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martedì 31 gennaio 2023

Speciale Ricette del 31 Gennaio 2023

 

Il demonio ha paura della gente allegra.” Don Bosco

 

 

Bucatini alle Cime di Rapa

Per 4 persone

 

Ingredienti:

450 gr di bucatini, 800 gr di cime di rapa, 2 spicchi d’aglio, 4 filetti di acciuga sott’olio, 250 gr di mozzarella, peperoncino, olio, sale.

Pulite le cime di rapa delle parti più dure, rompete a pezzetti le foglie e staccate le cimette, lavate il tutto e fatele lessare abbondante acqua bollente salata al dente, scolatele e strizzatele. Conservate l’acqua di cottura. In un tegame fate dorare i 2 spicchi d’aglio e un cucchiaino di peperoncino in 4 cucchiai d’olio, eliminate poi l’aglio e unite i filetti di acciuga, fateli sciogliere, incorporatevi le cime rapa e fate insaporire per 5 minuti. In una casseruola con l’acqua di cottura delle rape in ebollizione, fate cuocere la pasta al dente. Scolatela e unitela nel tegame con le rape, aggiungendo la mozzarella tagliata a dadini. Fate saltare 2 minuti e servite subito.

 

 

 

 

Bollito in Insalata alla Toscana

Per 6 persone

 

Ingredienti:

1 kg di muscolo di vitello, 1 gambo di sedano verde con le foglie, 1 carota, 1 foglia di alloro, 2 scalogni, 1 finocchio con le barbette verdi, 100 gr capperi sotto sale, 2 rametti di basilico, olio, sale, pepe nero in grani. Per guarnire un cespo di cicoria bianca.

 

In una capiente casseruola mettere la carne di vitello, il sedano lavato con le sue foglie, la carota grattata, la foglia di alloro, sale e 4 granelli di pepe nero, coprire in abbondanza con acqua fredda e portare a bollore. Fare bollire per 1 ora e mezza circa, controllando con i rebbi di una forchetta la morbidezza della carne. Fare raffreddare la carne nell’acqua di cottura. Prelevare la carne dal brodo e appoggiandola su un piano di lavoro, tagliarla prima in 3 parti e poi a fette di 1 cm di spessore. Se le fette risultassero troppo lunghe, dividerle a metà. Mettere le fette in una zuppiera. In una terrina tagliare a julienne il finocchio lavato e pulito, tenendo da parte le barbette verdi. Tagliare gli scalogni puliti a fettine sottilissime e unirle al finocchio. Dissalare sotto l’acqua corrente i capperi, scolarli e unirli alle verdure. Pulire il cespo di cicoria, rompendo grossolanamente le foglie e il basilico a foglie e tenere da parte. Condire con olio e sale le verdure nella terrina. Mescolare bene. Condire anche il muscolo a fettine con delicatezza, con olio sale e una grattata di pepe nero e versarlo nella terrina con le verdure, mescolando gli ingredienti con delicatezza. Foderare un piatto di portata profondo e largo con le foglie di insalata. Sistemare carne e verdure sopra le foglie di insalata e posarvi sopra in bella mostra, le barbette di finocchio e le foglioline di basilico rotte con le mani. Servire.

 

 

 

Zuppa Inglese a modo mio

Per 6 persone

 

Ingredienti:

½ kg di Pan di Spagna, 4 uova, 3 bicchierini di Rum, 220 gr di zucchero semolato, 1/2 di lt di latte, 3 cucchiai di maizena, ½ limone, 200 gr di cioccolato fondente, 50 gr di panna, 20 gr di cacao amaro.

 

In una casseruola mettere il latte, una scorza di limone, 80 gr di zucchero semolato e mescolando bene, scaldare, senza portare a bollore.

In una ciotola montare i tuorli con 120 gr di zucchero semolato, quando la crema risulterà gonfia e spumosa, unire la maizena e lavorare sino a che il composto risulti omogeneo. Eliminare dal latte la scorza del limone e versarlo a filo sulle uova. Mettere tutto nella casseruola e rimettere sul fuoco continuando a mescolare sino a che la composizione si sia addensata. Lasciare intiepidire, mescolando la composizione per non far formare una crosticina in superficie.

Tagliare il Pan di Spagna a fette di 2 cm di spessore.

Grattugiare il cioccolato e farlo fondere con 3 cucchiai di panna in un pentolino, a fuoco dolcissimo, mescolando. Quando sarà sciolto aggiungere la residua panna e mescolare bene. Togliere dal fuoco e fare intiepidire leggermente.

Preparare un contenitore rotondo non largo ma alto.

Bagnare le fette di Pan di Spagna con i bicchierini di liquore a cui avrete aggiunto 1 bicchierino di acqua molto zuccherata. Sistemare nel fondo del contenitore 1/3 delle fette di Pan di Spagna. Ricoprire con metà della crema alle uova. Coprire con il secondo strato di Pan di Spagna. Versare la crema al cioccolato. Ricoprirla con l’ultimo strato di Pan di Spagna e versarvi sopra la crema alle uova residua.

