BIOGRAFIA
DI PEPPINO DE FILIPPO
Attore. È il figlio più piccolo di
una famiglia d'artisti: il padre è l'attore Eduardo Scarpetta, la madre Luisa
De Filippo, il fratello maggiore il noto attore Eduardo e la primogenita
l'attrice Titina. Vive una gioventù difficile, trascorsa soprattutto in
collegio. Tuttavia, a poco a poco, viene fuori anche la sua grande passione per
la recitazione ed esordisce nella compagnia del fratellastro, Vincenzo
Scarpetta. Se ne stacca ben presto, desideroso di sganciarsi dal vincolo
familiare ed inizia a recitare con compagnie secondarie specializzate nel
teatro dialettale. In particolare, lavora con la compagnia "Molinari"
che affronta testi impegnativi di Matilde Serao, Salvatore Di Giacomo, Libero
Bovio e altre farse partenopee. È nel 1925 che avviene, però, il vero salto di
qualità: viene scritturato da Salvatore De Muto. Da questo momento in poi, è
largamente apprezzato per la sua arte dell'improvvisazione. Nel 1931 fonda col
fratello Eduardo la compagnia "Teatro Umoristico I De Filippo". Vanno
in scena soprattutto presso il Kursaal e il Cinema Reale di Napoli riscuotendo
un grandissimo successo, tanto che estendono la tournée anche in altre città
italiane. Mettono in scena molte commedie da loro scritte insieme, come
"Natale in casa Cupiello", rappresentata al Kursaal il 25 dicembre
1931. Nel 1954 il rapporto con il fratello arriva ai ferri corti e la compagnia
si scioglie. Peppino si mette in proprio, sviluppando un suo stile, più comico
rispetto al fratello. Scrive, interpreta e dirige numerose farse molto
apprezzate. Il suo esordio cinematografico risale al 1932, con "Tre uomini
in frack" di Mario Bonnard. Successivamente è un proliferare di
interpretazioni comiche, specie negli anni Cinquanta e Sessanta, quasi sempre
al fianco di attori, come Aldo Fabrizi e Totò. Grazie proprio ad
un'interpretazione con quest'ultimo, in "Totò, Peppino e i
fuorilegge"(1956) di Camillo Mastrocinque, ottiene l'unico Nastro
d'Argento della sua carriera, come miglior attore non protagonista.
Particolarmente degni di nota nella sua filmografia, sono i ruoli impersonati
per conto di Federico Fellini, quali: "Luci del varietà"(1950), di
Alberto Lattuada, di cui Fellini cura il soggetto e la sceneggiatura, e
"Le tentazioni del dottor Antonio", episodio di "Boccaccio
'70"(1962), di Mario Monicelli, Federico Fellini, Luchino Visconti e
Vittorio De Sica. Memorabile è anche il personaggio che inventa per
"Canzonissima 1966-67", l'ottuso e tontolone 'Pappagone'. La sua
predilezione, comunque, è tutta per il teatro. Degli ultimi anni si ricorda la
sua interpretazione in "Il guardiano"(1977), di Harold Pinter. Tra le
commedie trasposte in TV, da citare sono: "L'avaro"(1963), di Carla
Ragionieri e Manuel Lualdi, e "Giorgio Dandin"(1964) di cui cura anche
la regia. Invece, tra quelle che lui personalmente scrive, si cita:
"L'ospite gradito"(1962) e "Non è vero ma ci credo"(1980),
in collaborazione con Giancarlo Nicotra. Si sposa una prima volta con Adele
Carloni da cui ha un figlio, Luigi, che segue le identiche orme del padre. I
due, poi, si separano e Peppino va a convivere con l'attrice Lidia Màrtora
Maresca. Ottiene il divorzio dalla prima moglie dopo molto tempo, e riesce a
sposarsi con Lidia solo nel 1971, quando purtroppo ella è in punto di morte. Nel
1977 si risposa con un'attrice della sua compagnia, Lelia Mangano.
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