Etichette

sabato 24 ottobre 2015

Lo Sapevate Che: A chi fa comodo il divieto di Ogm...



A Giorni Si Chiude l’Expo milanese. (..). La tanto celebrata “Carta di Milano” – recapitata all’Onu con un’infinità di firme di consenso – altro non è se non un catalogo di buoni propositi, tanto ricco di astratta retorica quanto povero di soluzioni strumentali. Un testo ampolloso, insomma, che sembra concepito per volare talmente alto sulla realtà delle produzioni alimentari da non sfiorarla neppure. Utile forse per fare un’effimera bella figura mediatica, ma niente di più. Si è riverberato così anche sulla manifestazione milanese l’approccio ambiguo e sfuggente con il quale il ministro Maurizio Martina (con delega specifica per l’Expo) affronta alcuni nudi della politica agricola nazionale, segnatamente la controversa questione dei cosiddetti Ogm. A fronte di un’Europa pilatesca che in materia ha lasciato libertà di scelta ai singoli paesi, proprio ora il suddetto ministro ha comunicato a Bruxelles che l’Italia intende confermare il divieto assoluto a coltivazioni Ogm nelle sue campagne. E per rendere l’atto ancor più solenne l’ottimo Martina ha voluto affiancare alla sua firma quella dei colleghi della Sanità e dell’Ambiente. Così strizzando l’occhio – ma senza impegnarsi a controbattere l’opinione pro-Ogm di scienziati fra i più autorevoli a livello mondiale – a quella pubblicistica melensa che insiste nel vaticinare chissà quali catastrofi sanitarie e ambientali conseguenti all’utilizzo di sementi Ogm.  E spingendosi fino al punto di non revocare neppure una delle decisioni culturali più oscurantiste mai compiute in età moderna quale quella di proibire perfino la ricerca e la sperimentazione in materia negli istituti universitari. Il Fondamentale Pilastro argomentativo che il ministro Martina pone a sostegno della sua scelta è la  tutela della pretesa “biodiversità”  delle tante ed eccellenti produzioni agricolo-alimentari tipiche del nostro paese. L’alibi ha un suo indubbio fascino, peccato che a monte di queste produzioni vi sia una realtà che rende pretestuosa e risibile la tesi ministeriale. Infatti, se si guarda la filiera zootecnica – dalla quale si ricavano latte, formaggi, salumi, carni bovine, ecc. – le statistiche ci dicono che per due alimenti essenziali, quali il mais e la soia, l’Italia copre il suo fabbisogno con crescenti importazioni dall’estero e per lo più da paesi che coltivano con Ogm. Nel caso della soia la dipendenza supera l’80 per cento, per il mais circa il 40.In altri termini, la scelta governativa va letta così: gli italiani possono tranquillamente nutrirsi con Ogm, ma non possono produrne. (..). Il Ministro Martina ha un curriculum politico di navigatore accorto: non è pensabile che non sia consapevole della contraddizione patente fra le sue scelte e la realtà dei dati di fatto. Viene perciò da chiedersi se le sue decisioni in materia non siano pesantemente condizionate da qualche lobby di settore che egli non trova forza e coraggio di affrontare. Al riguardo solleva più di un’ombra il grande entusiasmo col quale il no agli Ogm è stato salutato dalla Coltivatori Diretti, da sempre legata a quella rete dei Consorzi agrari che tuttora gode di una posizione importante sul mercato domestico delle sementi. Sarebbe davvero miserevole scoprire un giorno che le rottamazioni promesse dal governo Renzi si sono fermate dinanzi a un blocco di potere che ha già causato guai indicibili all’agricoltura italiana.
Massimo Riva – Avviso ai naviganti www.lespresso.it – L’Espresso 22 ottobre 2015

Nessun commento:

Posta un commento