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venerdì 10 settembre 2021

Lo Sapevate Che: LILIANA SEGRE: È un'attivista e politica italiana, superstite dell'Olocausto e testimone della Shoah italiana, dal 15 aprile 2021 presidente della Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza. Wikipedia

 

La politica che investe nell'odio è sempre una medaglia a due facce che incendia anche gli animi di chi vive con rabbia e disperazione il disagio dovuto alla crisi e questo è pericoloso. A me hanno insegnato che chi salva una vita salva il mondo intero, l'accoglienza rende più saggia e umana la nostra società.” Liliana Segre

 

 

Designata senatrice a vita sotto la presidenza Mattarella, Liliana Segre è una donna che ha vissuto in prima persona il dramma della deportazione ed è una delle ultime testimoni dell'olocausto. Nonostante un passato pieno di sofferenza e dolore, Liliana trova comunque il coraggio di raccontare la sua vita. Grazie al suo costante impegno contribuisce alla realizzazione di documentari, pubblicazioni cartacee e film su Auschwitz.

Chi è Liliana Segre. Com'è stata la sua vita da prigioniera? Quali sono le numerose onorificenze che ha ottenuto? Ecco tutto quello che c'è da sapere su questa coraggiosa donna italiana.

Liliana Segre la biografia

Liliana nasce a Milano il 10 settembre del 1930. Cresce assieme al padre Alberto e ai nonni paterni, dopo aver perso la mamma quando ancora non aveva compiuto nemmeno un anno di vita. Liliana Segre, di origini ebraiche, subisce l'espulsione dalla scuola quando arriva all'età di 8 anni a causa dell'entrata in vigore delle leggi razziali in Italia.

Il 1943 è l'anno in cui Liliana assieme al padre tenta la fuga in Svizzera. In quella occasione le guardie di frontiera mandano indietro padre e figlia e procedono al loro arresto a Varese. Liliana resta nel carcere milanese di San Vittore per 40 giorni; successivamente, insieme al padre, viene condotta ad Auschwitz.

Liliana ha solo 13 anni quando entra nel campo di concentramento assieme ad altri 776 bambini. Entrata nella sezione femminile non rivedrà mai più il suo papà. Intanto anche i nonni paterni e i cugini di Liliana vengono arrestati, per essere portati al campo di Auschwitz; vengono uccisi lo stesso giorno del loro arrivo, il 18 maggio del 1944.

Viene tatuata al braccio con il suo numero di matricola "75190" e costretta ai lavori forzati presso la fabbrica "Union" che produce munizioni. Lavora per circa un anno per poi essere trasferita in Polonia a causa della chiusura del campo.

Giunta a Ravensbrück e poi nel campo di Malchow, situato a nord della Germania, Liliana Segre viene liberata il 1° maggio del 1945, a causa dell'occupazione russa. Torna in Italia, a Milano, nel 1946: è fra i 25 sopravvissuti di età inferiore ai 14 anni.

Era molto difficile per i miei parenti convivere con un animale ferito come ero io: una ragazzina reduce dall'inferno, dalla quale si pretendeva docilità e rassegnazione. Imparai ben presto a tenere per me i miei ricordi tragici e la mia profonda tristezza. Nessuno mi capiva, ero io che dovevo adeguarmi ad un mondo che voleva dimenticare gli eventi dolorosi appena passati, che voleva ricominciare, avido di divertimenti e spensieratezza.

Liliana Segre: gli anni '90, 2000 e i riconoscimenti

Liliana si chiude in un lungo silenzio fino a quando, durante i primi anni '90, decide di raccontare la sua drammatica esperienza da prigioniera agli alunni dei vari istituti scolastici. Questa attività continua ad impegnare Liliana costantemente per molti anni successivi.

Sotto il governo Ciampi viene nominata Commendatore della Repubblica Italiana. Nel 2004 riceve una medaglia d'oro dalla città di Milano. Riceve due lauree ad honorem: nel 2008 in Legge, dall'Università di Trieste, e nel 2010 in Scienze pedagogiche dall'Università di Verona. Inoltre nel 2018 nel diventa senatrice a vita, nominata dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarellaper aver illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo sociale. L'anno successivo diventa cittadina onoraria delle città di Palermo e di Varese.

Liliana è la presidente del comitato "Pietre d'inciampo" e a Milano collabora con numerose associazioni che raccolgono testimonianze sulla deportazione e che si occupano dell'antifascismo.

Il cinema e i libri

Le dolorose testimonianze di Liliana Segre si rivelano un prezioso materiale per il mondo del cinema. La donna diventa così la protagonista di un film documentario nel 1997 dal titolo "Memorie".

Nel 2004 la sua intervista appare in "Come una rana d'inverno", volume sulla deportazione. La sua vicenda trova maggiore approfondimento anche in altre pubblicazioni come "Conversazioni con tre donne sopravvissute ad Auschwitz" e "Sopravvissuta ad Auschwitz".

Il periodo compreso fra il 1995 e 1l 2004 vede Segre impegnata in una ricerca che coinvolge anche altri sopravvissuti di origine italiana; tutti raccontano la loro esperienza nel campo di concentramento. La raccolta si chiama "Racconti di chi è sopravvissuto". Liliana partecipa anche al documentario sul popolo ebraico dal titolo "Binario 21".

Nel 2012 Liliana si occupa anche di un progetto teatrale dal titolo "Come un ermellino nel fango" che tratta delle persecuzioni razziali e dell'olocausto. L'opera va in scena in più stagioni presso i teatri milanesi, allo scopo di commemorare le vittime durante il giorno della memoria.

Nel 2015 pubblica due libri: "Fino a quando la mia stella brillerà" (con Daniela Palumbo, prefazione di Ferruccio De Bortoli); e un libro scritto assieme ad Enrico Mentana dal titolo "La memoria rende liberi".

L'attività di persecuzione nei suoi confronti continua anche nel 2019: dopo la ininterrotta e crescente ricezione di messaggi di odio nei suoi confronti (insulti e minacce rivolti attraverso il web), all'inizio del mese di novembre il prefetto di Milano Renato Saccone le assegna una scorta.

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