Spolverare sulla superficie il cacao amaro. Ricoprire con pellicola e tenere al fresco sino al momento di servire.

Lo Sapevate Che: Don Bosco: Nato in una frazione di Castelnuovo d'Asti, comune piemontese che oggi porta il suo nome, fu un sacerdote molto vicino ai giovani disagiati, per accogliere i quali fondò la congregazione dei Salesiani.


Il demonio ha paura della gente allegra.” Don Bosco

 

Amore e coraggio

Straordinario educatore e indimenticabile parroco, Giovanni Bosco nacque il 16 agosto 1815 in una famiglia contadina poverissima a Becchi Castelnuovo d'Asti (oggi rinominata Castelnuovo Don Bosco). Rimasto orfano di padre a soli due anni matura la vocazione sacerdotale fin da subito.

Nel 1841, giovane prete, arriva a Torino e comincia ad esplorare la città per farsi un'idea delle condizioni morali dei giovani. Ne rimane sconvolto. Ragazzi che vagabondano per le strade, disoccupati, sbandati e depressi pronti a qualsiasi cosa. Rimane inoltre profondamente impressionato dal constatare come tanti di quei ragazzi prendano da subito la via delle patrie galere. Capisce che non può rimanere indifferente a tutto ciò e decide di agire per cercare di sanare, come può, la difficile situazione.

Aiuta dunque i ragazzi a cercare lavoro, si prodiga per ottenere condizioni migliori a chi è già occupato e fa scuola ai più intelligenti. Nasce così nella periferia torinese il primo oratorio.

Nell'aprile 1846 apre a Valdocco nella "casa Pinardi" un oratorio intorno al quale nascerà col tempo il grandioso complesso della casa-madre dei Salesiani.

Il problema di accogliere non per alcune ore bensì a tempo pieno ragazzi senza casa diventa fondamentale ma si apre un problema di natura finanziaria. Don Bosco diventa promotore in prima persona della sua iniziativa e si mette alla ricerca di fondi.

La prima benefattrice è la madre Margherita che vende tutto quello che possiede per sfamare i ragazzi. Tra i giovani che hanno don Bosco per padre e maestro, qualcuno gli chiede di "diventare come lui". Così nasce, con la cooperazione di don Rua e di don Cagliero, la "Società di San Francesco di Sales" che darà vita all'omonimo ordine dei Salesiani. I Salesiani danno ai giovani non solo pane e una casa, ma procurano loro istruzione professionale e religiosa, possibilità di inserirsi nella vita sociale e buoni contratti di lavoro.

Don Bosco diventa col tempo una figura di rilievo nazionale. Uomo di straordinaria intelligenza, tanto da essere spesso consultato da Papa Pio IX, era dotato di "poteri" quasi sovraumani e forse, per chi crede, di natura divina (ad esempio, ripeteva fedelmente intere pagine di libri dopo averle lette una sola volta), Don Giovanni Bosco rimase sempre altrettanto straordinariamente una persona umile e semplice.

Nel 1872, instancabile, fonda la Congregazione femminile delle figlie di Maria Ausiliatrice, detta delle Suore Salesiane.

Pochi anni dopo, è il 31 gennaio 1888 quando si spegne a Torino, circondato dal cordoglio di tutti quelli che lo avevano conosciuto, lasciando dietro di sé una scia luminosa di opere concrete e di realizzazioni.

Don Bosco venne dichiarato venerabile nel 1907, Beato nel 1929 e Santo nel giorno di Pasqua, 1 aprile 1934. Il 31 gennaio 1958 Pio XII, su proposta del Ministro del Lavoro in Italia, lo ha dichiarato "patrono degli apprendisti italiani".

https://biografieonline.it/biografia-don-bosco

Lo Sapevate Che: Giorgio Perlasca: Il suo nome compare nell'elenco dei 525 italiani Giusti tra le Nazioni, ossia i "non ebrei" che hanno rischiato la propria vita per salvare quella dei perseguitati dal genocidio nazista.


Nato a Como e morto a Padova, da giovane fu un convinto fascista, partendo come volontario per l'Africa Orientale e la Spagna. La sua presa di distanza dal regime mussoliniano maturò dopo l'emanazione delle leggi razziali del 1938.

Inviato, con visto diplomatico, nei paesi dell'Est Europa per acquistare carne per l'esercito italiano, al momento dell'armistizio dell'8 settembre 1943 Perlasca si trovava a Budapest, dove, rifiutandosi di aderire alla Repubblica di Salò, cercò rifugio nel consolato spagnolo.

Assunto il finto ruolo di viceambasciatore di Spagna, riuscì a far avere la cittadinanza spagnola a 5.218 ebrei, appellandosi alla legge Rivera sugli ebrei di ascendenza sefardita (di antica origine spagnola), e salvare gli stessi dai campi di sterminio nazisti.

