Lo stampo delle lire viene affidato alla Zecca
di Torino, affiancata dagli stabilimenti di Milano e Napoli, gli unici
autorizzati a battere moneta, tutti posti sotto il controllo della Banca
Nazionale del Regno d’Italia.
Cominciano a circolare le prime monete da 5, 10,
20, 50 e 100 (in lega d’oro) accanto ai tagli più piccoli in lega d’argento (1
e 2 lire, 20 e 50 centesimi) e in bronzo (1, 2, 5 e 10 centesimi). Su tutte è
impresso il volto del Re, artefice dell’impresa unitaria, e sul dorso lo stemma
del regno.
Nel frattempo viene ammessa la circolazione
delle vecchie monete che differenziavano gli ex stati indipendenti, come
gli zecchini di Venezia, le svanziche del
Lombardo-Veneto, gli scudi di Modena, etc. In tutto sono 236
le diverse monete che circolano in Italia, 92 riconosciute dal sistema legale e
144, al di fuori di quest’ultimo.
Dal 1872 iniziano a comparire le banconote
da mille lire e due anni dopo quelle da 500 lire che
recano entrambe gli stemmi delle città di Genova e Torino e, in basso, il busto
di Cristoforo Colombo. Con l’inizio dell’età repubblicana escono le prime 10mila
lire che recano l’immagine di Dante Alighieri e hanno un taglio grande
rispetto alle altre banconote.
Dal 1° gennaio 2002 si avrà la doppia
circolazione di lira ed euro, con il definitivo ritiro della prima
il 1° marzo dello stesso anno.
http://www.mondi.it/almanacco/voce/5050
Nessun commento:
Posta un commento