Colin Andrew Firth nasce il 10
settembre 1960 nell'Hampshire, a Grayshott, in Gran Bretagna, figlio di due
docenti universitari: il padre, David Norman, è responsabile dell'educazione
per il governo nigeriano; la madre, Shirley Jean, è insegnante di religioni
comparate. Proprio a causa del lavoro del padre, Colin trascorre alcuni anni
dell'infanzia in Nigeria; a undici anni, poi, si trasferisce con il resto della
famiglia in Missouri, a St. Louis. Qui, frequenta la Montgomery of Alamain
Secondary School, e poi a Eastleigh il Barton Peveril College: è in questi anni
che coltiva la propria passione per la musica e soprattutto per la recitazione,
complici gli studi al Drama Centre London.
Dopo essere salito sul palco con "Another country",
osannata produzione teatrale di Londra in cui interpreta Guy Bennett, Colin Firth appare nella serie
tv "Crown Court" e debutta al cinema proprio con la trasposizione sul
grande schermo di "Another Country", per la regia di Marek Kanievska,
nel ruolo - però - di Tommy Judd. Dopo "Nineteen nineteen" di Hugh
Brody, l'attore britannico partecipa all'adattamento televisivo del romanzo "Lost
Empires", di J.B. Priestley, prima di prendere parte nel 1987 a "Un
mese in campagna" (titolo originale: "A month in the country")
al fianco di Kenneth Branagh.
Nello stesso anno, prende parte
al film tv di Rob Thompson "Tales from the Hollywood Hills: Pat Hobby
Teamed with Genius", e appare
nella serie "Hallmark Hall of Fame". A "Valmont", di Milos Forman (sul cui set conosce Meg Tilly,
con la quale intraprende una storia d'amore e che nel 1990 gli darà un figlio,
William Joseph), fanno seguito "Apartment Zero" e "Le ali del
successo" di Otakar Votocek.
Sono i primi anni Novanta: in questo periodo, Colin Firth, Paul McGann, Gary Oldman, Tim Roth e Bruce Payne, tutte giovani promesse
del cinema d'Oltremanica, si guadagnano la definizione di Brit Pack. Dopo
produzioni minori come "Femme fatale" di Andre R. Guttfreund, il film
tv "Hostages" di David Wheatley e "Playmaker" di Yuri
Zeltser, Firth ottiene un successo eccezionale con l'adattamento televisivo del
romanzo di Jane Austen "Orgoglio e pregiudizio", in onda
sulla BBC. La performance dell'attore oltrepassa i confini nazionali; la sua
interpretazione di Mr Darcy gli vale una nomination ai premi Bafta.
Entrato nel cast de "Il paziente inglese", di Anthony Minghella,
partecipa anche a "Febbre a 90°", di David
Evans. Quindi, ottiene parti in produzioni hollywoodiane dal notevole riscontro
commerciale: nel 1998, per esempio, è la volta di "Shakespeare in love", di John Madden. Tra il 1999 e
il 2001, invece, prende parte al film di Hugh Hudson "La mia vita fino ad
oggi", a "La fidanzata ideale", di Eric Styles, e soprattutto
alla commedia "Il diario di Bridget Jones", di Sharon
Maguire, che conquista un successo eccezionale al botteghino.
Nel frattempo si dedica anche alla scrittura: nel 2000, infatti,
realizza "The department of nothing", un racconto che fa parte di
"Speaking with the Angel", raccolta edita da Nick Hornby (l'autore di
"Febbre a 90°") che viene
pubblicata allo scopo di raccogliere fondi per un'associazione che si occupa di
bambini autistici, la TreeHouse Trust.
Nel 2001 ottiene una candidatura agli Emmy per "Conspiracy
- Soluzione finale", mentre sul grande schermo appare in "Four
play" (titolo originale: "Londinium"), di Mike Binder. E'
soprattutto con gli adattamenti cinematografici delle grandi opere letterarie,
però, che Colin fa faville: succede anche nel 2002 con la pellicola di Oliver
Parker "L'importanza di chiamarsi Ernest", tratto da
"The importance of being Earnest" di Oscar Wilde.
Il 2003 si rivela un anno particolarmente ricco di impegni: tra
gli altri film si segnalano "Una ragazza e il suo sogno" (titolo
originale: "What a girl wants") di Dennie Gordon, e soprattutto
"Love actually - L'amore davvero", di Richard
Curtis. Dopo essere stato produttore esecutivo di "In prison my whole
life", documentario - prodotto dalla moglie Livia Giuggioli - che mette in
discussione il processo subito da Mumia Abu-Jamal, attivista politico accusato
agli inizi degli anni Ottanta di aver ucciso un poliziotto e per questo
condannato a morte, nel 2009 Colin Firth vince la Coppa Volpi
al Festival del Cinema di Venezia per la sua interpretazione di "A single
man", lungometraggio d'esordio di Tom Ford, in cui ricopre il
ruolo di un professore universitario costretto a fare i conti con la solitudine
che segue la morte del suo compagno; per questo film, l'attore inglese riceve
anche candidatura ai BFCA, agli Screen Actors Guild, ai Golden Globe e agli
Oscar, vincendo un premio Bafta.
Un successo altrettanto significativo arriva l'anno successivo
con "Il discorso del re", presentato
al Toronto Film Festival: la pellicola gli vale nel 2011 un Golden Globe come
migliore attore in un film drammatico e un Oscar come migliore attore
protagonista, oltre a numerosi altri riconoscimenti. Il 2011, per altro, si
rivela un anno davvero magico per lui: il 13 gennaio gli viene concessa la stella
sulla Hollywood Walk of Fame, mentre a giugno viene nominato dalla Regina Elisabetta II comandante
dell'Ordine dell'Impero Britannico. In quel periodo, recita anche ne "La talpa", film di
spionaggio diretto da Tomas Alfredson, ispirato dall'omonimo romanzo di John Le Carré. Nel 2012 Firth è
impegnato sul set di "Gambit - Una truffa a regola d'arte", di Michael
Hoffman, e di "Arthur Newman", diretto da Dante Ariola.
Nel 2016 veste di nuovo i panni di Mark Darcy per il sequel
"Bridget Jones's Baby". Nello stesso anno recita
nell'intenso "Genius", assieme a Jude
Law e Nicole Kidman.
Due anni più tardi è al cinema partecipando al film di Rob
Marshall "Il ritorno di Mary Poppins", con Emily Blunt come protagonista.
Nel 2019 recita nel film "1917", di Sam
Mendes.
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