Fatto prigioniero dall'Armata rossa, dopo la guerra rientrò in Italia e qui condusse una vita riservata, decidendo di non condividere con nessuno il suo gesto eroico. Solo in vecchiaia gli venne resa giustizia, con il riconoscimento in vita di "Giusto tra le Nazioni" assegnatogli nel 1989.

http://www.mondi.it/almanacco/voce/107003

Lo Sapevate Che: Abolita la schiavitù in America: «La schiavitù o altra forma di costrizione personale non potranno essere ammesse negli Stati Uniti, o in luogo alcuno soggetto alla loro giurisdizione, se non come punizione di un reato per il quale l'imputato sia stato dichiarato colpevole con la dovuta procedura». È il contenuto della prima sezione del XIII emendamento alla Costituzione degli Stati Uniti d'America, che nel 1865 mise al bando la schiavitù nei 36 Stati allora rappresentati dal Congresso.

 

Il 18 dicembre 1865 il segretario di stato statunitense William H. Seward ratifica formalmente il tredicesimo emendamento alla Costituzione il quale aboliva la schiavitù, approvato dalle Camere e ratificato da tre quarti terzi degli stati.

La schiavitù esisteva in tutte le tredici colonie americane originarie dell’America britannica. Prima del tredicesimo emendamento, la Costituzione degli Stati Uniti non utilizzava espressamente le parole schiavo o schiavitù, ma includeva diverse disposizioni sulle persone non libere. Il “Compromesso dei tre quinti“, articolo I, sezione 2, clausola 3 della Costituzione, assegnava la rappresentanza del Congresso in base “all’intero numero di persone libere” e “tre quinti di tutte le altre persone“. Secondo la “Clausola dello schiavo fuggitivo“, l’articolo IV, sezione 2, clausola 3, “Nessuna persona tenuta al servizio o al lavoro in uno Stato” verrebbe liberata fuggendo in un altro. L’Articolo I, Sezione 9, Clausola 1 consentiva al Congresso di approvare una legislazione che proibiva l ‘”Importazione di persone“, ma non fino al 1808. Tuttavia, ai fini del Quinto emendamento, che afferma che “Nessuna persona … libertà, o proprietà, senza un giusto processo di legge “: gli schiavi erano intesi come proprietà. Sebbene gli abolizionisti usassero il Quinto Emendamento per argomentare contro la schiavitù, questo divenne parte della base giuridica nel caso Dred Scott v.Sandford (1857) alla Corte Suprema per trattare gli schiavi come proprietà.

Ispirandosi al pensiero della Dichiarazione di Indipendenza, tra il 1777 e il 1804 ogni stato del Nord passò l’immediata o graduale abolizione della schiavitù al proprio interno. La maggior parte degli schiavi coinvolti erano domestici. Nessuno stato del sud lo fece e la popolazione di schiavi del sud continuò a crescere, raggiungendo il picco di quasi quattro milioni nel 1861. Un movimento abolizionista guidato da figure come William Lloyd Garrison crebbe in forza nel nord, chiedendo la fine della schiavitù a livello nazionale e inasprendo le tensioni tra Nord e Sud.

Mentre il paese continuava ad espandersi, la questione della schiavitù nei suoi nuovi territori divenne la questione nazionale dominante. La posizione meridionale sosteneva che gli schiavi erano proprietà e quindi potevano essere spostati nei territori come tutte le altre forme di proprietà. Il compromesso del Missouri del 1820 prevedeva l’ammissione del Missouri come stato schiavista e del Maine come stato libero, preservando l’uguaglianza del Senato tra le regioni. Nel 1846, la Clausola Wilmot fu introdotta in un disegno di legge sugli stanziamenti di guerra per vietare la schiavitù in tutti i territori acquisiti nella guerra messicano-americana; la Clausola passò più volte alla Camera, ma non al Senato. Il Compromesso del 1850 disinnescò temporaneamente la questione ammettendo la California come stato libero, istituendo una versione più forte del Fugitive Slave Act (Legge sullo schiavo fuggitivo), vietando la tratta degli schiavi a Washington, DC e consentendo l’autodeterminazione del New Mexico e dello Utah sulla questione della schiavitù.

Nonostante il compromesso, le tensioni tra Nord e Sud continuarono a salire nel decennio successivo, infiammate, tra le altre cose, dalla pubblicazione del romanzo anti-schiavitù del 1852 La capanna dello zio Tom; combattimenti tra le forze pro-schiavitù e abolizioniste in Kansas, a partire dal 1854; la decisione Dred Scott del 1857, che annullò le disposizioni del Compromesso del 1850; il tentativo dell’abolizionista John Brown nel 1859 di avviare una rivolta degli schiavi ad Harpers Ferry e l’elezione nel 1860 del critico della schiavitù Abraham Lincoln alla presidenza. Gli stati del sud si separarono dall’Unione nei mesi successivi all’elezione di Lincoln, formando gli Stati Confederati d’America e iniziando la guerra civile americana.

