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sabato 20 agosto 2022

Lo Sapevate Che: Carla Fracci: Mi lamento perché sono polemica, ma la mia è stata una gran bella vita Nata a Milano, è stata una delle più importanti ballerine della storia.


Ho danzato nei tendoni, nelle chiese, nelle piazze. Sono stata una pioniera del decentramento. Volevo che questo mio lavoro non fosse d'élite, relegato alle scatole d'oro dei teatri d'opera. E anche quand'ero impegnata sulle scene più importanti del mondo sono sempre tornata in Italia per esibirmi nei posti più dimenticati e impensabili. Nureyev mi sgridava: chi te lo fa fare, ti stanchi troppo, arrivi da New York e devi andare, che so, a Budrio... Ma a me piaceva così, e il pubblico mi ha sempre ripagato.” Carla Fracci

 

Sulle punte d'Italia

Carla Fracci, una delle ballerine più brave e note che l'Italia abbia mai avuto, regina di palcoscenici mondiali, nasce a Milano il 20 agosto 1936. Figlia di un tranviere dell'ATM (Aazienda Trasporti Milanesi), inizia a studiare ballo classico alla Scuola di danza del Teatro alla Scala nel 1946. Carla Fracci consegue il diploma nel 1954, poi prosegue la sua formazione artistica partecipando a stage avanzati a Londra, Parigi e New York. Tra i suoi insegnanti c'è la grande coreografa russa Vera Volkova (1905-1975). Dopo solo due anni dal diploma diviene solista, poi nel 1958 è già prima ballerina.

A differenza di tante altre bambine, io non ho mai realmente sognato di fare la ballerina. Sono nata poco prima della guerra, poi fummo sfollati a Gazzolo degli Ippoliti, in provincia di Mantova, quindi a Cremona. Papà lo credevamo disperso in Russia. Io giocavo con le oche, ci si scaldava nella stalla. Non sapevo cosa fosse un giocattolo, al massimo la nonna mi cuciva bamboline di pezza. Progettavo di fare la parrucchiera, anche quando, dopo la guerra, ci trasferimmo in una casa popolare a Milano, quattro persone in due stanze. Però sapevo ballare e così allietavo tutti al dopolavoro ferroviario, dove mi portava papà. Fu un'amica dei miei che li convinse a portarmi all'esame di ammissione alla scuola di ballo della Scala. E mi presero solo per il "bel faccino", perché ero nel gruppo di quelle in forse, da rivedere.

La grande carriera

A partire dalla fine degli anni '50 le apparizioni sono moltissime. Fino agli anni '70 danza con alcune compagnie straniere quali:

  • il London Festival Ballet
  •  il Royal Ballet
  •  lo Stuttgart Ballet e il Royal Swedish Ballet

Dal 1967 è artista ospite dell'American Ballet Theatre.

La notorietà artistica di Carla Fracci rimane perlopiù legata alle interpretazioni dei ruoli romantici come Giulietta, Swanilda, Francesca da Rimini, o Giselle.

Danzando con le leggende

Tra i grandi ballerini che sono stati partner di Carla Fracci sul palcoscenico si annoverano Rudolf Nureyev, Vladimir Vasiliev, Henning Kronstam, Mikhail Baryshnikov, Amedeo Amodio, Paolo Bortoluzzi e soprattutto il danese Erik Bruhn. La "Giselle" danzata da Carla Fracci con Bruhn è tanto straordinaria, che ne viene realizzato un film nel 1969.

Tra le altre grandi interpretazioni di opere contemporanee ricordiamo "Romeo e Giulietta" di Prokofiev, "Concerto barocco", "Les demoiselles de la nuit", "Il gabbiano", "Pelléas et Mélisande", "Il fiore di pietra", "La sylphide", "Coppelia", "Il lago dei cigni".

Regista di molte delle grandi opere interpretate da Carla Fracci è il marito Beppe Menegatti.

Ho danzato nei tendoni, nelle chiese, nelle piazze. Sono stata una pioniera del decentramento. Volevo che questo mio lavoro non fosse d'élite, relegato alle scatole d'oro dei teatri d'opera. E anche quand'ero impegnata sulle scene più importanti del mondo sono sempre tornata in Italia per esibirmi nei posti più dimenticati e impensabili. Nureyev mi sgridava: chi te lo fa fare, ti stanchi troppo, arrivi da New York e devi andare, che so, a Budrio... Ma a me piaceva così, e il pubblico mi ha sempre ripagato.

Carla Fracci negli anni '80 e '90

Alla fine degli anni '80 dirige il corpo di ballo del Teatro San Carlo di Napoli assieme a Gheorghe Iancu.

Nel 1981 in una produzione televisiva sulla vita di Giuseppe Verdi, interpreta la parte di Giuseppina Strepponi, soprano e seconda moglie del grande compositore.

Tra la principali opere interpretate negli anni successivi ci sono "L'après-midi d'un faune", "Eugenio Onieghin", "La vita di Maria", "La bambola di Kokoschka".

Nel 1994 diviene membro dell'Accademia di Belle Arti di Brera. L'anno seguente è eletta presidente dell'associazione ambientalista "Altritalia Ambiente".

Carla Fracci è poi protagonista di un evento storico quando si esibisce davanti alle recluse del carcere San Vittore a Milano.

Dal 1996 al 1997 Carla Fracci dirige il corpo di ballo dell'Arena di Verona; poi il suo allontanamento suscita un polverone di polemiche.

Gli ultimi anni di vita

Nel 2003 le viene conferita l'onorificenza italiana di Cavaliere di Gran Croce. Nel 2004 è nominata Ambasciatrice di buona volontà della FAO.

Ormai ultrasettantenne si esibisce in coreografie di modesta intensità, create appositamente per lei dal marito. Assieme a Beppe Menegatti è anche direttrice del corpo di ballo del Teatro dell'Opera di Roma.

Nel 2009 presta la sua esperienza e il suo carisma alla politica, accettando di diventare assessore alla Cultura della Provincia di Firenze.

Muore nella sua Milano il 27 maggio 2021, all'età di 84 anni.

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