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venerdì 22 gennaio 2016

Lo Sapevate Che: Centomila cervelli via dall'Italia, ma chi ne parla è un gufo...



I problemi  veri dell’Italia non li trovi nei talk show, ma parlando con gli italiani che sono emigrati all’estero. Sono ormai centomila che espatriano ogni anno, sempre più spesso giovani diplomati e laureati. Una cifra colossale che continua a non interessare il dibattito pubblico. Un investimento di due miliardi all’anno che va in fumo, tanto è costato a Germania, Gran Bretagna, Francia, Svizzera. Un patrimonio inestimabile di capacità, energia, intelligenza. Perché se ne vanno? Se ne vanno anzitutto da un Paese ingiusto, il meno meritocratico d’Europa, dove le anti-virtù del familismo, del clientelismo e del servilismo contano assai più per trovare un lavoro di quanto pesino talento, onestà e capacità. Disgustati da un sistema dove un imbecille qualsiasi può ricoprire posti da favola soltanto perché fa parte di un clan o di un cerchio magico, mentre un genio della ricerca deve tirare a campare con un mensile miserabile. Se vanno da un Paese che ha perso troppi treni e bruciato il proprio futuro inseguendo pifferai da quattro soldi e ricette semplicistiche. Invece di pensare a un nuovo modello di sviluppo. Siamo la nazione con meno laureati in Europa, il 20 per cento dei giovani, contro una media del 40, e a quei pochi non riusciamo neppure a trovare impiego, perché il sistema produttivo è bolso e da decenni si è smesso d’investire su formazione e innovazione, puntando a ridurre i salari, chiunque fosse al governo. Oramai il danno è fatto e il gap con le nazioni del Nord Europa è incompatibile, quindi perché restare? Se ne vanno  perché siamo un Paese ucciso dalla Burocrazia e dalle tasse, che servono sempre di più a pagare gli interessi di un debito pubblico comunque fuori controllo, a mantenere apparati clientelari e per progettare grandi opere inutili o mai completate, ma non sono mai servite  a ricostruire un welfare moderno, per esempio a varare una politica della casa per i giovani come nel resto d’Europa. In una nazione non rimbecillita da vent’anni di stupidario televisivo e non solo, quei centomila migranti l’anno sarebbero al centro dell’attenzione di tutti, il principale argomento di discussione  delle classi dirigenti. In Italia, se ne parli ogni tanto, ti dicono che sei un gufo e ci vuole un po’ più di ottimismo. Andiamo avanti così, diceva un personaggio di Nanni Moretti.
Curzio Maltese – Contromano – Il Venerdì di Repubblica – 15 gennaio 2016 - 

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