Ecco Il dispositivo che pulisce lo spazio dalla spazzatura.
Satelliti che si scontrano, detriti impazziti che precipitano verso la Terra dove tutte le comunicazioni sono interrotte: non è fantascienza, ma lo scenario che lo scienziato della Nasa Donald Kessler ha ipotizzato già trenta anni fa mettendo in guardia dall’eccessivo numero di satelliti in orbita. Per scongiurare una simile apocalisse, Luca Rossettini, ingegnere aerospaziale di 36 anni, ha messo a punto D-Orbit, un dispositivo in grado di “ritirare “ i satelliti guasti o a fine vita. Il motore intelligente, con relativo software, è stato sviluppato assieme ad altri tre ingegneri: Renato Panesi, Thomas Panozzo e Giuseppe Tussiwand. D-Orbit, il cui prototipo sarà pronto entro giugno, sarà installato sul satellite prima del lancio e potrà essere attivato da terra. Quando si deciderà di “ rottamarlo”, si invierà al satellite un segnale che lo spingerà verso una traiettoria di rientro facendolo precipitare nell’Oceano Pacifico. “ Quelli più lontani, invece” spiega Rossettini verranno spinti verso un’orbita cimitero in attesa di una tecnologia che permetta di riciclarli direttamente nello spazio”. Secondo i calcoli di Rossettini “ il rischio di collisione è raddoppiato negli ultimi tre anni” e sono più di 300 milioni i detriti che orbitano attorno alla Terra. “ Oggi si spendono fino a 100 milioni di dollari per satellite per evitare collisioni e deorbitarli a fine vita. D-Orbit ridurrebbe il costo a 3 milioni”.
(f.d.)- Repubblica del 24 febbraio 2012
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