“Ogni volta che sono felice ho un terribile
presentimento.” Roman Polanski
Tragedie dietro le quinte
Grande regista e grande attore, una vita segnata da
eventi drammatici, Roman Polanski (il vero cognome è Liebling) nasce il 18
agosto 1933 a Parigi. La famiglia ebrea di origine polacca tornò nel 1937 in
Polonia ma, a seguito del crescente antisemitismo di quegli anni sciagurati,
venne rinchiusa nel ghetto di Varsavia.
Ghetto dal quale Roman fuggì, riuscendo così a salvarsi. La madre dopo esser
stata deportata, morì in un campo di sterminio.
Dopo la seconda guerra mondiale Roman
Polanski, che ha sempre visto il teatro come il suo faro, concluse nel 1959 a
Cracovia e Lodz la formazione come attore di teatro e regista. Ma anche il
cinema lo attirava parecchio come possibilità di moltiplicare l'accesso del
pubblico all'arte. E proprio i diversi cortometraggi effettuati in questo
periodo di studi, attirarono su di lui l'attenzione della critica.
Polanski in qualità di attore ha recitato anche per la
radio nonché in alcuni film ("Una generazione", "Lotna",
"Mago innocente", "Samson"). Il suo primo film
"Coltello nell'acqua" (1962, su soggetto di Jerzy Skolimowski, il
quale pochi anni dopo debutterà anch'egli nella regia), è stata la prima
pellicola polacca di un certo livello a non avere come tema la guerra, e uno
dei capolavori della cinematografia dell'epoca. Dopo questi successi emigrò nel
1963 in Gran Bretagna e nel 1968 negli Stati Uniti dove girò uno dei suoi film
più noti "Rosemarie's Baby" (con Mia Farrow),
uno psycho-thriller dai risvolti angoscianti.
Nel 1969 l'efferato assassinio della moglie (la
sfortunata Sharon Tate),
incinta all'ottavo mese, a opera del pazzo omicida e satanista Charles Manson,
lo sconvolse creandogli notevoli sensi di colpa e gravi crisi esistenziali. Dal
1973 ha comunque ripreso a girare film sia in Europa che a Hollywood. Nel 1974
gira negli USA "Chinatown" (con Jack Nicholson)
che gli vale una nomination all'Academy Award e che sembra avviarlo verso una
promettente carriera a Hollywood.
Il giorno 1 febbraio 1978, però, dopo aver confessato
di aver abusato di una tredicenne sotto gli effetti di droghe, fugge in
Francia. Da allora vive tra Francia e Polonia.
Nel 1979 ottiene una nomination all'Academy Award per
"Tess" (con Nastassja Kinski). Il 26 maggio 2002 ha ottenuto la Palma
d'Oro al Filmfestival di Cannes per
"Il
Pianista" e, sempre nel 2002 l'Academy
Award per la regia. Tra gli altri suoi film ricordiamo "L'inquilino del
terzo piano" (1976, con Isabelle
Adjani), "Pirati" (1986, con Walter
Matthau), "Frantic" (1988,
con Harrison
Ford), "La nona porta" (1998,
con Johnny
Depp).
Roman Polanski è sposato con Emmanuelle Seigner e ha
due figli, Morgane e Elvis.
Roman Polanski negli anni
2000 e 2010
Dopo "Il pianista" torna alla regia portando
sugli schermi un classico di Charles Dickens,
"Oliver
Twist" (2005). Seguono "L'uomo
nell'ombra" (The Ghost Writer, 2010), "Carnage" (2011),
"Venere in pelliccia" (2013), "Quello che non so di lei"
(2017) fino a "L'ufficiale e la spia"
(J'accuse, 2019). Quest'ultimo film - incentrato su un fatto storico, l'affare Dreyfus -
ha vinto il Gran premio della giuria alla 76ª Mostra internazionale d'arte
cinematografica di Venezia.
https://biografieonline.it/biografia-roman-polanski
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