La "costellazione" si svolge, di norma, ma non esclusivamente, nel corso di lunghi seminari di gruppo, dove uno o più partecipanti sono potenzialmente interessati a rappresentare la propria “costellazione familiare". I seminari riguardanti le "costellazioni sistemiche", cioè riguardanti gruppi o strutture sociali, come quelli del lavoro, di nazioni, di religioni, di società, si svolgono con una struttura simile.
Tutti i presenti si dispongono, seduti, in un cerchio molto ampio e tra loro si pone anche il conduttore, detto anche "facilitatore". Questi coadiuva i presenti a raggiungere uno stato di rilassamento e presenza attiva, e verifica chi tra i presenti intenda mettere in atto la propria costellazione; in linea di principio è data la precedenza a chi non manifesta apprensione, ansia, fretta e si fa percepire come sicuro di poter formulare la propria questione in maniera chiara e precisa.
È evidente che il tipo di ruolo svolto dal conduttore è basato su funzioni e competenze di tipo psicologico-professionale rivolte ad un gruppo terapeutico.
La domanda di apertura e le domande sulla famiglia
Il conduttore invita la persona prescelta a sedersi al suo fianco e quindi pone la domanda di apertura, che serve a focalizzare il tema da "esplorare". Il facilitatore aiuta il partecipante nel fornire la risposta più chiara, centrata e breve possibile. Secondo quanto esposto sarà evidente se sarà rappresentato il sistema familiare d’origine o quello attuale. Se la risposta riguarda il passato è interessata la famiglia d’origine (genitori, fratelli e sorelle, nonni, zii, ecc.); se la risposta riguarda il presente è esposta la famiglia attuale (marito o moglie o compagno, attuale o eventualmente precedente, figli, e così via ). In alcuni casi le risposte riguardano entrambe le costellazioni (quella di origine e l’attuale).
Secondo il tema formulato nella prima risposta, il conduttore pone altre brevi e circostanziate domande o sulla famiglia di origine e/o su quella attuale; alla persona è richiesto di formulare risposte molto brevi, concise e centrate unicamente sui fatti evitando di emettere commenti, interpretazioni, impressioni od emozioni personali.
La scelta ed il posizionamento dei rappresentanti
Dietro invito del conduttore, il quale definisce quali debbano essere i membri della famiglia chiamati in causa nella "messa in scena", la persona in questione, dopo essersi concentrata sceglie tra i presenti, senza alcun criterio di somiglianza fisica o di età, ma solo di corrispondenza di sesso, un rappresentante per se stesso e per ogni suo familiare coinvolto, anche se già deceduto. La scelta si svolge in silenzio. Poi la persona interessata ha il compito, senza pensarvi troppo a lungo e sempre in concentrato silenzio, di prendere per le mani o per le spalle i rappresentanti scelti e di posizionarli al centro del cerchio, in relazione l'uno con l'altro, secondo il proprio sentire e secondo la sua immagine interiore. Non deve dar loro alcuna particolare impostazione fisica: i rappresentanti sono inizialmente sempre tutti in piedi, con le braccia lungo i fianchi e la testa diritta. Non devono nemmeno essere date istruzioni su stati d’animo da percepire o spiegazioni sulla loro reciproca posizione o eventuali sguardi significativi; la persona deve solamente badare ad indicare chiaramente dove lo sguardo del rappresentante deve indirizzarsi. Quando ha finito di posizionare tutti i membri della famiglia che sono stati coinvolti, il cliente si siede di fianco al conduttore in modo che entrambi abbiano la visione completa dell’insieme. Da questo momento in poi è solo uno spettatore silente, a meno che il facilitatore non lo coinvolga direttamente, e lascia che tutto ciò che avviene agisca su di lui.
