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venerdì 16 ottobre 2015

Lo Sapevate Che: Luisa in Conflitto ...



Nel Fiume Di informazioni e bilanci che accompagna il prossimo sbarco in Borsa delle Poste si nasconde un conflitto di interessi. Un dettaglio, se cogliamo, che però rischia di creare qualche imbarazzo al vertice del grande gruppo di Stato che si avvia verso una parziale privatizzazione. Questione di poltrone. Luisa Todini, la presidente di Poste nominata l’anno scorso dal governo Renzi, siede anche al vertice del gruppo Rothschid. Per la precisione, fa parte del consiglio di sorveglianza della società francese Rothschid& co, la holding della famiglia di banchieri. Proprio qui nasce il potenziale conflitto d’interessi. Rothschild, infatti, è il consulente scelto da Poste per la quotazione sul listino azionario. Si scopre così che la presidente di un’azienda da privatizzare ricopre incarichi di vertice anche nel gruppo bancario nominato advisor dalla stessa azienda. “Nessun conflitto”, replica Todini, “ non ho incarichi operativi in Rothschild che, comunque è stata scelta con una gara prima del mio arrivo alle Poste”. Difficile negare, però che la situazione appare quantomeno insolita. Di norma infatti, proprio per evitare conflitti d’interessi, i consulenti devono apparire formalmente ( e sostanzialmente) indipendenti nei confronti dei loro clienti. A maggior ragione in un caso come questo, con un manager pubblico ai vertici di una banca privata internazionale. (..). A maggio 2014 si insedia Luisa Todini. Il nuovo tandem di vertice mette a punto l’operazione Borsa che era già stata avviata da Sarmi e Rothschild resta come consulente. Negli ultimi tempi, la banca d’affari ha fatto il pieno di incarichi a Roma. Alla sua porta hanno bussato tutti i gruppi di Stato che di recente hanno scelto la strada della quotazione in Borsa. E’ il caso di Fincantieri, sbarcata sul listino a luglio 2014. L’azionista venditore, cioè Fintecna controllata da Cassa depositi e prestiti, è stata affiancata dai banchieri di Rothschild. Gli stessi che assistono anche Enav, società pubblica per la gestione del traffico aereo, che il governo vorrebbe privatizzare entro l’anno prossimo. Per Poste, invece, potrebbe essere questione di settimane, forse di giorni. (..) Per Rothschild sarebbe l’ennesimo successo da mettere in bacheca. D’altronde la banca d’affari francese ha coltivato con cura i contatti con il mondo dell’industria pubblica e della politica nostrana. Nel 2013 i rapporti tra Alessandro Daffina, direttore della finale italiana di Rothschild, sono finiti addirittura agli atti di un’indagine della magistratura, quella sulla cosiddetta P4. Più di recente, ai piani alti della banca d’affari è approdato l’ex presidente dell’Eni, Paolo Scaroni. Nel luglio 2014, poche settimane dopo aver perso la poltrona pubblica, Scaroni è stato nominato vicepresidente di Rothschild Group. In quegli stessi giorni sbarca a Parigi anche Luisa Todini da poco nominata al vertice di Poste. Per Lei infatti era pronto un posto nel consiglio di sorveglianza di Paris Orléans, la holding che proprio pochi giorni fa ha cambiato nome in Rothschild & co. La presidente di Poste, già eurodeputata per Forza Italia e poi, fino all’anno scorso, consigliera Rai in quota berlusconiana. Ci sarebbe da festeggiare, se non fosse per quel dettaglio del conflitto d’interessi.
Vittorio Malagutti – Pubblico & privato – L’ Espresso – 15 ottobre – 2015 -

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