L'onore, il poeta, il Califfo
Il "Prevert di
Trastevere", uno degli artisti-simbolo della grande musica d'autore
italiana: Franco Califano, nato a Tripoli il 14 settembre 1938, ha avuto
un'infanzia davvero pasoliniana,
caratterizzata da tante vicissitudini e mille guai.
Ragazzo sensibile, dalle antenne straordinariamente
attente e ricettive, trova nella dimensione della canzone il mezzo per poter
esprimere al meglio quello che vede intorno a lui, la sua filosofia di
vita e la sua già matura amarezza. Il contatto - per lui vitale - con le
persone, le cose e con tutto ciò che ruota nell'universo artistico romano (e
poi internazionale), si dimostra fonte di inesauribile carica vitale e
creativa: i critici più attenti, coloro che sanno andare al di là delle
apparenze, salutano un nuovo fenomeno della musica italiana, qualcuno che sa
andare oltre, con i suoi testi, al mero concetto di canzone.
Invero, l'universo espresso da Franco Califano tocca
una dimensione filosofica ed esistenziale che sa andare in profondità e sa
cogliere sentimenti universali, per quanto assolutamente non banali. Non sarà
un caso se, anni dopo (e già ormai ricco e famoso), gli verrà assegnata una
laurea honoris causa in Filosofia dall'Università
di New York. Un riconoscimento conquistato con l'attività sul campo e la vita
vissuta, più che con le speculazioni teoriche (pur nobilissime ed indispensabili).
Alcune frasi tratte dalle sue canzoni sono diventate
d'altra parte dei veri e propri slogan, lampi di genio capaci di illuminare un
intero modo di sentire (a partire dal celebre "tutto il resto è noia").
Anche il linguaggio giornalistico ha saccheggiato non poco le sue intuizioni
lessicali.
Con oltre 1000 canzoni scritte nella sua carriera,
venti album all'attivo, tante canzoni di successo scritte per altri, da Ornella Vanoni ("La
musica è finita" e "Una ragione di più"), a Mia Martini (il
popolare "Minuetto", è suo), da Bruno Martino ("E la chiamano
estate") a Fred Bongusto ("Questo
nostro grande amore"), "il Califfo" si è ormai conquistato un
posto fisso nella storia della canzone. Perdipiù, la "Storia della canzone
romana", lo cita quale più grande autore vivente per "aver scritto
le più belle pagine della canzone dialettale romanesca".
In età matura Franco Califano si è
dedicato anche anche alla letteratura, pubblicando la raccolta di poesie
"Voglia di vivere, voglia di morire" e i libri autobiografici come
"Soli fino al capolinea" e "Il cuore nel sesso".
Nel 2001 il gruppo pop italiano Delta V ha inciso una
versione di "Un'estate fa" che ha ottenuto un grande successo,
contribuendo così a rilanciare il nome di Califano anche presso il pubblico
giovanile. Anche Fiorello è
in parte responsabile del suo rilancio - almeno televisivo - grazie alla
splendida e divertente imitazione di Califano che lo showman è solito includere
nel proprio repertorio.
L'artista è tornato sulle scene partecipando nel 2005
alle 55ma edizione del Festival di Sanremo con la canzone "Non escludo il
ritorno". L'anno successivo è uno dei protagonisti del reality show canoro
di RaiDue, "Music Farm".
Malato da un lungo periodo Franco Califano muore
a Roma all'età di 74 anni, nella sua casa di Acilia, il giorno 30 marzo 2013.
https://biografieonline.it/biografia-franco-califano
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1937 - Renzo Piano (83
anni fa): Nato a Genova, il nome di Renzo Piano è sinonimo nel mondo della
grande architettura italiana. Portano la sua firma opere di straordinario
ingegno sparse per il pianeta: dal Centre Pompidou... |
Renzo Piano: Residente a Parigi], è considerato uno degli architetti più influenti, prolifici
e attivi a livello internazionale del XX e XXI secolo, vincitore di numerosi premi, tra cui il Premio Pritzker consegnatogli dal Presidente degli
Stati “Uniti Bill Clinton alla Casa Bianca nel 1998 e della medaglia
d'oro AIA nel 2008
Riconoscenza alla tradizione
Renzo Piano nasce a Genova il 14 Settembre del 1937,
da una famiglia di imprenditori edili. Laureatosi al Politecnico di Milano nel
1964, dopo aver effettuato le esperienze presso architetti assai
affermati all'epoca (come Franco Albini, Marco Zanuso, Louis Kahn e Makowskj),
e pur continuando ad aiutare il padre nel suo lavoro, inizia in proprio un
lavoro di sperimentazione che lo porterà ad esiti del tutto originali. In
particolare, si dedica allo sviluppo di strutture spaziali a guscio, realizzate
con sistemi costruttivi innovativi (dato che innovativa è la sua concezione
spaziale), avendo come riferimento l'amico e maestro francese Jean Prouvé.
La risonanza internazionale di questi lavori, a cui si
aggiunge una commissione importante come il padiglione per la XIV Triennale del
1966, è enorme. Il suo nome si impone nell'ambiente e presso gli esperti tanto
che alcune riviste specializzate gli dedicano ampi servizi (è il caso di
"Domus", che in un suo numero dell'epoca illustra i primi progetti di
Piano). Ma il sintomo del vero successo è la citazione del suo nome su riviste
sempre del ramo ma non rivolte esclusivamente ad addetti ai lavori od
appassionati, come ad esempio "Casabella". Grazie a questa
affermazione internazionale ormai consolidata, ottiene possibilità di
realizzare il padiglione dell'industria italiana all'Expo di Osaka nel 1969.