Usando i poteri presidenziali di guerra, Lincoln emanò il proclama di Emancipazione il 22 settembre 1862, il quale entrò in vigore il primo gennaio 1863, che proclamava la libertà degli schiavi nei dieci stati che combattevano per separarsi dall’Unione. Il Proclama non includeva comunque gli schiavi degli stati di confine leali all’Union. Quel dicembre, Lincoln usò nuovamente i suoi poteri di guerra e pubblicò un Proclama di Amnistia e Ricostruzione, che offriva agli stati del sud la possibilità di rientrare pacificamente nell’Unione se avessero abolito la schiavitù e raccolto giuramenti di fedeltà dal 10% della loro popolazione votante. Gli stati del sud non accettarono prontamente l’accordo e lo stato di schiavitù rimase incerto.

In seguito alla sua rielezione nel 1864l’approvazione di un emendamento che abolisse la schiavitù fu la principale priorità legislativa di Lincoln. Il presidente iniziò a fare pressioni subito dopo la sua elezione sui rappresentanti indecisi al Congresso. La versione dell’emendamento adottata fu quella che riuniva le proposte dei deputati Wilson e Ashley e del senatore Henderson, mentre la proposta più espansiva del repubblicano radicale Charles Sumner non fu adottata. La versione adottata stabiliva che “Né la schiavitù né il servizio non volontario – eccetto che come punizione per un crimine per cui la parte sarà stata riconosciuta colpevole nelle forme dovute – potranno esistere negli Stati Uniti o in qualsiasi luogo sottoposto alla loro giurisdizione.”.

Lincoln incaricò il Segretario di Stato William H. Seward, il Rappresentante John B. Alley e altri di procurarsi voti con ogni mezzo necessario, ed essi lo fecero, arrivando a promettere posti di governo e contributi elettorali ai Democratici uscenti disposti a votare a favore dell’emendamento. Seward aveva un grosso fondo di denaro per corrompere direttamente i deputati. Il rappresentante Thaddeus Stevens in seguito commentò che “la più grande misura del diciannovesimo secolo fu adottata dalla corruzione aiutata e incoraggiata dall’uomo più puro d’America“; tuttavia, il ruolo preciso di Lincoln nel fare accordi per i voti rimane sconosciuto.

Con l’avvicinarsi del voto, i repubblicani attenuarono il loro linguaggio di uguaglianza radicale al fine di ampliare la coalizione di sostenitori dell’emendamento. Per rassicurare i critici preoccupati che l’emendamento avrebbe lacerato il tessuto sociale, alcuni repubblicani promisero esplicitamente che l’emendamento avrebbe lasciato intatto il patriarcato.

A metà gennaio 1865, il presidente della Camera Schuyler Colfax stimò che l’emendamento necessitasse ancora di 5 voti per l’approvazione. Ashley rinviò così il voto. A questo punto, Lincoln intensificò la sua spinta per l’emendamento, facendo appelli emotivi diretti a singoli membri del Congresso. Il 31 gennaio 1865, la Camera convocò un altro voto sull’emendamento, senza che nessuna delle parti fosse certa del risultato. Con 183 membri della Camera presenti, 122 avrebbero dovuto votare “sì” per l’approvazione della risoluzione; tuttavia, otto democratici si astennero, riducendo il numero richiesto a 117. Tutti i repubblicani (84), i repubblicani indipendenti (2) e gli unionisti intansigenti (16) votarono a favore, così come quattordici democratici, quasi tutti anatre zoppe, e tre unionisti . L’emendamento infine passò con un voto di 119 a 56, raggiungendo di soli due voti la maggioranza dei due terzi richiesta. La Camera esplose in festa, con alcuni membri che piangevano apertamente. Gli spettatori neri, a cui era stato permesso di partecipare alle sessioni del Congresso solo dall’anno precedente, applaudirono dalle gallerie.

Il tredicesimo emendamento fu inviato per la ratifica ai 36 stati allora esistenti dal 38º Congresso degli Stati Uniti il 31 gennaio 1865, ed entrò in vigore il 6 dicembre 1865, dopo la ratifica di 27 statiL’entrata in vigore fu dichiarata il 18 dicembre 1865 con la registrazione formale definitiva del Segretario di Stato Seward. La più recente ratifica, tuttavia, avvenne nel 1995 in Mississippi, che è stato l’ultimo dei 36 stati che esistevano all’epoca della proposta a ratificarlo.

Sebbene l’emendamento abbia abolito la schiavitù in tutti gli Stati Uniti, molti neri americani, in particolare nel sud, furono sottoposti ad altre forme di lavoro involontario, come sotto i Codici Neri, nonché soggetti alla violenza dei suprematisti bianchi e all’applicazione selettiva degli statuti, oltre ad altre disabilità.

https://www.paesesera.toscana.it/abolita-la-schiavitu-negli-usa/

Lo Sapevate Che: Franz Schubert: Tra i più importanti compositori della storia della lirica, è considerato il grande maestro del Lied romantico, composizione di carattere sentimentale per voce solista e pianoforte.


