La conquista
francese dell'Italia del nord aveva risvegliato lo spirito unitario nei diversi
Stati della Penisola, al cui posto erano nate delle repubbliche d'ispirazione
giacobina. Come segno di adesione agli ideali della Rivoluzione e
del regime napoleonico, in queste nuove entità vennero adottate bandiere e coccarde
che nei colori e nella suddivisione in tre fasce richiamavano il modello
francese.
La versione italiana differiva in un colore: il verde in luogo del blu. A
idearla nel 1794 furono due studenti dell'Università di Bologna e martiri
patrioti: il bolognese Luigi Zamboni e l'astigiano Giovanni
Battista de Rolandis (originario di Castell'Alfero). Il loro disegno
mise assieme il bianco e il rosso, presenti nel vessillo di molte città del
nord (per alcuni s'ispirarono alle rispettive città d'origine, per altri alla
città di Milano) con il verde che simboleggiava la speranza di unificare il
paese (ma riprendeva anche il colore della divisa della guardia civica
milanese).
In poco tempo divenne un segno di riconoscimento per i popoli liberati dal
vecchio potere monarchico. Un clima che accompagnò la formazione della Repubblica
Cispadana, nata dall'unione delle province di Modena e Reggio Emilia con le
ex legazioni pontificie di Ferrara e Bologna. L'atto di costituzione fu
ratificato da un'assemblea di 110 delegati, presieduta dal ferrarese Carlo
Facci, che venne convocata nella sala dell'archivio ducale di Reggio Emilia
(successivamente ribattezzata Sala del Tricolore).
Qui tra gli altri provvedimenti, fu deciso, su mozione del deputato Giuseppe
Compagnoni, di adottare il Tricolore come stendardo ufficiale. In questa
fase si presentava divisa in tre fasce orizzontali, dai colori
rosso-bianco-verde (dall'alto verso il basso), e con al centro il Turcasso o
Faretra con quattro frecce, a simboleggiare l'unione delle quattro popolazioni
di Bologna, Ferrara, Modena e Reggio Emilia.
Quasi un anno mezzo dopo, con la nascita della Repubblica Cisalpina (che
inglobò Cispadana e Transpadana) si passò alla disposizione a fasce verticali,
partendo dall'asta con il colore verde. Questo modello durò poco e all'inizio
del XIX secolo si optò per un quadrato rosso contenete un rombo bianco che a
sua volta racchiudeva un quadrato verde (dal 2000 diventerà lo stendardo del
Presidente della Repubblica).
Utilizzato dai moti rivoluzionari degli anni Trenta, il Tricolore tornò in auge
con i moti del ’48 fino a diventare l'insegna ufficiale del Regno di
Sardegna e conseguentemente del Regno d'Italia. La sistemazione
definitiva maturò con la Costituzione, dove, all'art 12 comma 6, si
stabilì ordine e tonalità dei colori. Per tutelarla, inoltre, venne introdotto
nel codice penale il reato di vilipendio o danneggiamento della bandiera (art.
292).
La sua prima grande celebrazione ebbe luogo in occasione del centenario (1897),
quando il poeta Giosuè Carducci fu chiamato a pronunciare
un'orazione solenne nell'atrio del palazzo comunale di Reggio Emilia.
Esattamente un secolo dopo il Parlamento italiano istituì la giornata
nazionale della bandiera.
http://www.mondi.it/almanacco/voce/27012
Nessun commento:
Posta un commento