Come Dire La riforma delle nullità
matrimoniali ha richiesto al Papa un po’ meno travagli legislativi di quella
del Senato italiano. E’ meglio di una riforma di nullità. C’è da credere che
Matteo Renzi abbia invidiato la possibilità do “motu proprio” di cui gode,
dall’altra parte del Tevere, un Governante più decisionista di lui (e più “a
sinistra”, almeno secondo certi commentatori). La cosa però affascinante è
proprio il concetto di “nullità”, che nel linguaggio comune è solo una contumelia
che ha perso tutta la sua allure filosofica. “Sei una nullità”: sono cose da
Paperino e Paperone. Invece la nullità del matrimonio è un concetto grandioso.
La cosa non è avvenuta, il velo e i confetti simboleggiavano un’unione
immaginaria. Sotto il tulle, nulla. Fa capire come la differenza fra i due
matrimoni, religioso e civile, è che nel civile la Cosa è materiale: i due, che
plausibilmente a nanna assieme andavano già, possono adottare bambini e
percepire l’uno la pensione dell’altro. Invece nel matrimonio religioso
l’importante è quello che non si vede e per quanto i due possano aver
convissuto, copulato e procreato il loro vescovo potrà decidere che l’unione
non è mai stata effettiva. Per laici e mangiapreti, una ristruttura della
Storia, ovvero della loro story, con il senno di poi. Ma cosa ne sanno, i
materialisti volgari, del Nulla?
Stefano Bartezzaghi – VISIONI – l’Espresso – 8 ottobre 2015 -
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