O fantasia, inestinguibile fonte dalla quale bevono l'artista e lo scienziato! Vivi presso di noi, anche se sei riconosciuta ed onorata da pochi, per preservarci dalla cosiddetta ragione, da quel fantasma senza carne e senza sangue.” Franz Schubert

 

Biografia

Franz Peter Schubert fu un compositore austriac

Infanzia e giovinezza

Nasce il 31 gennaio 1797 a Lichtental, un sobborgo di Vienna: la casa di Nussdorfer Strasse, all'insegna del Gambero rosso (Zum roten Krebsen), è oggi adibita a museoFranz Schubert è il quarto di cinque figli; il padre, maestro di scuola e violoncellista dilettante, è il primo insegnante del giovane Franz.

Il futuro compositore studia canto, organo, pianoforte e armonia guidato da Michael Holzer, organista e maestro del coro parrocchiale di Lichtental.

Nel 1808 Schubert ha 11 anni: diviene cantore nella cappella di corte e, dopo aver vinto una borsa di studio, riesce ad entrare nell'imperialregio Stadtkonvikt di Vienna.

Compie gli studi regolari e perfeziona la sua preparazione musicale sotto la guida dell'organista di corte Wenzel Ruczicka, e del compositore di corte Antonio Salieri.

Le prime composizioni di Franz Schubert

Le sue prime composizioni sono quartetti: esse risalgono agli anni 1811-1812. Vengono scritte per essere eseguite nell'ambito familiare.

Nel 1813 Franz Schubert abbandona gli studi per diventare assistente del padre presso la scuola in cui insegna. L'anno successivo incontra la poesia di Goethe che sarà la fonte di massima ispirazione per i suoi Lied, fino alla morte.

Due anni più tardi, nel 1815, Schubert scrive il Erlkönig (Il re degli elfi); alla fine del 1816 si contano già oltre 500 Lieder per voce e pianoforte.

L'indipendenza dalla famiglia

Con il sostegno di Franz von Schober (poeta e librettista) e di alcuni amici, che lo finanzieranno per tutta la vita, nel 1816 Schubert lascia la famiglia ed il lavoro presso la scuola del padre.

Del gruppo degli amici e sostenitori fanno parte, fra gli altri:

  • l'avvocato ed ex-violinista Joseph von Spaun;
  • il poeta Johann Mayrhofer;
  • i pittori Leopold Kupelwieser e Moritz von Schwind;
  • il pianista Anselm Hüttenbrenner;
  • Anna Frölich, sorella di una cantante d'opera;
  • Johann Michael Vogl, baritono e compositore;

Quest'ultimo, cantante dell'opera di corte, sarà tra i principali divulgatori dei Lieder composti da Schubert.

Franz vive in ristrettezze economiche, tuttavia grazie all'aiuto di questi amici ed estimatori, riesce a proseguire la sua attività di compositore, pur senza un impiego stabile.

Una fine prematura

Franz Schubert contrae una malattia venerea durante il suo soggiorno presso la residenza estiva del conte Esterházy, in Cecoslovacchia: si tratta di sifilide.

Quando si reca a Eisenstadt in visita alla tomba di Franz Joseph Haydn è malato; non riesce a resistere ad un attacco di febbre tifoide.

Muore prematuramente il 19 novembre 1828 a Vienna, a soli 31 anni.

Di lui dissero

In codesto ragazzo c'è la fiamma divina.

Ludwig van Beethoven

Non c'è Lied di Schubert da cui non si possa imparare qualcosa.

Johannes Brahms

Per quanto riguarda Schubert, ho solo questo da dire: suonate la sua musica, amatela e tenete la bocca chiusa.

Albert Einstein

https://biografieonline.it/biografia-franz-schubert

lunedì 30 gennaio 2023

Speciale Ricette del 30 Gennaio 2023

 

È buonsenso prendere un metodo e provarlo. Se fallisce, ammettilo con franchezza e provane un altro. Ma soprattutto, prova qualcosa.” Franklin Delano Roosevelt

 

 

 

Speciale Zuppa di Verdura

Per 4 persone

 

Dividete a cimette un cavolfiore di 1 kg.

Passate al passaverdura 250 gr. di fagioli cannellini cotti e stemperate il purè ottenuto con 1 lt. di brodo vegetale.

In una casseruola fate rosolare con 30 gr. di burro, 4 porri, una grossa cipolla, una costola di sedano, affettati sottilmente e le cimette del cavolfiore. Dopodiché unite il passato di fagioli, 1 cucchiaio di prezzemolo tritato, 4 cucchiai di panna, salate, pepate e cuocete per 30 minuti a fuoco dolce, finché le verdure non saranno ben cotte. Distribuite 4 fette di pane casereccio tostato, in un recipiente da forno, versatevi la zuppa, spolverizzate con 100 gr. di formaggio olandese grattugiato e fate gratinare sotto il grill del forno per 10 minuti. Deliziosa!

 

 

 

Portafogli di Pollo con Purea

Per 4 persone

 

Ingredienti:

 

4 fette di petto di pollo da 100 gr l’una, 100 gr di prosciutto cotto ( o crudo o speck ), 70 gr di formaggio emmental ( o fontina o scamorza – evitare la mozzarella ), 2 uova, farina, pangrattato, sale pepe, olio. Purea di Patate per accompagnare.

