà profondamente diverse. Unite
da un esile filo, la sottovalutazione del degrado e dell’abbandono delle
sterminate periferie. Lì dove il contropotere camorristico-mafioso recluta
adepti a buon mercato. Dove solo un funerale fa scandalo.
Luigi Vicinanza – Editoriale – www.lespresso.it-@vicinanzal –
L’Espresso – 1 ottobre 2015
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