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sabato 23 gennaio 2016

Lo Sapevate Che: Una Tinderlata e via... Il sito delle conquiste conquista gli italiani...



Gli italiani rimorchiano su Tinder, non è più un mistero. E per quei pochi che di Tinder non hanno mai sentito parlare, ecco un breve ragguaglio: si tratta di un’app statunitense da più di 50 milioni di utenti che, dal 2012, attraverso un algoritmo che incrocia solo i profili che manifestano reciproco interesse, punta a combinare incontri di sfacciata natura occasionale. Confrontando i dati forniti dal team Tinder con quelli elaborati dal sito Statista.com e altri pubblicati lo scorso anno dall’Uffington Post, si scopre che in Europa, gli italiani (soprattutto uomini, single, under 35) sono, dopo gli spagnoli, i più accaniti frequentatori di Tinder; che la ricerca di qualcuno con cui organizzare una Tinderata (l’uscita  che segue l’incontro in chat) si svolge alla sera, soprattutto, fra le 21 e le 22. E che l’incremento d’iscrizioni, nel 2015, è stato del30 per cento rispetto al 2014. Chiediamo allora a Valeria Nardilli, bella e giovane attrice romana, di passare una settimana su Tinder. Dopo i primi giorni trascorsi a cercare con cura, e scarsi risultati, il profilo perfetto, Valeria cambia strategia e diventa più generosa nello swipe verso destra (il gesto del dito che, scorrendo sullo schermo dello smartphone, approva un utente, oppure lo rifiuta, scorrendo al contrario). “Il sito si fonda sull’apparenza: scegli sulla base delle sei foto presenti (pescate dal profilo Facebook di ciascun iscritto con la garanzia di non lasciarne traccia sul social di Zuckerberg). I bellocci sono più scontati, annoiati, con loro ho avuto a che fare i primi quattro giorni. Poi ho capito che i bruttini si impegnano di più, trovano escamotage meno banali”. Così, in un giorno, Valeria rimedia fino a 30 match, che è poi il termine che indica l’approvazione reciproca grazie alla quale ci si può trasferire in chat. Pochi gli audaci che vanno dritti al dunque, cosa che invece, a quanto pare, è assai più frequente oltreoceano, e nessuna conversazione interessante, riassume Valeria, eccezion fatta per una, che si sarebbe forse potuta trasformare in una cena, se non si fosse trattato di un esperimento. David Casalini, esperto di internet e di sviluppo di applicazioni, nonché docente di Social Network Influence Design al Politecnico di Milano, pare poco stupito dal successo italiano di Tinder: “Siti e app di dating (appuntamenti) sono usati nel mondo, e anche in Italia, fin da quando la rete è diventata un fenomeno aperto a tutti. Facebook stesso è nato con l’idea di uno studente della più prestigiosa università del mondo di sapere che cosa facessero le ragazze nel suo campus. I primi siti di dating sembravano vere e proprie agenzie matrimoniali che promettevano l’amore eterno, ma la vita è diversa: si va su Tinder, in fondo, per divertirsi e incontrare qualcuno così come la mia generazione andava in discoteca”. Gli chiediamo, allora, che valore abbia, oggi, un like. Casalini risponde: “E’ come uno sguardo. Conta tutto quello che succederà dopo. Se succederà”.
Valentina Farinaccio – Il Venerdì di Repubblica – 15 gennaio 2016

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