 

Appoggiate una fetta di pollo su un foglio di carta da cucina e coprirla con un altro foglio. Passarvi sopra il mattarello per stendere la pasta, per allargare la fetta. Farcite con mezza fetta di prosciutto, mettendolo su una metà della carne e lasciando i bordi liberi. Appoggiare il formaggio a fettine sottili sul prosciutto. Salare e pepare. Ripiegare i tre bordi intorno al ripieno. Ripiegare ora la fetta di pollo su sé stessa e chiuderla con stecchini di legno. Versare la farina in un piatto e passarvi i portafogli, insistendo anche sui lati. Sbattere le uova con sale e pepe. Preparare in un piatto il pangrattato. Immergere i portafogli nell’uovo sbattuto, poi nel pangrattato. Togliere gli stecchini e ripassare nuovamente i portafogli nell’uovo e nel pangrattato. Friggerli dai due lati in abbondante olio, non eccessivamente caldo, per permettere la cottura perfetta all’interno di essi. Lasciarli asciugare su carta da cucina e servirli subito dopo, accompagnati dalla calda purea.

 

 

 

Pasticcini al Cioccolato e Nocciole

Per 4 persone

 

Ingredienti:

1 confezione di pasta sfoglia (ne servono 125 gr), 60 gr di arachidi sgusciate non salate o nocciole normali sempre sgusciate, tutte tostate, 2 cucchiai di zucchero semolato, 300 ml di panna, cacao in polvere per decorare. Per la crema panache: 150 gr di cioccolato fondente, 150 ml di panna.

 

Caramellare lo zucchero in una casseruola e incorporarvi le nocciole mescolando con cura. Rivestire la teglia del forno con carta forno, distribuire uniformemente il composto preparato e lasciarlo raffreddare, poi frantumarlo grossolanamente usando il robot da cucina per pochi istanti. Srotolare la pasta sfoglia e stenderne una metà su di una teglia leggermente unta, ricoprirla con la pralina di nocciole e appoggiarvi sopra l’altra pasta sfoglia. Coprire la pasta sfoglia con della carta forno e appoggiarvi sopra un peso che abbia più o meno lo stesso formato in modo che tutto venga ben schiacciato. Fare cuocere in forno preriscaldato a 180° per circa 40 minuti e comunque finche la pasta sfoglia risulterà dorata e croccante. Togliere il peso messo sopra e la carta forno. Lasciare raffreddare. Regolare i bordi e tagliare in tre rettangoli, poi suddividerli ancora in 4, per ottenere altrettanti pasticcini. Se ne dovrebbero ottenere 12. Preparare la crema panache: fare sciogliere il cioccolato in una casseruolina rotto a pezzetti a bagnomaria e poi aggi ungere la panna fino a incorporarla perfettamente. Lasciare raffreddare il composto sino a quando risulti spalmabile. Montare la panna. Per servire, preparare i pasticcini usando 3 pezzi alla volta, alternando strati di pasta, cioccolato e panna montata. Spolverizzare con il cacao in polvere.

 

Lo Sapevate Che: Verne pubblica "Il Giro del mondo in 80 giorni": «Nell'anno 1872, la casa segnata con il numero 7 di Saville Row, Burlington Gardens – nella quale morì Sheridan nel 1814 – era abitata da Phileas Fogg, esq. uno dei membri più originali e più in vista del Reform Club di Londra, nonostante il suo apparente proposito di non far nulla che potesse attirare l'attenzione altrui».


Comincia così Il giro del mondo in 80 giorni di Jules Verne, uno dei romanzi più celebri nella storia della letteratura d'avventura, da cui ebbe origine una nuova concezione del viaggio, antesignana del moderno concetto di turismo.

In dieci anni di attività, lo scrittore francese, originario di Nantes, aveva già strabiliato i suoi lettori con appassionanti avventure tra scienza e immaginazione. Dal romanzo d'esordio Cinque settimane in pallone al capolavoro Ventimila leghe sotto i mari, l'idea del viaggio come scoperta di nuovi mondi e insieme impresa straordinaria, spesso oltre i limiti delle umane possibilità, era stato fin qui il leitmotiv delle sue storie.

Il contesto storico, del resto, alimentava questo spirito d'avventura: si era nel pieno dell'Età dell'imperialismo, con le grandi potenze a contendersi pezzi di continenti, ricchi di risorse e strategici nelle rotte commerciali. Accanto a ciò, nel 1870 era avvenuto qualcosa che probabilmente aveva lasciato il segno nell'immaginario di Verne. L'imprenditore americano George Francis Train, specializzato nella costruzione di linee ferroviarie, aveva compiuto il giro del globo in treno e la sua impresa era stata esaltata da radio e giornali.

Esattamente tre anni dopo venne dato alle stampe Il giro del mondo in 80 giorni. Protagonista della storia è Phileas Fogg, un ricco signore londinese, riservato e dall'aria enigmatica, amante esasperato della puntualità e della regolarità. La sua pignoleria è tale che arriva a licenziare il suo vecchio domestico, colpevole di avergli portato l'acqua per la barba a una temperatura di 29° centigradi invece di 30°.

