Roma. Avete già iscritto i vostri
figli a nuoto, basket, scacchi, arti marziali, teatro, equitazione e
pattinaggio artistico? E pensare che avreste potuto, semplicemente, fargli fare
le pulizie di casa. Secondo alcuni studi, aiutare nelle faccende domestiche è
l’attività extrascolastica più educativa e responsabilizzante da proporre a un
bambino. Così – mentre lo psicologo comportamentale americano Richard Rende
mette in vendita su Amazon Raising
can-do-Kids, che proprio di questo parla accuratamente – il sociologo
Lorenzo Todesco, ricercatore dell’Università di Torino e autore del volume,
edito da Carocci, Quello che gli uomini
non fanno. Il lavoro familiare nelle società contemporanee, analizza la
modalità di coinvolgimento dei bambini nelle faccende domestiche: viene fuori
che in Italia sono ben pochi i genitori che si fanno aiutare e, comunque, alle
femmine si chiede molta più collaborazione che ai maschi. “Tra i tre e i dieci
anni, i bambini, e le bambini e le bambine si impegnano in casa quasi allo
stesso tempo” dice Todesco. “Parliamo di una media di 14 minuti al giorno per i
primi, 17 per le bambine. Oltre questa fascia d’età, le strade divergono. Tra
gli 11 e i diciassette anni, le ragazze si impegnano $8 minuti al giorno, i
maschi 22. Fra 1 18 e i 24 anni un’ora e 30 per le femmine contro i 27 minuti
dei maschi. Dopo i 24 le ragazze dedicano un’ora e 55 minuti, gli uomini 35
minuti”. Eppure, sembra proprio che darsi da fare in casa sia formativo. Non parliamo
di rifarsi il letto (attività troppo autoreferenziale): quel che è utile
davvero è aiutare a tenere in ordine gli spazi comuni della casa. Sparecchiare
la tavola, quindi, riordinare il salotto, spolverare la credenza. E farlo,
soprattutto, senza ricevere alcuna paghetta in cambio, gesto che inficerebbe il
valore educativo della cosa trasformando
i nostri bambini in furbissimi mini imprenditori. Lorena Pentecoste,
psicoterapeuta dell’età infantile, spiega:
“Coinvolgere i piccoli favorisce tre aspetti fondamentali: il senso di
auto-efficacia, e dunque di autostima (un bimbo che riesce a portare a termine
un compito importante per mamma e papà si sentirà capace); il senso ai
autonomia, perché solo se un bambino è sicuro prova a fare da solo; il senso di
responsabilità, che è fondamentale venga instillato nei bambini poiché conduce
alla capacità di collegare le proprie azioni alle loro conseguenze”. Ma se
pensate di chiedere a vostro figlio di rimettere i biscotti al loro posto
urlandoglielo da una stanza all’altra, siete fuori strada. “E’ un percorso che
procede per tutta la crescita e si basa sulla relazione. Non funzione se lo
facciamo andando di fretta, senza un contatto visivo e di vicinanza, o se ci
lamentiamo prima ancora di incoraggiare. Un bambino collabora in casa se prima
c’è stato un adulto che, con pazienza, glielo ha insegnato”
Valentina Farinaccio – Italia – Il Venerdì di Repubblica – 2
ottobre 2015 -
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