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giovedì 29 ottobre 2015

Lo Sapevate Che: La Favola cattiva dell'uomo che dormiva in giardino...



Sotto le grandi palme del magnifico giardino di fronte alla casa, imbozzolato di notte dentro una coperta che una volta dovette essere bianca, viveva mitissimo di Waco, nel Texas meridionale che già avverte l’alito del Golfo del Messico, Sharafat sarebbe morto di freddo, o per una delle molte malattie che affliggevano i suoi 70 anni, dal diabete all’insufficienza renale. Agli occhi di chi fosse passato sulla strada della sona più elegante di Waco, Lakeview, cioè “vista del lago” per via di uno specchio d’acqua che bagna le centocinquantasette case del quartiere, Sharafat, con la felpa e la coperta d’incerto colore sarebbe apparso come il classico clochard da documentario  su miseria e ricchezza. Un derelitto crocefisso nel contrasto abbagliante fra lui e la splendida villa con fontana, triplo garage, colonnato e pronao stile Casa Bianca sullo sfondo. Ma le immagini a volte ingannano. Quella mansion, quella magione, era sua. Sharafat era un “senzatetto” con un tetto lussuoso. Sharafat Kahn era il legittimo proprietario della casa. O, per per essere più precisi, era proprietario di metà della casa, insieme con la moglie, Shanhan Kahn, di professione medico internista, e qui stava il problema. Nel giugno scorso, la signora si era definitivamente stancata del marito. Lo aveva buttato fuori casa, aveva cambiato tutte le serrature e aveva appiccicato alla porta un cartello per i vicini e i passanti: “Siete pregati di non dargli da mangiare, di non portare cibo deperibile perché marcirebbe e riempirebbe il giardino di vermi. E se volete portatevelo via con voi a casa vostra, siete i benvenuti. Lo sceriffo e i servizi sociali del comune di Waco avevano tentato ripetutamente di convincere l’uomo a trasferirsi in un pensionato per anziani soli e senza mezzi, ma Sharafat era un adulto, dalle piene capacità mentali e con il diritto di restare sul terreno che era anche di sua proprietà. In due occasioni era stato portato d’urgenza in ospedale – un ospedale diverso da quello dove la dottoressa Shanhan – e volontari lo rifornivano di notte dei medicinali necessari per sopravvivere e di un minimo di cibo, quasi sempre gallette secche, acqua, sacchetti di biscotti, per via dei vermi. Scritta così, la storia del signor Khan di Waco, Texas, sembra una brutta favola di streghe cattive e di poveri nonnini esiliati, ma la storia, come tutte le storie, ha un’altra verità dietro l’apparenza. Il fragile vecchietto avvolto nella coperta lisa era il cattivo della favola, un violento. Per anni aveva puntualmente picchiato la moglie, come i figli avrebbero poi testimoniato, fino a spingere la donna a chiedere al tribunale di condannarlo a restare sempre ad almeno 100 piedi (circa 30 metri) di distanza da lei. Ogni sera, quando rientrava dall’ospedale, la menava, costringendola spesso a tornare da dove era appena uscita per farsi medicare dai propri colleghi, che sapevano tutto.(..). A metà ottobre, il giudice ha deciso. Tutti i beni e le proprietà comuni, la casa, le auto, i risparmi sono stati assegnati alla moglie, lasciando il marito senza un centesimo. La polizia lo ha portato via immediatamente, rimuovendolo da un giardino nel quale era diventato un occupante abusivo, e lo ha affidato ai servizi sociali perché fosse ospitato in una casa di riposo del Comune di Waco.  Una buona notizia per lui, perché anche il Texas meridionale d’inverno si dimentica di essere meridionale e sa trasformare il vento tiepido del Golfo in piogge gelide. Non sarebbe sopravvissuto a una stagione all’addiaccio. La moglie, comunque, ha avuto un ultimo pensiero per lui. Gli ha fatto avere la coperta. Sporca.
@vittoriozucconi – Donna di Repubblica – 24 ottobre 2015 -

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