La medesima regolarità caratterizza la sua quotidianità, che trascorre tra partite a carte e pranzi all'esclusivo Reform Club, di cui è socio. La mattina del 2 ottobre, leggendo il Daily Telegraph apprende della rapina alla Banca d'Inghilterra e dell'apertura di una linea ferroviaria in India che, secondo l'articolista, permetterebbe di completare il giro del mondo in 80 giorni.

Ne nasce una sfida con gli altri soci che sono pronti a scommettere 20mila sterline che l'impresa è impossibile. Fogg accetta la scommessa e si dice pronto a dimostrare in prima persona il contrario, sapendo di giocarsi metà del suo patrimonio.

Parte la sera stessa insieme al nuovo cameriere Jean Passpartout, che si rivelerà un valido e fidato compagno di viaggio, e promette di ritornare a Londra entro sabato 21 dicembre. Inizia un viaggio che tra mille difficoltà ed insidie lo porta da Calcutta a New York, passando per Hong Kong. A mettergli i bastoni tra le ruote c'è l'inviso ispettore di Scotland Yard, Fix, il quale, ingannato dalla somiglianza con l'identikit, individua in Fogg il rapinatore della Banca d'Inghilterra e gli si mette alle calcagna lungo tutto il cammino.

Il romanzo ebbe un impatto immediato sul pubblico e fu fonte d'ispirazione per numerose imprese che di lì a poco fiorirono. Il primo tentativo fu della giornalista Nellie Bly che ripercorse le tracce del personaggio immaginario di Verne, portando a termine il giro in 72 giorni. Tanti altri dopo di lei presero a viaggiare per il mondo, in treno o con i mezzi più improvvisati (come la bicicletta), inaugurando quel fenomeno dei globetrotters che ebbe il suo periodo d'oro nel primo trentennio del XX secolo.

Furono innumerevoli le trasposizioni del romanzo dal cinema alla televisione. Tra i film di maggior successo, quello diretto da Michael Anderson nel 1956 e con David Niven nel ruolo di Fogg, si aggiudicò cinque Oscar su un totale di otto nomination. Molto popolare tra i giovanissimi la serie animata Il giro del mondo di Willy Fog, una coproduzione nipponico-spagnola, trasmessa in Italia per la prima volta nel 1987.

http://www.mondi.it/almanacco/voce/118011

Lo Sapevate Che: Franklin Delano Roosevelt: Protagonista della scena politica mondiale del Novecento e principale artefice dello sviluppo economico degli USA.


È buonsenso prendere un metodo e provarlo. Se fallisce, ammettilo con franchezza e provane un altro. Ma soprattutto, prova qualcosa.” Franklin Delano Roosevelt

 

La forza del carattere

Franklin Delano Roosevelt nasce il 30 gennaio 1882 a Hide Park, da una famiglia protestante di antica origine olandese, emigrata nell'America del Nord nel XVII secolo. Il padre James è un classico gentleman della buona borghesia europea.

In questo clima di solido benessere, Franklin trascorre i primi anni della sua vita compiendo viaggi in Europa e ricevendo un'aristocratica quanto puntigliosa educazione dalla madre e dai tutori di Hide Park. Adolescente, i genitori lo iscrivono alla scuola più prestigiosa d'America, quella di Groton, nel Massachussets; si tratta di un istituto retto in modo rigido e che impartisce un insegnamento severo e rigoroso. L'esperienza di Groton, con la sua ferrea disciplina, costituisce per Franklin una scuola anche di carattere, cosa che contribuisce a farlo crescere in modo temprato e a donargli un carattere risoluto.

Nel 1900, forte di questa esperienza, si iscrive ad Harvard dove si laurea in appena tre anni.

Né gli studi né la successiva professione di avvocato però riescono a soddisfarlo in pieno, sempre più attratto in realtà dalla vita politica. La passione per l'agone politico lo porta allora a candidarsi con i Democratici al senato. Divenuto presidente del Comitato per le foreste, la caccia e la pesca, si batte con grande energia per la salvaguardia e il rispetto delle risorse naturali del Paese.

L'anno seguente diviene Sottosegretario alla marina, incarico che manterrà per diversi anni. Dopo la fine della Prima Guerra Mondiale, Roosevelt conclude questo primo periodo della sua vita politica ritirandosi a vita privata (non senza avere avuto la soddisfazione di vedersi proposto alla vicepresidenza degli Stati Uniti).

Nel 1921 si ammala gravemente di poliomelite, perdendo completamente l'uso delle gambe; da allora in poi è costretto a servirsi di un busto di acciaio e a camminare con le stampelle. Tutti pensano che l'infermità rappresenti un ostacolo insormontabile al prosieguo di ogni altra attività ma, con grande forza d'animo, reagisce e trova la forza di tornare ad occuparsi di affari e di politica.

