Nonostante i successi degli
ultimi anni nella lotta all'HIV, ancora troppe persone muoiono per cause legate
all'AIDS: una fotografia della situazione.
La lotta globale all'HIV sta dando importanti risultati, ma non
possiamo abbassare la guardia: l'AIDS si è portato via prima del tempo 33 milioni di vite finora, e sono 38 milioni le persone che alla
fine del 2019 risultavano sieropositive. Nella Giornata
mondiale dell'AIDS (World AIDS Day), che si
celebra ogni anno il 1 dicembre, tiriamo le somme su quanto è stato fatto e su
ciò che ancora resta da fare.
CONVIVERE CON LA MALATTIA. Se trent'anni fa, negli USA, l'AIDS costituiva la prima causa di
morte tra i giovani, oggi, grazie alle campagne di prevenzione, alle diagnosi
precoci, alle terapie antiretrovirali e al trattamento delle infezioni
collegate, le persone con HIV hanno la possibilità di gestire la loro
condizione come una malattia cronica e raggiungere, se la terapia viene iniziata per tempo, una
speranza di vita quasi sovrapponibile a quella di individui non sieropositivi.
Nel 2019 il 68% degli adulti e il 53% dei bambini con HIV ha avuto
accesso alla terapia antiretrovirale (ART), una combinazione di farmaci capace
di inibire il virus, impedire
la sua moltiplicazione nell'organismo
e ridurre il rischio di trasmissione, sia tra partner sessuali, sia da madre a
bambino durante la gravidanza, il parto e l'allattamento.
DIRITTI NEGATI. Tuttavia, in alcune parti del mondo lo stigma sociale attorno su questa
condizione e la povertà aumentano l'esposizione alle situazioni a rischio e
rendono difficile l'accesso a test e a cure costanti, efficaci ed economiche.
Questo fa sì che molte persone non possano beneficiare dei progressi raggiunti
dalla medicina: nel 2019, 690.000 persone sono morte per cause legate
all'infezione da HIV e 1,7 milioni sono state contagiate. Due terzi delle
persone sieropositive (25,7 milioni) vive in Africa: nella regione
subsahariana, ogni settimana 4.500 ragazze e giovani donne tra i 15 e i 24 anni
contraggono l'infezione.
In quest'area così colpita, un'interruzione di sei mesi dei trattamenti
salvavita che scongiurano l'AIDS - cioè la sindrome da immunodeficienza
acquisita: la profonda immunodepressione causata da un'infezione da HIV non
curata - potrebbe
causare 500.000 morti in più tra 2020 e
2021, riportando i livelli di mortalità a quelli del 2008. Per questo si teme
che il mancato accesso ai servizi sanitari causato dalla CoViD-19 possa avere
effetti devastanti sui pazienti sieropositivi.
Scienza: AIDS, la storia delle
origini
1 MINUTO E 40 SECONDI. Mentre in Africa meridionale e orientale le nuove infezioni sono
calate del 38% dal 2010 ad oggi, in Europa orientale e in Asia centrale si è registrato,
nello stesso periodo, un incremento del 72% delle nuove diagnosi. Una crescita
del 22% è stata osservata anche in Medio Oriente e Nord Africa, e un aumento
del 21% si è avuto in America Latina.
Nel mondo, ogni
100 secondi un bambino o un ragazzo sotto i 20
anni contrae l'HIV. Nel 2019 i nuovi casi tra i giovanissimi sono stati 320.000
e le morti per AIDS 110.000.
I PIÙ A RISCHIO. Le popolazioni più vulnerabili sono, come spiega l'OMS, gli
uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini, le persone che fanno uso
di droghe iniettabili, i carcerati, i lavoratori sessuali e i loro
clienti, le
giovani donne di alcune aree africane (come il Sudafrica) e di alcune comunità indigene. Il 60% di tutte le nuove infezioni
entro il 49esimo anno di età avviene in questi gruppi di persone e tra i loro
partner sessuali.
LA PREVENZIONE PRIMA DI TUTTO. Per sconfiggere del tutto l'HIV servirebbe un vaccino, che
purtroppo, nonostante decenni di ricerche, non è ancora stato trovato: questo
dipende soprattutto dalla capacità del virus dell'HIV di mimetizzare molto bene
l'antigene, il marchio di fabbrica proteico che dovrebbe scatenare le difese
immunitarie. Tuttavia sono diverse le sperimentazioni cliniche in corso e le
nuove terapie allo studio. L'HIV e l'AIDS si
possono nel frattempo prevenire con l'uso costante e corretto dei preservativi,
che allontanano il rischio di contrarre questo virus e altre malattie
sessualmente trasmissibili.
Negli ultimi 10 anni le nuove infezioni da HIV sono
calate del 39% e le morti per AIDS del 51%. Alla fine del 2019, l'81% delle
persone sieropositive conosceva il proprio status e il 67% stava ricevendo
terapie antiretrovirali. I farmaci ART hanno salvato 15,3 milioni di vite. È un
successo globale del quale andare fieri, ma non basta.
https://www.focus.it/scienza/salute/giornata-mondiale-aids-hiv-punto
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