Numeri giusti
Tra le più ricercate attrici italiane, modello di
donna affascinante ma anche inquieta e appassionata, Laura Morante nasce il 21
agosto 1956 a Santa Fiora, in provincia di Grosseto. Dopo aver lavorato
giovanissima per il teatro ("Riccardo III", "S.A.D.E.",
entrambi con quel mostro sacro che risponde al nome di Carmelo Bene),
esordisce nel 1979 nel cinema in "Oggetti smarriti", per la regia di
Giuseppe Bertolucci, al quale, con lo stesso regista, segue l'anno successivo
"La tragedia di un uomo ridicolo".
Subito dopo attraversa i "Sogni d'oro"
(1981) di Nanni Moretti,
interpretando Silvia, l'unica studentessa attenta ad ascoltare la lezione
su Leopardi svolta
dal professor Michele Apicella. Viene ancora rincorsa nei pressi di una scuola
("Bianca", Nanni Moretti,
1984), da quel professore (stavolta di matematica), con il quale vive una
difficile storia d'amore.
Con Gianni Amelio gira
"Colpire al cuore" e a partire dalla metà degli anni '80 si divide
tra impegni all'estero (assieme a registi come Joao Cesar Monteiro, Alain
Tanner, Pierre Granier-Deferre) e in Italia (con Monicelli, Risi,
Del Monte, Amelio, Salvatores).
Dalla metà degli anni '80 Laura Morante si trasferisce
a Parigi dove gira molti film e acquista la popolarità televisiva comparendo in
un serial di sette puntate diretto da Paul Vecchiali. Contemporaneamente
continua ad essere attiva in Italia, dove la vuole Gianni Amelio per
"I ragazzi di Via Panisperna". In seguito dimostra di potersi
misurare anche con ruoli meno drammatici (comunque sempre inquieti), come
quello di Vittoria, la speaker radiofonica innamorata di due amici, Fabrizio
Bentivoglio e Diego Abatantuono ("Turnè", Gabriele Salvatores,
1990).
Sempre in Italia, dopo aver preso parte allo
sceneggiato televisivo "La famiglia Ricordi" (Mauro Bolognini, 1995),
Laura Morante si sposta dalla Sicilia settecentesca di "Marianna
Ucria" (Roberto Faenza, 1997) ai lidi estivi dei nostri giorni per "Ferie
d'agosto" (Paolo
Virzì, 1996), una commedia che mette in
risalto le sue doti di attrice brillante, confermate in "Liberate i
pesci" (Cristina Comencini,
2000). Una dimensione che le risulta particolarmente congeniale pur continuando
ad essere cercata per rappresentare sul grande schermo ogni genere di disagi e
lacerazioni.
Nel 1998 è una sociologa morbosamente assillata dal
sesso a causa di una scabrosa esperienza vissuta durante l'infanzia in "Lo
sguardo dell'altro" di Vicente Aranda e poi Anita in
"L'anniversario", di Mario Orfini, una moglie infelice, che invece di
celebrare in serenità il suo matrimonio ha una violenta lite con il marito.
Perennemente insoddisfatta, amante da sempre del
teatro che in fondo rappresenta il suo humus naturale (anche per via di una
recitazione intensa quanto poche altre), è tornata di nuovo a calcare le scene,
spinta dalla voglia di migliorarsi, con "Le relazioni pericolose"
dirette da un'inedito Mario Monicelli,
e poi con "Moi", di Benno Besson. Al cinema invece la troviamo sempre
in ruoli di primo piano in quasi tutti i più importanti film italiani degli
ultimi anni, da "La stanza del figlio" (2001) di Nanni Moretti,
a "Vajont"
(2001) di Renzo Martinelli, fino a "Un viaggio chiamato amore" (2002,
con Stefano Accorsi)
di Michele Placido,
"Ricordati di me" (2002, con Monica Bellucci)
dell'ormai affermato Gabriele Muccino.
Dopo il film TV "Madre Teresa"
(2003), nel 2004 troviamo Laura Morante in "L' amore è eterno finchè
dura" insieme a Stefania Rocca e Carlo
Verdone, che ne è anche il regista.
Tra i film successivi: "L'impero dei lupi"
(2004, di Chris Nahon), "Cuori" (2006, di Alain Resnais), "Il
nascondiglio" (2006, di Pupi
Avati), "L'estate del mio primo
bacio" (2006, di Carlo Virzì), "Le avventure galanti del
giovane Molière"
(2007, di Laurent Tirard).
https://biografieonline.it/biografia-laura-morante
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