Nel 1928 la Convenzione Democratica lo nomina candidato alla carica di governatore dello Stato di New York, traguardo che raggiunge con successo. Si getta quindi con entusiasmo nella campagna elettorale per la presidenza degli Stati Uniti d'America, coadiuvato da un formidabile "trust di cervelli", sebbene ciò gli costi una considerevole fatica fisica. Alle elezioni risulta vincitore anche se con una maggioranza ristretta.

Nei primi cento giorni del suo mandato, Franklin Delano Roosevelt propone un programma radicale per rimettere in sesto l'agricoltura, sostenere i disoccupati e coloro che rischiano di perdere case e fattorie; il piano comprende anche delle riforme, che trovano una prima attuazione nella costituzione della Tennessee Valley Authority. Nel 1935 il paese è ormai in ripresa, ma la classe industriale e le banche non appoggiano il programma di Roosevelt, il cosiddetto New Deal. Temono gli effetti dei suoi "esperimenti" (maggiori tasse sulla ricchezza, nuovi controlli sulle banche e sulle funzioni pubbliche e un enorme programma di lavoro per i disoccupati).

È un periodo caratterizzato da una quantità di contraddizioni (tanto da generare discordanze anche fra gli storici più recenti), tuttavia il New Deal segnerà indubbiamente l'inizio di un periodo di riforme economiche e sociali che solleveranno ad un livello mai raggiunto prima le forze progressiste e democratiche degli Stati Uniti. Non a caso Roosevelt sarà l'unico presidente ad essere eletto per quattro volte consecutive.

Intanto si affacciano alle porte i drammatici avvenimenti che segneranno la Seconda Guerra Mondiale. Il 7 dicembre 1941, in seguito all'attacco di Pearl Harbor (che rappresentò per l'America un vero e proprio choc), dichiara guerra al Giappone entrando nel conflitto mondiale a fianco di Gran Bretagna e Russia.

Nel febbraio 1945 partecipa assieme a Winston Churchill e Stalin alla conferenza di Yalta, evento che influenzerà le sorti di tutto il mondo post-bellico.

Franklin Delano Roosevelt muore il 12 aprile 1945, durante i primi mesi del suo quarto mandato, stroncato da un'emorragia cerebrale.

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Lo Sapevate Che: Ion Luca Caragiale: Drammaturgo e scrittore romeno, Ion Luca Caragiale fece della satira verso la borghesia e la politica del suo tempo, la cifra distintiva della sua produzione letteraria, divisa tra prosa e teatro

 

Nipote di un celebre attore, ebbe gravi problemi economici che lo costrinsero a svolgere le più disparate mansioni, quali il gestore di un ristorante, contemporaneamente a quella giornalistica e di scrittore, il cui esordio risalì ai bozzetti e ai versi umoristici pubblicati per la rivista Ghimpele, per diventare successivamente uno dei leader del movimento letterario più importante dell'epoca nel suo paese, la Società Letteraria Junimea, dalla quale vennero anche altri importanti scrittori come Ion Creangă e Mihai Eminescu.

Le sue opere teatrali hanno un'impostazione piuttosto classica e sono basate su un'attenta osservazione dei fenomeni sociali suoi contemporanei, spesso accompagnata da una certa dose di ironia, che prende come bersaglio la borghesia al potere nel suo paese.

Tra le sue opere di ricordano la novella Cero Pasquale e soprattutto la commedia Una lettera smarrita, splendido esempio di satira politica nel quale, oltre la consueta caratterizzazione graffiante dei personaggi, emergono elementi drammatici e una riuscita simbiosi tra le intenzioni e l'intreccio.

A causa dei suoi lavori piuttosto polemici, Ion Luca Caragiale entrò in conflitto con molte delle figure più influenti in ambito politico e letterario; questo ebbe effetti negativi sulla sua carriera, tanto che nel 1906 decise di trasferirsi con tutta la sua famiglia a Berlino, pur continuando a recarsi spesso in Romania ed a collaborare con riviste romene. Anche il figlio naturale Mateiu ebbe una discreta carriera come poeta, con le sue prime opere pubblicate nella rivista letteraria Viaţa românească nel 1912.

Caragiale morì a Berlino e si trova attualmente sepolto nel Cimitero Bellu di Bucarest.

Nel 1952, centenario della sua nascita, la sua città natale cambiò denominazione da Haimanale a Ion Luca Caragiale.

Opere pubblicate in italiano

Novelle rumene - traduzione di Costantino Petrescu - Lanciano - Carabba - 1914

·       Mala sorte - traduzione di A. Silvestri Giorgi - Lanciano - G. Carabba Edit. Tip. - 1928

·       Il divorzio - traduzione di L. Cialdea - Venezia - La Nuova Italia - 1929

·       Una lettera smarrita - traduzione di C. Isopescu e A. Silvestri Giorgi - Venezia - La Nuova Italia - 1929

·       Scene romene - traduzione di Giuseppe Petronio - Firenze - G. C. Sansoni - 1944

·       Racconti - traduzione di Aurora Beniamino - Siena - Maia - 1955

·       Giustizia - traduzione di Aldina Gherardi - Pescara - Edizioni Paoline - 1964

·       Strapaese - Roma - A. Signorelli - 1979

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