Lo svolgimento della costellazione
Ai rappresentanti viene richiesto di assecondare, senza alcuna teatralità, ogni loro basilare ed istintivo movimento fisico, in quanto, secondo la teoria di Hellinger, essi avrebbero, in maniera del tutto inconsapevole, cominciato ad avvertire ciò che i membri della famiglia avrebbero realmente provato, accedendo non solo ai sentimenti ma anche, in molti casi, alle sensazioni corporee dei loro rappresentati. Secondo Hellinger sarebbero infatti entrati in contatto con un presunto "campo energetico" (concetto privo però di qualunque base scientifica) del sistema familiare in questione.
Il conduttore lavorerebbe quindi con le presunte "forze" che, a dire di Hellinger, agirebbero e guiderebbero il cosiddetto e indimostrato "campo energetico" del sistema familiare messo in atto.
A volte il conduttore interviene spostando fisicamente i rappresentanti in altre posizioni spaziali; a volte chiede loro di esprimere, con poche e semplici parole, le proprie percezioni fisiche del momento piuttosto che il loro stato d’animo o i sentimenti verso se stessi o verso gli altri componenti della costellazione, e sempre e solo in quanto rappresentanti. A volte chiede loro di provare a pronunciare semplici frasi che servirebbero ad annunciare tensioni o a scioglierle ("sono arrabbiato con te", "ti prego", "ti rispetto", "'ti onoro", "tienimi con te"). In altre occasioni reintegra nella "costellazione", con nuovi ed altri rappresentanti, membri della famiglia che sono stati , in passato, esclusi o dimenticati dal nucleo familiare in questione. Molto spesso e verso il termine della rappresentazione, il facilitatore chiede al cliente di inserirsi al posto del proprio rappresentante, in quanto questo consentirebbe una completa, e a questo punto integrata, visione dell’insieme e favorirebbe un’ulteriore presa di contatto con i cambiamenti che sarebbero avvenuti e che starebbero avvenendo.
Termine della costellazione
Attraverso quindi un misurato e graduale cambiamento di posizioni spaziali ed emotive dei rappresentanti, che il più delle volte si ritiene sarebbe avvenuto in maniera spontanea e, a volte, invece attraverso l’intervento del conduttore, la "costellazione" evolverebbe verso livelli generali di maggiore comprensione, partecipazione e verso un’immagine di armonia, equilibrio e pace, che sarebbe a tutto vantaggio della persona interessata ma, di riflesso e nella maggioranza dei casi, porterebbe vantaggio anche del nucleo familiare stesso e per i tutti i partecipanti al seminario.
L’immagine creata secondo la teoria di Hellinger potrebbe - a suo dire - far iniziare una presunta trasformazione interiore della persona in questione, che potrebbe durare anche per un lungo periodo e coinvolgerebbe l'intelletto, la nostra parte consapevole, in maniera assai limitata.
Una costellazione, in genere, può durare dai 20 minuti ad un’ora, ma vi possono essere costellazioni più brevi o più lunghe. Scopo principale dell’agito non sarebbe quello di far chiarezza sulle migliaia di "ombreggiature" presenti in una famiglia, ma quello di portare in vista il cosiddetto "irretimento", che costituirebbe secondo Hellinger l'impasse saliente per la persona interessata.
Se la costellazione dovesse mostrarsi come particolarmente emotiva, il facilitatore può porre termine alla rappresentazione, così come può fermarla se la situazione in atto dovesse manifestare stagnazione o mancanza di energia. In entrambi i casi la costellazione svolge comunque un suo compito ed intento. In genere viene sconsigliato di attuare un’altra costellazione, anche se in merito ad altri temi, in tempi brevi.
Elementi teorici
Tra gli elementi della teoria delle costellazioni familiari e sistemiche, secondo Hellinger, vi sono:
"Ordini dell’amore"
Nell'ambito della psicologia sociale ogni essere umano sente l'esigenza di appartenere ad un gruppo sociale (famiglia, nazione. religione, clan, tribù, setta, ecc.). L'appartenenza ad un gruppo tutela e, in certi termini, ha garantito e garantisce la sopravvivenza.
