“La storia sociale insegna che non esiste
politica sociale senza un movimento sociale che sia capace di imporla.”
Pierre Bourdieu
Lo studio dell'oppressione
sociale
Sociologo francese, nato a Denguin il 1° agosto 1930,
Pierre Bourdieu è stato forse il più importante scienziato sociale europeo
della seconda metà del XX secolo.
Influenzato sia dal marxismo che
dallo strutturalismo, Bourdieu si è interessato particolarmente allo studio dei
processi culturali elaborando diverse idee fondamentali per la comprensione della
società, all'interno di una visione strutturalista secondo la quale nel mondo
sociale esistono strutture indipendenti dalla coscienza dell'individuo e dal
suo volere, le quali delimitano il comportamento dell'attore sociale.
Queste idee trovano spazio nella sua analisi sul
gusto, dove le preferenze culturali degli individui vengono messe in relazione
alla distinzione di classe e all'habitus che domina la classe stessa. Così
l'estetica popolare o il lusso diventano segni della conflittualità di classe e
rappresentano parte di quel inconscio collettivo che definisce i gusti di una
classe sociale (l'habitus).
L'habitus, ossia la struttura di norme e
comportamenti, permette così a Bourdieu di spiegare come viene interiorizzata
la cultura di una società riproducendola allo stesso tempo.
In questo modo, il modello culturale dominante risulta
posto tra forze dinamiche (le percezioni sociali dei differenti habitus da
parte degli individui) e forze statiche (i processi educativi che portano gli
individui a reiterare gli schemi dominanti).
A Bourdieu si devono anche il concetto di riti di
istituzione (ossia quei riti che servono a reiterare e a ufficializzare la
gerarchia sociale) e il concetto originale di "violenza simbolica"
(ossia una forma di violenza associata ai processi educativi, come l'acquisizione
di capitale culturale, politico etc).
Bourdieu ha anche rinnovato la tradizione francese
dell'engagement, prendendo posizione negli eventi più significativi del nostro
tempo: al fianco degli studenti nelle loro lotte, con gli intellettuali
algerini nel conflitto per l'indipendenza o accanto a Lech Walesa con
Solidarnosc all'inizio degli anni '80 contro l'occupazione sovietica della
Polonia.
Ed ogni suo impegno è sempre stato accompagnato dalla
sua competenza di sociologo.
Tra le sue opere più note: Sociologie de l'Algérie
(1956), Esquisse d'une théorie de la pratique, (1972), La distinction. Critique
sociale du Jugement (1979), Le Sens pratique (1980), Questions de sociologie
(1980), Homo academicus (1984), Les Règles de l'art. Genèse et structure du
champ littéraire (1992), La Misère du monde (1993).
Membro dell'Accademia Europea e dell'American Academy
of Arts and Sciences, tra i vari riconoscimenti ricevuti in carriera vi sono la
medaglia d'oro del CNRS (1993) e una laurea honoris causa dell'Università
Johann Wolfgang Goethe di
Francoforte (1996).
Pierre Bourdieu è scomparso a settantuno anni il
giorno 23 gennaio 2002 a Parigi.
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