Dal 1971 inizia la collaborazione con Richard Rogers,
nella società Piano&Rogers, e dal 1977 con Peter Rice, con la
Piano&Rice Associates.
Proprio in questo periodo gli viene affidato uno dei
progetti più discussi della sua carriera. Parigi, infatti, disponeva di una
piazza non molto grande e del tutto anonima, che l'amministrazione cittadina (e
il Presidente francese Pompidou in primo luogo), aveva deciso di riqualificare,
istituendo un centro per l'arte contemporanea. Dopo aver valutato il progetto
di Piano, ecco allora che nasce il celeberrimo, Centre Georges Pompidou, detto
anche "Beaubourg", cento mila metri quadrati nel cuore della capitale
francese, una costruzione dall'impianto architettonico ardito, costruito con
materiali inusuali. Il Centro era così innovativo che non ha mancato di
suscitare un vero fiume in piena di commenti, sia a favore che contro.
Ad ogni modo, Renzo Piano, a dispetto delle critiche
che talvolta si sono abbattute sul suo lavoro, è sempre andato avanti sulla sua
strada. A proposito della sua inclinazione per questa professione ha avuto modo
di dichiarare: "Quello dell'architetto è un mestiere antico come cacciare,
pescare, coltivare ed esplorare. Dopo la ricerca del cibo viene la ricerca
della dimora. Ad un certo punto, l'uomo, insoddisfatto dei rifugi offerti dalla
natura, è diventato architetto".
Dal 1981 ha dato vita al Renzo Piano Building
Workshop, mirato all'uso di materiali e tecnologie all'avanguardia, con
l'intento di progredire sempre di più nella capacità di realizzare edifici e
complessi urbani in tutto il mondo. Grazie alla straordinaria mole del suo
lavoro e ai concetti innovativi che esso ha prodotto, su di lui sono stati
spesi fiumi di inchiostro, un universo critico facilmente reperibile attraverso
gli innumerevoli testi che sono stati pubblicati sulla sua intera opera.
Inoltre, nelle principali città dell'Europa e degli Stati Uniti d'America
(oltre che in Giappone e in Australia), gli sono state dedicate innumerevoli
mostre. Tra i principali riconoscimenti internazionali si ricordano: l'Honorary
Fellowship Riba a Londra (1986), la Legione
d'Onore a Parigi (1985), la Riba Royal
Gold Medal for Architecture (1989), il titolo di "Cavaliere di Gran
Croce", il premio Imperiale a Tokio (1995) e il premio Pritzker (1998).
Dal 1994 è ambasciatore dell'UNESCO per
l'architettura.
Numerosi sono anche i riconoscimenti universitari
(visiting professor alla Columbia University di New York, alla Architectural
Association di Londra, laurea honoris causa ricevuta dalle Università di
Stoccarda e Delft) e quelli in concorsi nazionali ed internazionali.
Infine, pochi forse conoscono l'attività di Renzo
Piano come scrittore e saggista. In libreria, infatti, è possibile reperire
scritti non necessariamente tecnici sul mestiere dell'architetto, come ad
esempio i pregevoli "Dialoghi di cantiere" e "Giornale di
Bordo".
A questo proposito, ha confessato in un'intervista:
"Personalmente trovo che la mia voglia di esplorare sentieri non battuti
vada perfettamente d'accordo con la mia riconoscenza nei confronti della
tradizione. Forse questo è un tratto europeo, forse è specificatamente
italiano. Certamente è l'eredità di una cultura umanista". E ancora:
"Quando mi chiedono come sarà la città del futuro, io rispondo: spero come
quella del passato."
Architetto ormai noto in tutto il mondo, è tornato
alla ribalta dopo il 2000 grazie all'inaugurazione dell'Auditorium della Musica
di Roma, un vero e proprio paradiso per tutti gli amanti della grande musica.
Tra le sue ultime opere disseminate in tutto il mondo
c'è lo Shard London Bridge, il grattacielo più alto d'Europa,
inaugurato a Londra all'inizio del mese di luglio 2012 in occasione dei Giochi Olimpici.
Alla fine del mese di agosto 2013 il Presidente della
Repubblica Giorgio
Napolitano ha nominato Renzo Piano senatore a
vita.
Principali progetti completati:
Centro culturale Georges Pompidou, Paris, Francia,
(Piano & Rogers)
Museo per la Collezione de Menil, Houston, U.S.A.
Stadio di calcio S.Nicola, Bari, Italia
Ristrutturazione del Lingotto, Torino, Italia
Aeroporto internazionale del Kansai, Osaka, Giappone
Risistemazione dell¹area del Porto Antico, Genova,
Italia
Risistemazione della Potsdamer Platz, Berlino,
Germania
Centro Culturale Jean Marie Tjibaou, Nouméa, Nuova
Caledonia
Le Torri, Aurora Place, Sydney, Australia
Torre Hermès, Tokyo, Giappone
Shard London Bridge, Londra, Inghilterra
https://biografieonline.it/biografia-renzo-piano
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