Quella che potrebbe passare
come una sintetica analisi di alcune realtà contemporanee traduce in effetti il
clima in cui esplose l'affaire Dreyfus, un episodio destinato a segnare
la storia politica francese ed europea, oltre a dare un nuovo e definitivo
ruolo ai media e al concetto di "opinione pubblica".
Correva l'autunno del 1894 nella Francia della
cosiddetta Terza Repubblica, guidata all'epoca dal primo ministro Charles
Dupuy. Colpita dallo scandalo di Panama (con diversi deputati accusati di
corruzione) e minata da una profonda instabilità politica, la società francese
reagì all'insegna del più acceso nazionalismo e di un mai sopito antisemitismo,
quest'ultimo dilagante in tutt'Europa.
Questi due sentimenti ebbero libero sfogo di
fronte all'accusa di spionaggio a favore della Prussia nei confronti
dell'ufficiale francese Alfred Dreyfus. A condannarlo una lettera
con informazioni riservate che riportava una calligrafia simile alla sua. Una
prova alquanto debole dietro cui si celavano due ragioni, confermate dalla
storiografia ufficiale, di tutt'altra natura: la prima è che Dreyfus era ebreo;
la seconda è che era nato in Alsazia, dominio prussiano dal 1870.
Processato a porte chiuse e condannato ai lavori
forzati, Dreyfus trovo nel fratello e in alcuni intellettuali degli alleati
preziosi, nel formare una vasta opinione pubblica a sostegno della sua
innocenza. Vero e proprio manifesto di questa battaglia fu la famosa lettera
di Émile Zola, pubblicata sulla rivista letteraria Aurore e
intitolata «J'accuse!», divenuta espressione comune dell'italiano
per indicare un'azione di denuncia.
L'ampio clamore mediatico, che interessò la
stampa europea e d'oltreoceano, contribuì a far riaprire il processo e nel 1906
a far assolvere l'ufficiale, dimostrando la colpevolezza del maggiore Ferdinand
Walsin-Esterházy. Fonte d'ispirazione per il cinema (tra cui un cortometraggio
muto del celebre Georges Méliès), fu il primo grande caso di cronaca
internazionale e il primo esempio di come l'opinione pubblica possa fare
pressione sulle istituzioni. Da esso il linguaggio giornalistico derivò
l'espressione "affaire", quale sinonimo di questione di una certa
urgenza o rilevanza.
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