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lunedì 18 gennaio 2016

Lo Sapevate Che: Previsione sicura per l'anno nuovo: gli indovini sbagliano...



In quel momento incerto all’inizio di un nuovo anno, quando alcuni di noi hanno appena finito di annegare la paura di quel che potrà accadere in strazianti veglioni e in secchi di bevande inutilmente costose, piovono dalla galassia i meteoriti delle previsioni. C’è chi riapre il libro dell’immancabile Nostradamus, chi si aggrappa al vecchio e caro oroscopo, chi riscopre le sibille balcaniche o gli annuari di frati, sperando di trovare ragioni per sperare. O per avere paura. Qui preferiamo un altri metodo. Non cercare di prevedere il futuro il quale, non esistendo, non può essere previsto, ma al contrario tornare al passato e vedere quali delle profezie fatte da scienziati, filosofi, esperti si sono rivelate miseramente false, come esercizio per non prendere sul serio nessun pronostico. Cominciamo da un classico, la “minaccia del treno”. Appartiene a uno scrittore irlandese dell’800, Dionysius Lardner avvertì il popolo che treni capaci di viaggiare oltre i 60 chilometri orari sarebbero stati impossibili, perché a quella velocità l’aria sarebbe stata risucchiata dai vagoni.(..). Albert Einstein, che pure qualche brillante idea nuova in materia di fisica aveva avuto, era certo che nel 1932 che l’atomo “non sarebbe mai stato sfruttabile come fonte di energia” e ancora più netto nelle previsioni sarebbe stato il titano di Hollywood Darryl Zanuck, guardando il suo primo televisore, nel 1939: “Una moda passeggera della quale il pubblico si stancherà presto”, sbuffò. E se i banchieri sono divenuti oggi tristemente famosi per la loro spregiudicatezza nel consigliare acquisti sbagliati, la storia ricorda anche banchieri divenuti celebri per avere invitato i clienti a non fare gli investimenti giusti: “Il cavallo è qui per restare, le automobili scompariranno presto, mi creda”, disse il presidente della Michigan Saving Bank all’avvocato di Henry Ford, sconsigliandogli di comprare azioni della casa automobilistica. (..) Tomas Watson, calcolò che nel mondo ci sarebbe stato un mercato “per quattro o cinque computer al massimo”. A sua giustificazione va detto che nel 1943, quando si espresse così, un calcolatore elettronico a valvole con una potenza infinitamente inferiore a quella dello smartphone che portiamo in tasca o in borsa, aveva le dimensioni di una palazzina, Non c’è campo della vita e della società che sia stato risparmiato dai profeti ciechi. La Decca, colosso della discografia, respinse i Beatles, perché “il loro suono era banale e le chitarre avevano stancato”, pochi anni dopo che Variety, il periodico letto come un vangelo dal mondo dello spettacolo, aveva sentenziato, all’inizio del 1955, che “il rock ‘n roll è destinato a tramontare prima della fine dell’anno”. Dunque, passate le feste e i brindisi, continuiamo a sperare senza darci troppa cura di previsioni. Anche in materia di economia, è inutile arrovellarci troppo, visto che nelle fabbriche del futuro lavoreranno solo un uomo e un cane, disse il futurologo americano Warren Bennis: “L’uomo per dar da mangiare al cane, il cane per impedire all’uomo di toccar erse  le macchine”. Forse sbagliava anche lui, ma per prudenza, auguri a tutti e soprattutto al cane.
Vittorio Zucconi – Donna di Repubblica – 9 gennaio 2016 

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