ROMA - E' morto Renato Dulbecco, premio Nobel per la medicina nel 1975. Pioniere delle ricerche sulla genetica del cancro, era nato a Catanzaro nel 1914 e fra due giorni avrebbe compiuto 98 anni. Dopo una laurea in medicina ottenuta nel 1936, e studi di fisica, chimica e matematica, nel 1947 lasciò l'Italia per gli Stati Uniti, chiamato da Salvador Luria all'Università di Bloomigton, nell'Indiana.
Qui Dulbecco studiò i "fagi", virus batteriofagi, i meccanismi cellulari che riparano il Dna, quando è danneggiato da radiazioni. Fu poi professore ordinario al California Institute of Technology. Nel 1955 isolò il primo mutante del virus della poliomelite, che servirà a Sabin per la preparazione del vaccino. Nel 1960 iniziò ad interessarsi della ricerca oncologica: è di quest'anno la scoperta che lo porterà al premio Nobel: osserva che i tumori sono indotti da una famiglia di virus che in seguito chiamerà "oncogeni".
Nel 1972 si trasferì dagli Stati Uniti a Londra, allo Imperial Cancer Research Fund, per continuare gli studi di oncologia. Per questi studi nel 1975 gli venne conferito il Premio Nobel, insieme con David Baltimore e Howard Temin. Ritornò poi negli Stati Uniti, al Salk Institute di La Jolla, in California. È del 1986 la proposta fatta da Dulbecco (allargata poi a tutto il mondo come progetto di collaborazione internazionale) di costruire la mappa del genoma umano.
Cittadino americano dal 1953, mantenne sempre un forte legame con l'Italia, ed è ritenuto il padre delle ricerche italiane sulla mappa del Dna, condotte presso l'Istituto di Tecnologie Biomediche del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) a Milano. Un'esperienza che si arena nel 1995 per mancanza di fondi e che lo riporta negli Stati Uniti.
Qui Dulbecco studiò i "fagi", virus batteriofagi, i meccanismi cellulari che riparano il Dna, quando è danneggiato da radiazioni. Fu poi professore ordinario al California Institute of Technology. Nel 1955 isolò il primo mutante del virus della poliomelite, che servirà a Sabin per la preparazione del vaccino. Nel 1960 iniziò ad interessarsi della ricerca oncologica: è di quest'anno la scoperta che lo porterà al premio Nobel: osserva che i tumori sono indotti da una famiglia di virus che in seguito chiamerà "oncogeni".
Nel 1972 si trasferì dagli Stati Uniti a Londra, allo Imperial Cancer Research Fund, per continuare gli studi di oncologia. Per questi studi nel 1975 gli venne conferito il Premio Nobel, insieme con David Baltimore e Howard Temin. Ritornò poi negli Stati Uniti, al Salk Institute di La Jolla, in California. È del 1986 la proposta fatta da Dulbecco (allargata poi a tutto il mondo come progetto di collaborazione internazionale) di costruire la mappa del genoma umano.
Cittadino americano dal 1953, mantenne sempre un forte legame con l'Italia, ed è ritenuto il padre delle ricerche italiane sulla mappa del Dna, condotte presso l'Istituto di Tecnologie Biomediche del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) a Milano. Un'esperienza che si arena nel 1995 per mancanza di fondi e che lo riporta negli Stati Uniti.
(20 febbraio 2012) - Repubblica
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