Un
forte sobbalzo e in un attimo il convoglio si spacca in due tronconi, con le
prime cinque carrozze che rimangono in piedi ferme mentre le altre, in
particolare quelle tra la nona e la undicesima, deragliano in diverse
direzioni, impattando i pali dell'elettricità come in un flipper impazzito.
Sei passeggeri ci rimettono la vita, altri settanta rimangono feriti.
L'episodio arriva a nemmeno una settimana dallo scoppio della rivolta
di Reggio Calabria, con migliaia di cittadini, coordinati dal Movimento
Sociale Italiano e da altri partiti, a protestare per la scelta di designare
Catanzaro a capoluogo di regione.
I diversi episodi di sabotaggio alla rete ferroviaria dei giorni precedenti
fanno pensare a un collegamento con il deragliamento del treno. Tuttavia,
l'inchiesta giudiziaria del Tribunale di Palmi si chiude con una verità
sospesa: s'indica nell'attentato dinamitardo l'ipotesi più plausibile ma non
s'indaga sui responsabili e sul movente del gesto.
Grazie alle rivelazioni di un pentito, il caso si riapre all'inizio degli anni
Novanta. Nel 2001 la Corte d'Assise di Palmi condanna tre imputati per strage,
tutti e tre già deceduti.
https://www.mondi.it/almanacco/voce/1162002
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