Secondo Hellinger, ciascun gruppo è un "sistema" che stabilisce e fa percepire a tutti i suoi componenti cosa è "corretto", "giusto" e cosa è "scorretto", "sbagliato", creando i cosiddetti "ordini di appartenenza". Il concetto di "ordine" viene riportato sia ad un aspetto "cronologico" (l'ordine di arrivo nella vita: chi è arrivato prima e chi è arrivato dopo), così come ad un aspetto di disposizione giusta, legittima, appropriata, corretta, equilibrata delle cose.
Gli "ordini dell'amore" nella famiglia sarebbero ordini strutturali fissi, che verrebbero attuati naturalmente ed in maniera per lo più inconsapevole dai vari membri di una famiglia allo scopo di mantenere in equilibrio il "sistema familiare" e provvedere alla sua sopravvivenza. Sarebbero tali ordini a creare il senso di appartenenza al clan. Hellinger li considera componenti "arcaiche" della struttura familiare, di tale forza da agire sui destini dei singoli membri della famiglia e influire in modo incisivo nella loro vita. Questi ordini sarebbero prefissati, anche se in continua trasposizione, in modo analogo al sistema delle costellazioni astronomiche
Tre leggi caratterizzerebbero secondo Helligner gli "ordini dell'amore": le cosiddette "legge dell'appartenenza", "legge dell'ordine sacro" e "legge dell'equilibrio ed esclusione".
- Legge dell'appartenenza: ogni membro di un sistema familiare avrebbe il diritto assoluto di fare parte del sistema-famiglia e di essere nella sua collocazione legittima. Secondo Hellinger non dovrebbero esservi giudizi interni alla famiglia in merito a chi sia migliore o peggiore degli altri né a chi abbia più o meno diritto di essere parte della famiglia stessa. Tutti i membri avrebbero invece il medesimo diritto di fare parte del clan, ora e da sempre.
- Legge dell'ordine sacro: in base all'unicità di ogni essere umano, secondo Hellinger all'interno della famiglia, ogni membro avrebbe una posizione unica, insostituibile e speciale in relazione a tutti gli altri. Questa posizione nascerebbe nel momento in cui la persona entra nella vita della famiglia e nessun altro potrebbe o dovrebbe occupare il posto che le spetterebbe di diritto.
- Legge dell'equilibrio ed esclusione: nel "sistema familiare" esisterebbe non solo un senso dell'appartenenza, dell'ordine, ma anche un senso dell'equilibrio. Secondo Hellinger ognuno deve essere pienamente responsabile di ciò che fa: le conseguenze di ogni azione portata a termine da un componente della famiglia ricadrebbero su tutto il sistema, se il responsabile non se ne facesse carico. Anche ogni torto commesso, all'interno della famiglia, nei confronti di un predecessore dovrebbe trovare la sua compensazione tramite un successore (secondo l'antico concetto della nemesi). La "coscienza familiare", che tenderebbe secondo Hellinger sempre all'equilibrio, si farebbe carico delle persone escluse e dimenticate dalla famiglia stessa, a seguito di emarginazione sociale, menomazioni fisiche o mentali, carcerazione, omosessualità, emigrazione, scelte religiose, morte precoce, nascita non riconosciuta ) e avrebbe come scopo quello di "reintregare" l'escluso nel ricordo della famiglia.
Irretimento
Pertanto Hellinger afferma che se un predecessore, membro della famiglia, è stato ed è escluso o dimenticato dalla famiglia stessa, nel sistema agirebbe una pressione ( che proverrebbe, in maniera per lo più inconsapevole, dalla "coscienza collettiva" ) affinché un successore si faccia carico di tal predecessore, difendendone il ricordo e il diritto. Ciò porterebbe il successore ad identificarsi con il predecessore, a volte fino a riprenderne il destino, ripercorrendone la malattia, le difficoltà di vita o persino la morte. Hellinger parla allora di "irretimento" che si manifesterebbe nelle forme concettuali di "ti seguo nel destino", "'vado io al tuo posto", "voglio espiare la tua colpa".
Ordine gerarchico
Secondo Hellinger l'ordine gerarchico-temporale, in una famiglia, stabilirebbe che vengano sempre prima il padre e la madre, poi i figli, inclusi tutti i "non nati" o morti, dal maggiore al minore. Avendo i genitori (i cosiddetti "grandi") donato la vita ai figli (i cosiddetti "piccoli"), secondo Hellinger questo sarebbe già sufficiente perché i figli debbano rispetto verso chi li ha generati. Ogni giudizio negativo di un figlio nei confronti di un genitore porrebbe pertanto il figlio in condizione di superiorità rispetto a colui che invece deve "venire prima": il figlio pertanto si porrebbe fuori dall'ordine, generando una disarmonia che sfocerebbe inevitabilmente in un conflitto.
Hellinger ritiene che, rifiutando un genitore, si crei come un nodo che, invece di aiutare il figlio a distaccarsi da chi lo ha "generato e preceduto", creerebbe un vero legame vincolante: egli afferma che noi stessi saremmo "i nostri genitori" e che accettarli significherebbe accettare se stessi: il "sì" verso un padre o una madre rifiutati non sarebbe un "sì" di obbedienza, ma di accettazione, e questo favorirebbe il distacco, aiutando a sciogliere il nodo, proprio tramite l'"inclusione" del genitore nella vita del figlio.
Amore cieco
Il vincolo che unisce i figli ai propri genitori sarebbe un sentimento inconscio, e "arcaico", che supererebbe anche l'effettiva mancanza di contatto (nel caso il figlio venga cresciuto da altre persone) o i sentimenti in atto ("'accetto mia madre ma non mio padre"), in maniera incondizionata.
Secondo Hellinger spesso un figlio manifesterebbe il naturale e profondo amore verso i propri genitori con un amore non solo senza condizioni, ma anche "cieco", che lo spingerebbe a copiare o a prendere su di sé il destino del proprio genitore. Alcuni figli sarebbero di conseguenza pronti a sacrificare la propria esistenza per i genitori e Hellinger afferma che, seguendo le inconsapevoli affermazioni "vado io al tuo posto", "voglio espiare la tua colpa", "ti seguo nel tuo destino", un figlio farebbe ciò che gli è possibile per seguire o sostituire il proprio genitore, spesso in un destino di fallimento, isolamento, malattia o morte.
Movimento interrotto]
I genitori, e specialmente la madre, offrirebbero ai figli amore, sicurezza, senso di protezione e fiducia, fonte di appagamento. Il figlio dipende in maniera totale dai genitori e in particolare dalla madre, con la quale esisterebbe un rapporto non solo di dipendenza, ma di unione simbiotica da parte del neonato, che, non avendo sviluppato il senso dei propri confini, è incapace di distinguere tra se stesso e la madre.
Secondo Hellinger, se durante la gravidanza o il parto o nei primi due anni di vita un evento traumatico, prolungato nel tempo, crea una separazione e spezza il rapporto tra il figlio e il genitore, si avrebbe quello che lui chiama "movimento interrotto". Una gravidanza portata a termine in uno stato di pericolo per le condizioni esterne come nel caso di guerre o carestie, oppure per condizioni fisiche, oppure gravi difficoltà nel parto o, ancora di più, lunghe malattie fisiche della madre o del bambino subito dopo, causerebbero questo movimento interrotto. Particolarmente angosciante e traumatica viene considerata l'esperienza della morte della madre durante il parto o poco dopo di questo. Secondo Hellinger chi ha subìto un tale shock avrebbe uno schema di comportamento che lo spinge a cercare ciò che desidera, ma, nello stesso tempo, evitando qualsiasi possibilità per ottenerlo. Per trovare una soluzione a questo caso Hellinger propone un'interazione tra lem”Costellazioni” e le “ Holding Therapy” di Jirina Prekop.
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